4. Scuola, religione e famiglia 4.1 LE ISTITUZIONI CULTURALI Con il termine “istituzione” in sociologia  si intendono tanto dei modelli di comportamento sufficientemente stabili  , quanto alcune di cui una società si  nel tempo specifiche organizzazioni dota al fine di dare . Come vedremo  senso e ordine alle azioni dei suoi membri in questo capitolo, la scuola, la religione e la famiglia possono essere considerate  tre importanti tipi di istituzioni sociali che contribuiscono in modo  determinante alla e all’ . riproduzione sociale organizzazione della società Prima di descrivere queste tre istituzioni in dettaglio, è utile presentare  alcune delle istituzioni sociali, intese quali organizzazioni  caratteristiche fondamentali centrali nella vita di una società e dei suoi membri. Le istituzioni sociali esistono al di fuori dell’individuo , ovvero vengono  vissute dagli individui di una società come un qualcosa di reale, di oggettivo  e di esterno a loro stessi e ai loro pensieri. Per essere tali, le istituzioni  devono costituire entità esterne, assimilabili a oggetti concreti che esistono  al di là delle singole persone. ESEMPIO : la scuola è un’istituzione sociale proprio perché esiste e funziona  in base a regole indipendenti dal volere del singolo studente, professore,  genitore o cittadino. Anche il linguaggio costituisce un’istituzione, in  quanto esso è indipendente dai singoli individui e rappresenta per loro la  principale forma di comunicazione. Anche il linguaggio, come istituzione, esprime un proprio potere nella  Le istituzioni sociali hanno un potere coercitivo ▶  , nel senso che influenzano  il corso delle azioni sociali. ESEMPIO : la famiglia è un’istituzione sociale che vincola il comportamento  dei suoi membri. Sino al conseguimento della maggiore età, i figli sono  tenuti a ubbidire ai genitori, che a loro volta devono occuparsi dei loro figli  e sono responsabili nei confronti della legge del proprio comportamento.  misura in cui, se non si rispettano le sue regole, la comunicazione risulta  impossibile o fortemente limitata. Le istituzioni sociali possiedono un’ autorità morale ▶  . Ciò significa che il  potere coercitivo appena descritto è considerato legittimo: quando un’istituzione  impone il proprio potere, anche in forma punitiva, lo fa perché le  sue ragioni sono condivise e accettate da tutti i membri della società. È per  via di questa autorità morale che il violare le regole sociali può essere causa  di vergogna e sensi di colpa in chi devia o trasgredisce la norma. Per tale motivo, nel corso della storia le istituzioni si trasformano, così da  Le istituzioni sociali sono caratterizzate da una propria storicità , ovvero  sopravvivono e si riproducono nel tempo. Le istituzioni hanno una propria  storia, dunque esistono e perdurano nel tempo al di là dei singoli individui.  adattarsi alle mutate condizioni del contesto. ESEMPIO : la Chiesa, per quanto esista da secoli, appare oggi come un’istituzione  molto diversa da quella di un secolo fa e probabilmente imparagonabile  con la Chiesa del Medioevo. All’interno del vasto panorama delle istituzioni che costituiscono i pilastri della società contemporanea, ve ne sono alcune particolarmente importanti, che chiameremo . Si tratta in particolare della scuola,  istituzioni culturali della famiglia e della religione: tre istituzioni che vengono anche definite  , in quanto sono coinvolte nel corso dei principali  agenzie di socializzazione processi di socializzazione degli individui ai valori culturali fondamentali  di una società. Le istituzioni culturali sono dunque anche , in  spazi di socializzazione quanto costituiscono luoghi di incontro, di aggregazione, di trasmissione e  interiorizzazione di sapere e conoscenza: veri e propri spazi di costruzione  dell’ di ognuno, in cui vengono fatti propri i valori e le  identità sociale credenze presenti nella società che vanno a definire i confini dell’identità  personale. : potere coercitivo potere esercitato con l’uso della forza o della minaccia. : è quella posizione di potere riconosciuta come legittima perché fondata su valori condivisi