1. Lo struttural-funzionalismo: Parsons e Merton 1.1 LO STRUTTURAL-FUNZIONALISMO Lo struttural-funzionalismo è  una corrente di pensiero della sociologia, nata negli Stati Uniti negli anni  Trenta e sviluppatasi fino quasi agli anni Settanta del Novecento, che concepisce  la società come un , al cui interno possiamo riconoscere  sistema complesso che assolvono per promuovere  particolari strutture funzioni specifiche la stabilità e il mantenimento del sistema stesso. Questa corrente teorica pone la sua maggiore attenzione alle strutture generali  più che alle caratteristiche o alle azioni  della società nel suo insieme concrete dei singoli individui. Riprendendo alcuni temi affrontati dai pensatori classici della sociologia,  come Comte o Durkheim, lo struttural-funzionalismo immagina la società  come un , in cui le differenti parti collaborano svolgendo  organismo vivente funzioni essenziali per il suo mantenimento ed equilibrio e contribuendo a  un unico obiettivo: la e il di ogni singolo individuo che di  salute benessere quell’organismo partecipa. Anche lo struttural-funzionalismo parte dunque dall’idea che la salute e il  benessere dell’organismo sociale coincidono con una , in cui  società ordinata tutti gli individui sono integrati nel sistema. Il fondatore della teoria struttural-funzionalista è stato il   sociologo americano . In seguito, uno dei suoi principali allievi, Talcott Parsons Robert  , prendendo le mosse da alcune critiche al modello originale  King Merton del maestro, ne ha sviluppato ulteriormente la teoria.   Video – L’evoluzione della società e la modernizzazione Spaccati di una regolare vita americana negli anni Cinquanta. Secondo il fondatore della teoria strutturalfunzionalista – il sociologo americano Talcott Parsons – la società, per esistere e funzionare, deve mantenersi ordinata: tutti gli individui devono essere integrati al suo interno e le azioni dei singoli devono essere controllate da una struttura morale condivisa.  >> pagina 126  1.2 TALCOTT PARSONS E IL SISTEMA SOCIALE Talcott Parsons  è uno dei più noti sociologi del Novecento e ha contribuito a | ▶  L’AUTORE | importare, negli anni Trenta del secolo scorso e nel contesto intellettuale  degli Stati Uniti, le teorie sociologiche classiche formulate dagli studiosi europei.  L’approccio teorico di Parsons, infatti, è stato influenzato soprattutto  dal lavoro di Émile Durkheim e Max Weber. Parsons elabora lo struttural-funzionalismo come una teoria generale dei  ; in altre parole, una teoria in grado di spiegare il funzionamento  sistemi sociali di base di tutti i tipi di società. Il suo primo e più importante libro,  intitolato (1937), riassume alcuni dei punti  La struttura dell’azione sociale principali delle teorie di Durkheim e di Weber, evidenziandone uno fondamentale:  la società può funzionare solo se le azioni dei singoli individui  che la compongono sono limitate e tenute sotto controllo da una struttura  , costituita dai valori culturali condivisi da tutti i membri di  morale comune un gruppo sociale. Guardando all’evoluzione storica delle società moderne,  questi valori comuni sono stati forniti soprattutto dalla , come aveva  religione mostrato Durkheim. La teoria dell’azione di Parsons si basa sul concetto di sistema sociale  . Secondo il sociologo americano, le azioni e le scelte dei  | ▶  APPROFONDIAMO | singoli individui possono essere spiegate attraverso differenti prospettive:  per esempio, dal punto di vista della , guardando alla personalità  psicologia degli individui; o dal punto di vista della , considerando il linguaggio  cultura che essi utilizzano, come fa l’antropologia. Il compito specifico della   sociologia è quello di spiegare la società attraverso il ,  concetto di sistema sociale ovvero in base all’idea che la società funzioni come un ,  unico meccanismo costituito da vari . sottosistemi in relazione tra loro Oltre al sistema sociale, Parsons riconosce un ruolo importante anche al  , ossia quel livello di funzionamento della società relativo  sistema culturale ai e ai che permettono agli individui di relazionarsi tra  codici simboli loro e che vengono insegnati ai membri di una società fin da bambini per  poter interagire correttamente nel mondo in cui vivono. Anche per questo  ruolo fondamentale della cultura nel garantire la tra il singolo  coesione individuo e il gruppo sociale a cui egli appartiene, il sistema sociale e quello  culturale devono essere allineati, così che la società possa funzionare  correttamente.   