cittadini responsabili La libertà di stampa nella Costituzione italiana Al termine della Seconda guerra mondiale,  negli stessi anni in cui Theodor Adorno e Max  Horkheimer pubblicavano Dialettica dell’Illuminismo,  anche i costituenti della Repubblica  italiana si erano posti il problema del ruolo dei  mezzi di informazione per il funzionamento democratico  del nostro paese. La preoccupazione  principale era quella di garantire a tutti i cittadini  una ampia libertà di espressione, in particolare  in relazione alle opinioni politiche, soprattutto  dopo che il fascismo aveva soppresso tale fondamentale  libertà. Così l’Assemblea costituente  dedicò a questo importante tema l’articolo 21  della Costituzione, incentrato in particolare sul  ruolo della stampa e dei giornali. L’articolo 21  recita, tra gli altri punti: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il  proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro  mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni  o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato  dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti,  per i quali la legge sulla stampa espressamente lo  autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che  la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. […] La legge può stabilire, con norme di carattere generale,  che siano resi noti i mezzi di finanziamento  della stampa periodica. Sono almeno tre gli aspetti fondamentali sanciti  dall’articolo 21 in relazione alla libertà di  espressione. In primo luogo, si stabilisce che  ognuno è libero di esprimere la propria opinione  e che la stampa, e in generale tutti gli organi di  informazione, non può essere censurata, ovvero  non vi deve essere un controllo preventivo su ciò  che viene pubblicato. In secondo luogo, questo  articolo regolamenta che cosa succede in caso  di pubblicazione di idee o notizie che violano la  legge, per esempio quando si pubblica una notizia  falsa che danneggia in modo consapevole  una persona oppure contraria al buoncostume. In questo caso, è importante notare che l’eventuale  sequestro dei giornali che hanno pubblicato  contenuti che violano la legge spetta al potere  giudiziario (cioè ai magistrati) e non al potere  politico (per esempio al governo o a un ministro),  così da garantire che la valutazione dell’eventuale  crimine sia sempre neutrale rispetto a  chi detiene il potere all’interno dello Stato. Infine,  nell’articolo si segnala l’importanza di rendere  pubblici i finanziatori dei giornali, poiché è  sempre importante sapere quale gruppo, partito  politico o azienda supporta un determinato organo  di informazione: chi finanzia un giornale,  infatti, può sempre influenzare, direttamente o  indirettamente, le notizie e le idee che in esso  vengono pubblicate. Lavoriamo INSIEME   Discuti insieme ai compagni di classe sul tema  della censura dei giornali, a partire dalle seguenti  domande: perché è giusto che i giornali non siano  censurati? Ci sono comunque dei tipi di notizie che  sarebbe meglio che non venissero pubblicate? E  che cosa possiamo fare con le “bufale” e le “fake  news” che circolano in rete?