all’interno di una società o di un gruppo sociale. autorità morale  >> pagina 213  4.2 LA SCUOLA E L’ISTRUZIONE Tutti ricordiamo il primo giorno di  scuola. Nonostante siano passati diversi anni e i ricordi sbiadiscano con il  passare del tempo, quel giorno rimane indelebile nelle nostre menti. Come  mai? La scuola è il con cui un bambino entra in  primo ambito extrafamiliare relazione. Essa è il ,  principale spazio preposto alla socializzazione secondaria ovvero all’acquisizione di competenze, norme e valori che contribuiscono  a costruire l’identità adulta dell’individuo. Tra i sociologi classici, Émile Durkheim dedicò una parte considerevole del  proprio lavoro al fenomeno dell’educazione e dell’istruzione. Per Durkheim,  la funzione fondamentale dell’istruzione consiste nella , ovvero l’ trasmissione di una componente morale insieme di valori e regole di comportamento che costituiscono la . Quando andiamo a scuola,  coscienza dell’individuo non impariamo solo a leggere, scrivere e fare le operazioni, apprendiamo anche una serie di norme e regole di comportamento – quali rispettare gli orari, essere responsabili delle proprie azioni, riconoscere ruoli diversi – basilari per il nostro saper stare in società. Nelle società contemporanee, dunque, l’istruzione rappresenta un’istituzione che da un lato trasmette nozioni,  competenze e conoscenze necessarie all’individuo nel corso della vita adulta  e, dall’altro, forma il . carattere sociale dell’individuo Possiamo individuare tre obiettivi fondamentali che l’istruzione scolastica  dovrebbe realizzare all’interno di ogni società: l’ uguaglianza democratica , nel senso che la scuola dovrebbe formare cittadini  con uguali possibilità e diritti; l’ efficienza sociale , nella misura in cui la scuola dovrebbe formare i futuri  lavoratori di una nazione; la mobilità sociale , in quanto l’istruzione dovrebbe aiutare ogni individuo  a poter raggiungere qualunque posizione sociale al di là della propria condizione  di partenza. Queste dimensioni, a partire dal XVIII secolo, sono diventate il fine ultimo  delle istituzioni scolastiche. Prima di allora, infatti, buona parte delle attività  che oggi vediamo svolgersi all’interno delle scuole avveniva in maniera  informale dentro le mura domestiche. Era la famiglia, spesso insieme alla comunità di riferimento, che fungeva da principale organo di trasmissione  di valori e conoscenze attraverso l’oralità, il gesto e la parola. Tale passaggio di conoscenze tra generazioni in parte si interrompe nel  momento in cui alle istituzioni scolastiche è demandato il compito di formare  l’individuo. Con l’affermazione della scuola come agenzia di socializzazione  secondaria, il bambino  inizia fin dai primi anni di vita a  relazionarsi con altri individui in  ambienti educativi differenti rispetto  alla famiglia e a entrare in  contatto con alcuni dei meccanismi  e delle regole della società. Inoltre, per la prima volta nella  vita, a scuola i bambini incontrano  un sistema di valutazione  del loro operato, della  formale loro personalità e della loro capacità  di seguire un insieme di  regole date da altri. Tale sistema  di valutazione rappresenta un  importante meccanismo di selezione  . Se, infatti, la scuola costituisce un sociale livellatore  nel momento in cui permette a tutti, ricchi  sociale o poveri che siano, di studiare e ottenere una formazione, distinguendo gli  studenti “bravi” da quelli “mediocri”, essa contribuisce a riprodurre in ogni  caso un . sistema di gerarchie e differenze Innumerevoli ricerche sociologiche hanno messo in luce la capacità della  scuola di riprodurre quelle stesse disuguaglianze sociali presenti all’interno  . Pierre Bourdieu, studiando gli usi e i costumi della società  della società francese, come abbiamo già visto a proposito di ruoli e status sociali, svolse  una ricerca sull’istituzione scolastica in cui dimostrò come l’habitus funzionasse  in modo selettivo anche in questo ambito della vita. Secondo i risultati  di questa indagine condotta negli anni Settanta del secolo scorso, gli alunni  dei ceti popolari sarebbero più propensi a rinunciare a percorsi di studio di  prestigio, nei licei per esempio, a causa dell’interiorizzazione e dell’incorporamento  di una condizione di inferiorità e di inadeguatezza. ⇒ |  T4 La mentalità “scolarizzata” p. 226 La scuola crea comunque una distinzione fra studenti bravi e studenti mediocri, riproducendo le stesse disuguaglianze sociali presenti nella società.  >> pagina 215  La scuola di massa Le caratteristiche appena descritte diventano sempre  più importanti con la nascita della cosiddetta scuola di massa, che si afferma  a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale. Prima di allora, infatti,  l’accesso allo studio era spesso limitato a una piccola parte della popolazione,  collocata in particolare nelle grandi città. La scuola di massa, ovvero  e non  l’istruzione come risorsa sociale a disposizione di tutta la società più soltanto delle élite, si affermò nel nostro paese con gli anni Sessanta.  In quegli anni avvennero due episodi fondamentali per il sistema scolastico  italiano: la , nel 1962, e l’ creazione della scuola media unificata accesso  , nel 1969; fino ad allora solo chi si diplomava nei licei  libero all’università classici e scientifici poteva accedere all’università. Si aprì così un dibattito sul  , che venne  valore democratico della scuola riconosciuta esplicitamente come uno dei  principali strumenti per mettere in pratica  il . principio di uguaglianza tra i cittadini Tale dibattito trovò in Italia un riferimento  importante nella figura di , p. 216 e nella sua  Don Lorenzo Milani | ▶  IL PERSONAGGIO | innovativa esperienza didattica e pedagogica  messa in pratica a partire dal 1954 nella  scuola di Barbiana. Risale agli anni Cinquanta, infatti, l’   avvio del processo di alfabetizzazione di massa del nostro paese e il graduale aumento dei  . tassi di scolarizzazione primaria e secondaria A livello mondiale, negli ultimi trent’anni  la quota della popolazione in possesso di un titolo di studio  è cresciuta del 25%. Particolarmente forte è stata la  crescita nei paesi dell’Europa mediterranea come Italia, Spagna, Portogallo e  Grecia. Tuttavia, è ancora notevole la disparità tra i paesi dell’area mediterranea  e quelli del Nord Europa dove, per esempio, circa il 90% della popolazione  è in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore contro  una media europea del 77% e una media italiana che supera di poco il 60%. Secondo i dati Istat, nel 2018 è stato registrato un miglioramento del livello  di istruzione degli adulti (tra i 25 e i 64 anni di età), con un aumento di  coloro che hanno una laurea universitaria (circa il 30% della popolazione tra  i 30 e i 34 anni) e una diminuzione di adulti in possesso solamente del titolo  di scuola media inferiore. Tuttavia, l’Italia registra ancora dei dati di scolarizzazione  e istruzione tra i più bassi a livello europeo, soprattutto per quanto  riguarda i titoli terziari, ovvero diplomi di laurea e post-laurea. In Italia solo  il 18% circa della popolazione diplomata ha poi proseguito gli studi con un  corso di laurea o con il dottorato, contro una media europea del 31% circa. La scuola di massa ebbe un’importanza fondamentale per l’alfabetizzazione della popolazione italiana.  >> pagina 216    Don Lorenzo Milani IL PERSONAGGIO Don Lorenzo Milani (1923-1967) è stato un  sacerdote di Firenze, famoso per avere dedicato  tutta la sua vita ad approfondire questioni  legate all’istruzione e alla pedagogia. Parte della sua proposta di rinnovamento  culturale si basa sull’idea che l’istruzione  debba essere un mezzo di riscatto per le classi  più povere, per i contadini e per gli “ultimi”.  Secondo Don Milani la scuola non solo  andava rivista a favore di orari più flessibili  e di spazi più accoglienti, ma doveva divenire  anche un luogo di confronto, di solidarietà,  in cui nessuno poteva essere lasciato  indietro e in cui le gerarchie tra insegnanti  e alunni andavano messe in discussione. Le  proposte di Don Milani raccolsero critiche e  opposizioni da parte del mondo ecclesiastico  e della pedagogia più tradizionale, ma vennero  fatte proprie dal movimento di protesta  studentesco che si sviluppò, non solo in  Italia, nel 1968. Le principali idee di Don  Milani sono raccolte nel libro Lettera a una  pubblicato nel 1967, un testo  professoressa che raccoglie l’esperienza maturata durante  gli anni in cui egli animò la scuola di Barbiana,  un paesino degli Appennini toscani, e  tutt’oggi uno dei riferimenti più importanti  nell’evoluzione della pedagogia e della scuola  italiana in una direzione più democratica  ed egalitaria. 