Approfondimento – Talcott Parsons, Sistemi sociali e controllo   Talcott Parsons l’autORE Talcott Parsons (1902-1979) nasce a Colorado  Springs, negli Stati Uniti, e si orienta  in un primo momento verso lo studio della  biologia e della medicina, per poi interessarsi  progressivamente all’economia e alle  scienze sociali. Il suo lavoro riguarda la costruzione  di un sistema teorico generale per  l’analisi della società, piuttosto che lo studio  empirico di aspetti sociali più circoscritti. Nel 1931 inizia a insegnare sociologia all’università  di Harvard e nel 1946 viene nominato  presidente del Dipartimento di relazioni  sociali. Nel 1949 diventa presidente dell’American  Sociological Society, raggiungendo  così l’apice della propria fama. Nel libro La  (1937) sviluppa  struttura dell’azione sociale molti aspetti delle opere di diversi fondatori  europei della sociologia, come Durkheim,  Weber e Pareto, con l’obiettivo di arrivare  a una teoria sistematica dell’azione sociale. Nasce a Colorado Springs 1902 Insegna sociologia  1931 all’università di Harvard Scrive 1937 La struttura  dell’azione sociale È nominato presidente del nuovo  1946 Dipartimento di relazioni sociali Diventa presidente dell’American  1949 Sociological Society Muore a  1979 Monaco di Baviera  >> pagina 127    IL SISTEMA SOCIALE approfondiamo L’uso del concetto di “sistema sociale” è molto  diffuso e viene utilizzato in modi differenti. Nel  seguente brano vengono descritti due principali  utilizzi: un modello analogico, basato sulla similitudine  della società con altri tipi di sistema (per  esempio quello biologico), e un modello formale,  che caratterizza l’approccio di Parsons. «Nella tradizione analitica delle scienze sociali  l’espressione “sistema sociale” indica l’organizzazione  complessiva dei rapporti e delle istituzioni  collettive e, più in generale, le interazioni che in  questa si stabiliscono secondo la logica compositiva  che lega le parti al tutto. Ma le accezioni che  il termine assume nelle teorie sociologiche sono  molteplici, passando in particolare da modelli di  riferimento di tipo analogico ad altri di tipo logico  e formale. Il modello analogico di sistema sociale consiste  nel rappresentare una realtà complessa attraverso  il confronto con una realtà più semplice, descritte  entrambe in termini di sistema sociale, che si presume  possa avere alcune proprietà simili a quelle  che sono state scelte come oggetto di studio. In  questo senso, l’idea di società elaborata dalla  “protosociologia” (da autori come A. Comte, H.  Spencer, É. Durkheim, che si situano in una linea  di continuità con la filosofia sociale) è spesso  basata sul ricorso alla metafora dell’organismo  vivente, in quanto sistema biologico, e in seguito  sul ricorso alla similitudine con i sistemi meccanici  (la piramide, la scala, la bilancia, l’orologio)  come, per esempio, nelle teorie sull’equilibrio sociale  che V. Pareto trae dalla scienza economica.  È in ogni caso diffusa, in questa accezione, la tesi  che il sistema sociale, al pari degli altri sistemi,  costituisca una realtà concretamente osservabile.  