4.3 LA RELIGIONE E LA SECOLARIZZAZIONE Le istituzioni religiose  sono probabilmente le istituzioni culturali più antiche della storia dell’uomo. Da sempre, infatti, fin dai tempi delle società premoderne, all’interno delle  comunità e dei gruppi sociali esistono credenze e pratiche di culto aventi  valore religioso per la maggioranza dei propri membri. Ma che cos’è la religione? Possiamo definire la religione come un insieme di credenze e di pratiche rivolte alla rappresentazione di ciò che è considerato sacro, divino, o soprannaturale , p. 218 . Dal punto di vista della sua | ▶  APPROFONDIAMO | funzione  , la religione risponde a domande importanti – per esempio, a proposito  sociale del senso dell’esistenza e della realtà – e, allo stesso tempo, mantiene  coesi e uniti gli individui, i gruppi e le comunità attorno al culto del sacro. Tra i sociologi classici, furono in particolare Karl Marx, Max Weber e  Émile Durkheim a dedicare una riflessione sul rapporto tra religione e  e sul ruolo di che la religione svolge in diversi  modernità collante sociale contesti. Secondo Marx, come abbiamo già detto a proposito dei rapporti tra cultura  e società, le religioni sono un “ ”, ovvero una “falsa coscienza”  oppio dei popoli in grado di confortare e consolare gli individui, ma allo stesso tempo  colpevole di distrarli dai reali problemi e dalle disuguaglianze generate dal  sistema capitalistico. Anche per Weber, come più volte ricordato, la religione è strettamente connessa  alla struttura economica e politica dell’Europa moderna. L’etica protestante,  infatti, enfatizzando le dimensioni dell’impegno individuale, del sacrificio  e del risparmio, avrebbe creato le condizioni perfette per il capitalismo. Weber, descrivendo la società moderna come caratterizzata da un processo  di progressiva razionalizzazione della vita sociale, intravide il declino del  ruolo delle religioni nelle società moderne, un fenomeno a cui è stato dato  successivamente il nome di “ ”. Con questo termine si intende  secolarizzazione la graduale perdita di rilievo delle forme di credenza e culto religioso  . Nel tempo, il progresso scientifico e tecnologico ha  nelle società moderne diminuito l’autorità che i dogmi religiosi esercitano sugli individui e alcune  delle principali funzioni sociali svolte dalle religioni sono state assunte da  altre istituzioni come la scuola o lo Stato. Tuttavia, più recentemente, nei principali paesi occidentali la teoria della  secolarizzazione e il ruolo delle credenze religiose sono state ridiscussi. Per  esempio, numerosi resoconti giornalistici e inchieste dimostrano come in un  paese particolarmente avanzato e sviluppato dal punto di vista scientifico e  tecnologico come gli Stati Uniti la religione non sia affatto in declino. Secondo  un sondaggio condotto nel 2014, ad esempio, il 42% degli americani  crede nel – ovvero nel fatto che il pianeta Terra e l’umanità  creazionismo siano stati creati da Dio e che quindi le teorie scientifiche circa le origini  dell’universo siano false – e la legge di alcuni Stati consente di insegnare la  teoria creazionista nelle scuole pubbliche. In Europa la situazione appare abbastanza distante da quella americana,  poiché si registrano tassi relativamente bassi di adesione alle principali religioni.  