A differenza del modello analogico, il modello  formale di sistema è una costruzione logica e  simbolica di una situazione reale, elaborata mentalmente,  che non ricorre al paragone con realtà  di altra natura né presume di valere essa stessa  come realtà distinta. La ricostruzione teoricamente  più sofisticata in questo senso della nozione  di sistema in sociologia si deve a T. Parsons e  alla scuola struttural-funzionalista americana degli  anni Cinquanta del XX secolo, secondo i quali  il punto di partenza di ogni analisi della società è  dato dallo studio dell’azione sociale». Dizionario di Storia Treccani, 2011 1.3 LO SCHEMA AGIL Parsons ha sviluppato ulteriormente questo suo  modello di analisi della società nella sua opera più conosciuta, ,  Il sistema sociale del 1951. In questo libro costruisce un ambizioso e complesso schema  concettuale per analizzare le che vengono svolte dalle differenti  funzioni componenti della società. Egli afferma che nella società esistono quattro  definiti attraverso un linguaggio specifico: principali problemi ( ); l’adattamento Adaptation ( ); il raggiungimento dei fini Goal attainment ( ); l’integrazione Integration ( ). il mantenimento della struttura latente Latent pattern maintenance L’insieme di questi problemi viene chiamato con l’acronimo “ ”, che  AGIL coincide, a sua volta, con che interagiscono  quattro fondamentali sottosistemi per consentire il funzionamento della società. Il sistema sociale, dunque, per sopravvivere e mantenere l’equilibrio deve  svolgere quattro differenti funzioni, che Parsons definisce con l’espressione  di “ ”. imperativi funzionali Ecco che cosa deve fare il sistema sociale: deve adattarsi all’ambiente che lo circonda ( ). Questa funzione  adattamento coincide per Parsons con il sottosistema dei ; meccanismi economici deve, poi, perseguire e raggiungere i propri obiettivi ( raggiungimento degli  ). Si tratta del compito svolto dal sottosistema costituito dalla  obiettivi , che deve porre le priorità affinché un sistema possa  sfera della politica funzionare; deve, inoltre, assicurarsi che i propri sottosistemi procedano tutti insieme  ( ). È questa la dimensione che ha a che vedere con le   integrazione regole e le , che prevedono, per esempio, che tutti seguano le stesse norme; leggi deve, infine, riprodurre i propri riferimenti culturali di base o “latenti”  ( ). Questa ultima funzione è assicurata  mantenimento della struttura latente dai , come la , la , e in molti casi  sistemi educativi scuola famiglia anche dalla . religione Queste quattro funzioni, o imperativi funzionali, che caratterizzano il modello  AGIL sono riassunte in un noto schema a quattro celle. IL MODELLO AGIL Adattamento Adaptation SFERA ECONOMICA Raggiungimento degli obiettivi Goal attainment SFERA POLITICA Integrazione Integration SFERA GIURIDICA Mantenimento della struttura latente Latent pattern maintenance SFERA EDUCATIVA E CULTURALE Attraverso lo schema AGIL, Parsons si pone il basilare obiettivo di scomporre,  in un modello teorico, le differenti attività di una società e comprendere  come essa possa essere mantenuta funzionante e ordinata. Inoltre,  secondo il sociologo, questo modello è in grado di descrivere il funzionamento  e le di un sistema  di qualsiasi tipo di società principali funzioni sociale, mostrandoci che le società diventano sempre più e si  specializzate differenziano al proprio interno in base ai quattro imperativi. Per esempio,  nell’ultimo secolo il sistema educativo è divenuto un sottosistema molto importante  e si è dunque distinto come un ambito sempre più autonomo dalla  politica, moltiplicandosi al proprio interno attraverso la creazione di scuole  di livello differente e con indirizzi specifici.  >> pagina 129  1.4 CRITICHE A PARSONS Il contributo di Parsons è stato determinante  per sviluppare l’ rispetto alla filosofia o  autonomia della teoria sociologica all’antropologia; tuttavia, le sue teorie sono state duramente criticate nel corso  del tempo da diversi punti di vista. In primo luogo, è stata criticata la nonché l’ genericità eccessivo livello  del sistema descritto da Parsons. Infatti, se è vero che sembra  di astrazione potersi adattare a qualsiasi tipo di società, allo stesso tempo appare così vuoto  di riferimenti precisi da non riuscire a cogliere che cosa succede in alcun  contesto concreto. Inoltre, l’enfasi posta sul ruolo dei valori socialmente condivisi  in vista del raggiungimento dell’ordine sociale è stata spesso associata  a una e all’incapacità di riconoscere l’importanza  