Solo i paesi cattolici del bacino mediterraneo, con l’Italia in testa alla  classifica, sembrano mantenere radici religiose ancora ben radicate. I dati  dell’Istat ci dicono che in Italia nel 2017 erano circa un quarto le persone che  frequentavano almeno una volta alla settimana un luogo di culto, una quota  molto superiore alla maggior parte degli altri paesi europei. Se da un punto di vista percentuale il dato riguardante la popolazione praticante  può apparire non così alto, numerose ricerche testimoniano come il  tipo di religiosità dei cittadini europei e americani stia virando verso un tipo  di , in cui permane comunque un  pratica più frammentata e individuale . forte attaccamento al valore morale e simbolico della religione   Approfondimento – Karl Marx, L’oppio del popolo cittadini responsabili Per la Costituzione italiana la scuola è per tutti Nella Costituzione della Repubblica italiana vi sono due articoli, il 33 e il 34, dedicati al ruolo della scuola. In particolare, l'articolo 34 riceta: La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Con questo articolo i fondatori della Repubblica  hanno voluto rendere esplicito che tutti i cittadini  hanno il diritto di accedere al sistema scolastico  e che il modo migliore per mettere in pratica questo obiettivo è il fatto che la scuola di base  deve essere gratuita, mentre i livelli superiori  di istruzione, seppure non gratuiti, devono prevedere  facilitazioni economiche per gli studenti  che hanno il talento e la voglia di sviluppare la  propria formazione. Nel 2006 il periodo obbligatorio per studiare è stato portato a dieci anni, con l'idea di permettere  a tutti gli studenti di ottenere un titolo  di scuola secondaria superiore o una qualifica  professionale di durata almeno triennale entro i 18 anni di età. L'istruzione è obbligatoria e la mancata frequentazione da parte di un minore è  sanzionata dalla legge. Purtroppo ancora oggi in Italia è diffusa la "dispersione scolastica", ovvero il fenomeno per cui una quota di giovani abbandona la frequentazione  della scuola prima di completare i dieci  anni obbligatori di studio. Nel 2017 il tasso di dispersione  era di circa il 14%, con picchi superiori al 20% nelle regioni economicamente più svantaggiate dove, in altre parole, ben un giovane su cinque non completava il proprio corso scolastico obbligatorio. Lavoriamo INSIEME   Secondo te lo Stato potrebbe fare di più per rendere la scuola più accessibile? Discutine con l'insegnante e i tuoi compagni, considerando in particolare il problema della dispersione scolastica.   TIPI DIVERSI DI RELIGIONE approfondiamo Da un punto di vista sociologico è possibile distinguere  vari tipi di religione a seconda del tipo di  credenza sulla quale essi sono costruiti. Esistono  religioni che postulano semplicemente l’esistenza  di forze sovrannaturali che influenzano positivamente  o negativamente la vita delle persone. È  il caso, per esempio, di quelle religioni studiate  nelle isole della Malesia dal grande antropologo  inglese Bronislaw Malinowski nella prima metà  del Novecento, oppure del totemismo, oggetto di  studio di Durkheim, in cui al centro del credo vi  era l’idea condivisa secondo cui alcuni oggetti,  spesso piante o animali, diventavano oggetto di  culto in quanto considerati antenati della comunità.  Queste tipologie di religioni si basano spesso  su pratiche simili alla magia e sono tipiche di  società molto piccole e geograficamente isolate,  in cui credenze di questo tipo diventano forme di  culti locali in grado di mantenere coesa la comunità  e di fornire un’identificazione ai suoi membri.  Esistono poi quelle che vengono definite come le  “grandi religioni universali”, quelle forme di culto,  cioè, praticate da masse di persone in tutto il  mondo. Tra queste possiamo distinguere le religioni  monoteiste, in cui la divinità principale oggetto  di culto è una sola, e quelle politeiste, in cui si crede  nell’esistenza di più divinità. La caratteristica  principale di tutte le religioni universali è che la  divinità oggetto di culto si colloca in una posizione  di superiorità rispetto all’uomo e alla natura. Le principali religioni universali monoteiste diffuse  nel mondo sono l’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo.  Per queste tre religioni la distanza che  intercorre tra l’esperienza umana e l’entità divina  è cosi grande da rendere il Dio oggetto di culto onnipotente,  generatore dell’umanità e creatore del  mondo. Tuttavia, la credenza in una divinità non  è un elemento comune a tutte le religioni. Per le  religioni cosmocentriche, come il buddismo, non  vi è l’idea di un aldilà da raggiungere mediante la  preghiera e l’impegno nei vari aspetti sociali della  vita (com’è il caso del cristianesimo protestante  studiato da Max Weber) ma, attraverso pratiche  di contemplazione e di meditazione, si postula la  possibilità di raggiungere uno stato di quiete interiore  in grado di influenzare positivamente il  corso delle azioni, i modelli di comportamento e  gli stili di vita. Pellegrini da tutto il mondo nel quartiere ebraico di Gerusalemme.  >> pagina 219  4.4 LA FAMIGLIA E LA SUA EVOLUZIONE La famiglia è la   prima istituzione che un individuo incontra nel momento della sua nascita. Essa non è  solo l’istituzione culturale che accompagna un soggetto nei primi passi della  vita sociale e di relazione, ma è anche quella che fornisce alcuni degli strumenti  , in primo luogo il . indispensabili per il vivere in società linguaggio Nonostante sia formalmente l’istituzione scolastica a occuparsi dello sviluppo  delle dei ragazzi, è comunque la famiglia a predisporre  ▶  capacità cognitive le fondamenta per la costruzione di un essere sociale in grado di comunicare  con gli altri, capace di esprimere verbalmente i propri bisogni e desideri. Fino  agli anni Cinquanta del Novecento, prima della scuola di massa, la famiglia  era considerata l’unica agenzia di socializzazione nel periodo infantile e spesso,  soprattutto nei contesti rurali, era proprio all’interno della famiglia che l’individuo  apprendeva le competenze utili per lavorare e costruirsi una vita adulta. Oggi, specie nelle società occidentali, la famiglia non è più l’unica istituzione  a occuparsi della socializzazione degli individui: soprattutto per quanto  riguarda la socializzazione secondaria, la famiglia ha delegato ad altre  istituzioni e organizzazioni il ruolo di trasmissione delle competenze necessarie  a diventare adulti. Sempre più spesso, inoltre, già dai primi mesi di  vita, i bambini vengono affidati dalle famiglie alle cure degli asili nido o delle  babysitter. Infine, la realtà concreta delle famiglie si è molto trasformata, al  punto da rendere necessario, anche da un punto di vista scientifico, l’ abbandono  , a favore di  di una definizione monolitica e unitaria di “famiglia” una nuova, più includente e plurale idea di famiglia, in grado di esprimere la  varietà di situazioni vissute dai nuclei familiari contemporanei. In termini sociologici, la famiglia è l’istituzione cardine attraverso cui la  , sia da un , in quanto  società riproduce se stessa punto di vista biologico assicura la riproduzione della specie umana, sia da un ,  punto di vista sociale tramandando determinati valori culturali e norme sociali di generazione in  generazione. Inoltre, la famiglia è uno dei gruppi sociali maggiormente  , poiché basa la sua stessa organizzazione interna su :  coesi vincoli di sangue sebbene le adozioni siano sempre più diffuse, ancora oggi una famiglia si  caratterizza soprattutto per la dei propri membri. ▶  consanguineità Un altro elemento che soprattutto in Italia rimane caratteristico di molte  famiglie è il , ovvero un legame ufficiale tra due persone, di tipo  matrimonio civile o religioso, che ne sancisce l’unione in qualità di “famiglia”. La famiglia si caratterizza spesso anche per la convivenza dei sui membri  , sebbene siano crescenti le famiglie in cui, a causa di  sotto uno stesso tetto separazioni o divorzi, non tutti i membri condividono lo stesso spazio domestico. Dal punto di vista della struttura interna, possiamo distinguere diverse  tipologie di famiglia: la famiglia nucleare , ossia quella tradizionalmente intesa, composta da due  coniugi ed eventualmente figli; la famiglia monoparentale , composta da un coniuge solo (e figli); la famiglia omogenitoriale , quando i due coniugi appartengono allo stesso  sesso biologico; la famiglia estesa o allargata , quando la convivenza sotto lo stesso tetto  include altri parenti, come nonni, zii ecc.; la famiglia ricomposta o ricostituita , quando si tratta dell’unione di due  persone che