prospettiva conservatrice delle , così come delle ragioni alla base delle forme di conflitto sociale forme  . di devianza e di violazione delle norme sociali Il lavoro di Parsons è stato criticato, in particolare, in un noto libro del  suo collega (1916-1962) intitolato Charles Wright Mills L’immaginazione  , in cui egli prende di mira alcuni di questi aspetti e soprattutto  sociologica l’attitudine di Parsons a costruire quella che viene definita come una grande  . teorizzazione slegata dai contesti reali Di fatto, a partire dagli anni Settanta del Novecento, le teorie di Parsons,  che avevano precedentemente raggiunto un grande successo, sono praticamente  scomparse dall’orizzonte della sociologia contemporanea. 1.5 MERTON E LE TEORIE DI MEDIO RAGGIO Il principale continuatore  della corrente dello struttural-funzionalismo è stato Robert King Merton  , p. 130 |, studente di Parsons presso la prestigiosa università di  | ▶  L’AUTORE Harvard. Se per un verso Merton fa suo l’approccio struttural-funzionalista,  d’altro canto avanza alcune critiche al modello originario, introducendovi  rilevanti modifiche. In primo luogo, a differenza del suo maestro, Merton si convince che,  invece di una grande teoria astratta capace di spiegare il funzionamento  complessivo di tutte le società, sia più utile sviluppare delle teorie di medio  ▶  , che sono più limitate, riferite non a tutte le società, ma a raggio determinati  o a . A differenza della prospettiva unicamente  contesti fenomeni specifici teorica e astratta di Parsons, le teorie di medio raggio danno nuovo  risalto alla raccolta e all’analisi di , frutto del lavoro  dati empirici verificabili di ricerca. Inoltre Merton non è convinto di dover partire necessariamente dall’idea  implicita che il mantenimento dell’ordine sociale sia un obiettivo positivo da  realizzare. A differenza dei suoi predecessori, egli introduce l’idea che nella  società possano essere presenti delle e che esse non  disfunzioni del sistema sempre debbano essere giudicate negativamente, potendo essere considerate  del funzionamento complessivo della società. parte integrante L’esempio tipico è quello del matrimonio: dal punto di vista del funzionalismo  classico, il numero e la durata dei matrimoni sono aspetti importanti per  garantire l’ordine sociale e la sua riproduzione e, dunque, i divorzi sarebbero  il sintomo di una condizione negativa. Invece, dalla prospettiva di Merton è  possibile prendere atto del fatto che le coppie possono essere più felici una  volta separate, piuttosto che rimanere sposate e litigare costantemente. In  altre parole, ecco che un’apparente disfunzione per la società – l’aumento dei  tassi di divorzio – può essere invece considerata come un   elemento positivo per un migliore funzionamento della società stessa. La più nota applicazione dell’analisi struttural-funzionalista di Merton  è la sua , che elabora a partire da quella di Durkheim  teoria dell’anomia , p. 86 . Se per il sociologo francese l’anomia era il risultato dell’assenza  | ▶  UNITÀ 3 | di forme di coesione sociale, per il sociologo americano l’anomia è, invece,  una in cui si ritrova l’individuo quando le sue aspirazioni  situazione strutturale e aspettative sociali non sono in sintonia con le reali opportunità offertegli  dalla società in cui vive. Per esempio, quando un individuo, dopo aver  studiato molti anni ed essersi laureato, fa fatica a trovare un lavoro ben retribuito,  si trova in quella che Merton definisce come una situazione strutturale  di anomia. Questa concezione è alla base della sua . teoria della devianza : in senso figurativo e in riferimento a un’analisi, considerazione effettuata con ampiezza media, né maggiore (lungo raggio) né minore (breve raggio). medio raggio  >> pagina 130  1.6 LA TEORIA DELLA DEVIANZA DI MERTON Le forme di devianza  sono quei tipi di comportamenti adottati dagli individui che si discostano  dalla condotta mediamente più diffusa all’interno della società cui appartengono. Per spiegare come mai nella società, e soprattutto nelle società moderne,  si verificano in modo crescente tali comportamenti, Merton prende  spunto dalle teorie di Durkheim sull’ordine sociale e le rielabora, alla luce di  ulteriori considerazioni, in una nuova . teoria della devianza Per Durkheim le forme di comportamento anomale avvengono quando un  individuo non si sente in sintonia con il gruppo sociale di cui è parte, spesso  perché non ha assorbito a sufficienza i valori e i riferimenti culturali condivisi  dal gruppo. Per esempio, se consideriamo il caso di un ladro, egli vivrà  rubando perché non è stato adeguatamente educato all’idea che rubare viola  le norme della società. In questa prospettiva, i comportamenti devianti sarebbero,  dunque, il risultato di una mancanza di educazione o di una carente  socializzazione da parte di istituzioni come la scuola o la famiglia. Merton imposta la questione della devianza in modo diverso, ritenendo  che la presenza di nella società non sia un’eccezione,  comportamenti criminali frutto di una situazione problematica, ma costituisca invece una  , soprattutto nelle società moderne e  condizione necessariamente presente complesse come già erano gli Stati Uniti degli anni Cinquanta. La criminalità per Merton è una condizione necessariamente presente nella società.   Robert King Merton l’autORe Robert King Merton (1910-2003) è un importante sociologo americano, i cui interessi includono differenti temi tra cui la sociologia della scienza e delle professioni, le forme di devianza, la teoria sociologica e le forme  di comunicazione di massa. Dopo un dottorato  di ricerca presso la Harvard University  nel 1936, inizia a insegnare in tale università  per poi spostarsi nel 1941 alla Columbia  University di New York, dove ottiene il titolo  di professore nel 1947. Tra le altre attività,  ricopre anche il ruolo di direttore del Bureau  of Applied Social Research della Columbia  University. È noto per aver coniato espressioni entrate  nella lingua comune, come quella di “profezia  che si autoavvera”, nonché per aver portato  alla notorietà il concetto di “serendipità”,  cioè la fortuna di fare scoperte inattese  e felici mentre si sta cercando altro, su cui  scrisse un intero libro negli anni Cinquanta,  pubblicato solo dopo la sua morte.  >> pagina 131  Le due sfere: della cultura e della struttura sociale Per spiegare perché le  forme di devianza e i comportamenti antisociali sono parte integrante del  funzionamento delle società, Merton vede la società composta da   due sfere relativamente autonome tra loro: la sfera della cultura e la sfera della struttura  sociale. La è costituita da due elementi: da un lato, i riferimenti  sfera della cultura che abbiamo appreso rispetto a come ci dobbiamo comportare; dall’altro,  le aspettative e i desideri rispetto al futuro. La , invece, coinvolge aspetti come la posizione  sfera della struttura sociale lavorativa, le condizioni economiche e il prestigio e il riconoscimento  sociale di cui un individuo gode in un certo ambiente sociale. La struttura sociale delle società tradizionali è stata per molti secoli di  tipo gerarchico, in quanto alcune persone erano ricche e potenti, spesso per  nascita, mentre altre, la maggior parte, erano povere e avevano pochissime ri sorse per migliorare le proprie condizioni. Nelle società tradizionali, a queste  masse di persone svantaggiate (per esempio contadini e braccianti) veniva,  così, insegnato ad accettare la propria condizione e a non nutrire aspettative  di miglioramento. Secondo Merton, l’avvento della modernità e lo sviluppo di società democratiche,  in cui è possibile per gli individui migliorare la propria condizione  di partenza, hanno favorito l’affermarsi di una situazione in cui tutti, anche  chi nasce in situazioni svantaggiate e sfavorevoli, possono avere l’aspettativa  . Tuttavia, queste aspirazioni, che riguardano  di migliorare e di avere successo la sfera culturale, non sempre sono accompagnate da concrete possibilità  di riuscita a livello della struttura sociale. Insomma, sebbene tutti siano incoraggiati  a migliorare, non tutti riescono a raggiungere questo obiettivo. Riprendiamo un esempio precedentemente accennato. Nella nostra società  molte persone studiano tanti anni, ottengono una laurea ma, per vari motivi  (sfortuna, crisi del lavoro ecc.), non riescono a trovare un lavoro veramente  soddisfacente, che garantisca loro un benessere economico. Esse sono  così costrette ad accontentarsi di lavori più umili e meno pagati. È il caso  che Merton definisce come uno squilibrio tra la dimensione culturale e la  , cioè tra le aspettative di successo e le effettive possibilità di  struttura sociale ottenerlo in una data società. Questa condizione di squilibrio, che spinge gli  individui a sviluppare forme di adattamento a una situazione non ottimale,  produce dalla norma. comportamenti devianti   Approfondimento – Robert K. Merton, Mete e norme di una struttura sociale  >> pagina 132  Le cinque combinazioni Merton individua   cinque combinazioni possibili di mancato equilibrio tra le aspettative e la disponibilità di mezzi concreti  per raggiungere i propri obiettivi: il , l’ , il ,  conformismo innovazione ritualismo la e la . rinuncia ribellione La prima di queste combinazioni è la più semplice e scontata e viene definita  come la modalità del . Il conformismo si verifica quando  conformismo c’è equilibrio tra le aspirazioni degli individui e le loro possibilità materiali  di successo. Questo avviene, per esempio, a tutte quelle persone che, per  ottenere un buon lavoro, studiano e si impegnano per molti anni, riuscendo,  poi, a realizzare l’obiettivo al quale aspiravano. Nella misura in cui una società  e tutto funziona in modo lineare, il conformismo è la è stabile scelta  , poiché la maggior parte delle persone è impegnata a  più comune e diffusa ottenere nella vita obiettivi simili e condivisi attraverso modalità legittime,  come lo studio e il lavoro. Nelle altre quattro combinazioni, invece, ci troviamo di fronte a situazioni  in cui non c’è una sintonia tra aspettative e strumenti per ottenere i risultati  sperati; di conseguenza, gli individui devono elaborare forme di   adattamento a situazioni che non sono ottimali. La prima modalità di adattamento è quella tipica degli innovatori . Si verifica  quando un individuo persegue obiettivi legittimi e socialmente ac cettati, come quello di avere successo e ricchezza, ma non riesce a trovare il  modo di soddisfarli attraverso comportamenti convenzionali. Deve, dunque,  “inventare” modi differenti per ottenerli. Gli innovatori condividono  con la società in cui vivono gli obiettivi, ma non riescono a far proprio il  modello accettato di comportamento per ottenerli: per esempio, volendo  diventare ricchi, invece di lavorare duramente, decidono di rubare. Nella  prospettiva di Merton, la scelta di diventare ladri è in qualche modo comprensibile  poiché, a fronte della forte pressione presente nella società ad  affermarsi e ad avere successo, trovare un lavoro è molto difficile per cui  può diventare legittimo rubare per fare soldi. Un secondo tipo di adattamento a situazioni di squilibrio è il ,  ritualismo che si verifica nei casi in cui gli individui non condividono gli obiettivi  di vita che sono prevalenti in una società, pur continuando a comportarsi  come gli altri. Ci troviamo, così, di fronte a casi di devianza esclusivamente  , considerando che queste situazioni risultano ben poco  virtuali visibili perché uguali a quelle di tutti gli altri. Un esempio comune di  ritualismo è quello di una persona che, pur non condividendo l’obiettivo  comune del successo economico, non si comporta di conseguenza. Non  abbandona, cioè, il lavoro regolare e ben pagato per cercare di sviluppare  altre attività, ma continua ugualmente, come per abitudine, a dedicare la  maggior parte delle proprie energie al proprio lavoro, lontano dalla famiglia  e dagli amici. Una terza forma di adattamento è quella della rinuncia . In questa categoria  rientrano alcune delle reazioni più evidentemente devianti rispetto alla  normalità e che includono sia sia forme di disagio psicologico condizioni  , come nel caso dei senzatetto, che vivono vagabondando  di vita marginali per le strade. È la situazione tipica di chi ha rinunciato ai propri desideri o  non è stato in grado di sviluppare obiettivi socialmente accettati o, ancora,  non ha avuto a disposizione i mezzi per ottenere nella vita dei risultati. Infine, Merton aggiunge una quarta modalità di adattamento allo squilibrio,  quella che definisce della . Si tratta dell’atteggiamento di  ribellione coloro che non accettano gli obiettivi condivisi all’interno della società ed  elaborano una . Si tratta per esempio di chi decide  scala di valori differenti di non avere un lavoro fisso in un’azienda o in un ufficio e preferisce vivere  in campagna a contatto con la natura, guadagnando molto meno, ma  avendo più tempo libero e ritmi di vita più rilassati; o, ancora, chi decide di  partire per paesi lontani a fare volontariato. Sebbene la teoria della devianza di Merton sia stata accusata di essere  schematica e di presentare solo , essa ha  modelli astratti di comportamento comunque il merito di aver colto una delle tensioni tipiche della società moderna. Il passaggio dalle società tradizionali e acquiescenti a quelle moderne,  democratiche e dinamiche, ci pone infatti davanti a una serie di opzioni e  scelte, ma anche di vincoli e costrizioni, a cui tutti siamo chiamati, in qualche  modo, ad adattarci.   TIPO DI ADATTAMENTO OBIETTIVI MEZZI CONVENZIONALI PER OTTENERLI ESEMPI Situazione di equilibrio tra obiettivi e mezzi Conformismo Adesione agli obiettivi più diffusi nella società Possesso dei mezzi o delle opportunità per ottenerli Chi desidera un lavoro convenzionale e di successo, ha i mezzi per ottenerlo e ci riesce Situazioni di squilibrio tra obiettivi e mezzi Innovazione Adesione agli obiettivi più diffusi nella società Mancanza dei mezzi o delle opportunità per ottenerli Chi desidera un lavoro convenzionale e di successo, ma non ha i mezzi per ottenerlo, dunque ricorre a mezzi differenti, il più delle volte illegali Ritualismo Rifiuto degli obiettivi più diffusi nella società Possesso dei mezzi o delle opportunità per ottenerli Chi non desidera un lavoro di successo, ma ha la possibilità di ottenerlo e lo consegue per assecondare comunque le aspettative che lo circondano Rinuncia Rifiuto degli obiettivi più diffusi nella società Mancanza dei mezzi o delle opportunità per ottenerli Chi, non riuscendo a raggiungere nessuno scopo e non avendone nemmeno i mezzi, si ritira in ruoli sociali marginali Ribellione Rifiuto degli obiettivi più diffusi nella società Possesso o mancanza dei mezzi o delle opportunità per ottenerli Chi decide di rifiutare i percorsi tradizionali, come avere un lavoro fisso ben pagato, andando alla ricerca di una condizione alternativa a quelle convenzionali La tipologia  delle forme  di adattamento  di Merton.  >> pagina 134  1.7 LA NASCITA DELLA SOCIOLOGIA DELLA SCIENZA Una particolare  applicazione dell’approccio di Merton riguarda il . mondo della scienza Egli è stato, infatti, uno dei primi studiosi a sviluppare e dare importanza  a un determinato settore sociologico, la , dedicato  sociologia della scienza allo studio della conoscenza scientifica e del lavoro degli scienziati. Merton  era interessato a comprendere sia il rapporto tra il lavoro degli scienziati e le  strutture sociali proprie del mondo della scienza, sia i principi di comportamento  che distinguono questo settore dal resto della società. Un importante aspetto su cui si è concentrato è stato quello di comprendere  le caratteristiche delle , che egli vede come un  comunità scientifiche tipo specifico di organizzazione sociale, formata da scienziati e basata su determinati  ruoli, comportamenti e , che chiama principi basilari ▶  ethos della . Questo insieme di principi è necessario per produrre co scienza moderna noscenze scientifiche utili e, inoltre, ha valore normativo a fronte di eventuali  comportamenti scorretti da parte degli scienziati. Il primo principio della scienza è quello dell’ universalismo . Secondo questo  principio, la scienza deve ricercare la verità attraverso criteri universali  , e non sulla base di punti di vista particolari e parziali. Il  e impersonali giudizio sul lavoro di uno scienziato non deve essere influenzato dal suo  paese di provenienza, dalla classe sociale, dal sesso o dalle sue credenze  religiose. La validità di un’idea scientifica non può dipendere dal paese di  origine o dal colore della pelle di chi la propone, ma solo dalla sua efficacia  . empirica Il secondo principio è quello del comunismo (che non va confuso con il  comunismo di Marx). Secondo questo principio, le scoperte che vengono  fatte dagli scienziati non devono rimanere proprietà di una singola persona,  ma devono essere comunicate e rese accessibili a tutti, diventando, così,  . patrimonio condiviso dell’intera comunità scientifica e della società Il terzo principio è quello del disinteresse , cioè la spinta a ricercare la verità  senza pensare ai vantaggi personali o economici che possono derivare  dal proprio lavoro. Il quarto principio è infine quello del dubbio sistematico , secondo il quale  tutte le scoperte scientifiche devono essere messe alla prova in modo rigoroso  dalla comunità scientifica, che deve dubitare ogni volta che si trova di  fronte a un’affermazione non supportata da prove o ragionamenti razionali. Nel descrivere il funzionamento delle comunità scientifiche, Merton ha  individuato anche alcune situazioni ricorrenti, tra cui la più nota è quella  definita come “ ”. Egli osserva che le opere pubblicate  ▶  effetto San Matteo dagli studiosi più noti e riconosciuti, per esempio quelli che ottengono un  premio Nobel, hanno molta più visibilità all’interno della comunità scientifica  rispetto a contributi altrettanto originali e importanti, ma proposti da  studiosi di minore fama. In altre parole, anche nelle comunità scientifiche  esistono delle gerarchie tra studiosi che, di conseguenza, condizionano l’equa distribuzione di risorse per la ricerca. La visione del funzionamento della comunità scientifica elaborata da Merton  è stata successivamente molto criticata da vari punti di vista, in particolar  modo in relazione ai principi astratti che dovrebbero guidare gli scienziati,  come per esempio quello del disinteresse. Si è infatti osservato che il mondo della scienza funziona in modo simile ad altri settori della società, in cui spesso non dominano il disinteresse e l’altruismo, ma il desiderio di fama personale, potere e ricchezza. In ogni caso, il merito di Merton è stato quello di essere fra i primi a  riconoscere, nella scienza e nel modo in cui la conoscenza scientifica è organizzata,  uno degli aspetti centrali del funzionamento delle società avanzate. : il costume, la norma di vita, il comportamento pratico dell’uomo e delle società umane. ethos : si allude al versetto 25,29 del , che recita: «Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». effetto San Matteo Vangelo secondo Matteo La comunità scientifica, secondo Merton, può essere studiata nel suo funzionamento come una particolare organizzazione sociale, con i suoi individui, gli scienziati, e i suoi principi di comportamento basilari, che egli riconosce nell’universalismo, nel comunismo, nel disinteresse e nel dubbio sistemico. per lo studio A quali studiosi dell’epoca classica della sociologia si ispira il lavoro di Parsons? 1. Quali sono i principali limiti della teoria di Parsons? 2. Quali sono le principali forme di adattamento della teoria della devianza di Merton? 3. Quali sono i principi della scienza moderna, secondo Merton? 4. Che cosa intende Merton con il fatto che il paese di provenienza non deve influenzare in alcun modo il  5. lavoro di uno scienzato?     Per discutere INSIEME La teoria della devianza è particolarmente utile per comprendere le  reazioni degli individui davanti ai limiti che essi si trovano ad affrontare nella propria traiettoria  di vita. Discutete insieme in classe su quali sono le forme di devianza più comuni nella società di  oggi e, dunque, a quali forme di adattamento descritte da Merton possono essere associate.