hanno alle spalle altre esperienze familiari (con o senza figli). Se ci soffermiamo sulla situazione che caratterizza la condizione attuale  delle famiglie nel mondo occidentale, assistiamo a un declino sempre più  marcato della famiglia tradizionale nucleare, basata sul vincolo del matrimonio,  soprattutto di tipo religioso , p. 222 . Oggigiorno le  | ▶  APPROFONDIAMO | giovani coppie tendono a sposarsi sempre meno, preferendo forme di convivenza  e la costituzione di “ ”. Se nel 1992 in Italia venivano celebrati  ▶  unioni di fatto circa 310.000 matrimoni l’anno, nel 2017 ne sono stati celebrati circa  190.000, ovvero quasi il 40% in meno nell’arco di 25 anni. Accanto alla diminuzione  dei matrimoni aumenta il numero dei divorzi e delle formazioni  familiari monoparentali che nel nostro paese rappresentano oggi una famiglia  su tre (nel 1996 solo una famiglia su cinque era di tipo mononucleare).   Approfondimento –  Paul A. Cantor , I Simpson, famiglia nucleare : capacità individuali relative al conoscere e alla conoscenza. capacità cognitive : legame esistente tra persone unite da vincolo di sangue, cioè da quel rapporto di parentela che si istituisce per opera della generazione, sia in linea retta, ascendente o discendente (tra genitori e figli, o tra nonni e nipoti), sia in linea collaterale o obliqua (tra fratelli, cugini, zii e nipoti ecc.). consanguineità : coppie di soggetti legati da vincoli affettivi e sentimentali che sceglie di non formalizzare il proprio rapporto all’interno del matrimonio. unioni di fatto (o coppie di fatto) Al modello tradizionale di famiglia nucleare (composta da padre, madre e figli) si stanno affiancando altre tipologie di unioni, che portano alla necessità di una ridefinizione del concetto stesso di “famiglia”.   Pink Floyd, THE WALL INVITO ALL’ASCOLTO     (1979) è uno dei dischi più famosi del gruppo musicale britannico  The Wall dei Pink Floyd, nonché dell’intera storia del rock. Filo conduttore di tutto il  disco è la vita di un personaggio fittizio, una rockstar di nome Pink, che, a  causa di una serie di traumi subiti nel corso del suo processo di socializzazione,  in famiglia, come a scuola, arriva a isolarsi dalla società e a costruirsi  un suo micro-mondo. , il singolo più famoso estratto dall’album, divenne un successo planetario, nonché una delle canzoni  Another brick in the wall simbolo per eccellenza dei movimenti di contestazione studenteschi. Nel 1982, fu trasposto in lungometraggio per la regia di Alan  The Wall Parker, che ne fece una sorta di “colonna visiva” del disco. Il film, dalle  arie spesso inquietanti e dalle immagini crude e dirette, è in parte d’animazione.  >> pagina 222    L’EQUIVOCO DELLA FAMIGLIA approfondiamo Chiara Saraceno è una delle più  note sociologhe italiane specializzata  in studi sulla famiglia,  sulle questioni di genere e sui  rapporto tra generazioni. , pubblicato nel 2017, è l'ultimo dei suoi libri di analisi e ricognizione delle  L’equivoco della famiglia trasformazioni che, in materia  di famiglia, stanno avvenendo in questo paese. La tesi di fondo di questo volume ruota attorno al concetto di "equivoco", ovvero al fat to  che in Italia tutti si sentono legittimati a parlare,  a dire la loro, sul tema della famiglia, di cui tutti  hanno esperienza e per cui si sentono in diritto di portare avanti battaglie politiche. Da un lato infatti c'è chi difende la cosiddetta famiglia "naturale" formata da marito e moglie, dall'altro chi invoca il riconoscimento  e il rispetto per famiglie atipiche,  ovvero famiglie omogenitoriali, unioni di fatto e  così via. In verità manca una reale consapevolezza delle trasformazioni che stanno attraversando l'istituzione familiare e delle misure di welfare adatte a supportare tali cambiamenti. L'analisi di Saraceno parte da una fotografia  della situazione italiana in cui aumentano nuove  forme di famiglia e diminuiscono sempre di più le  unioni tradizionali, le uniche peraltro che godono  di un totale riconoscimento giuridico e istituzionale.  Accanto a ciò, si aggiungono cambiamenti e novità che riguardano l'autonomia sempre  maggiore che le donne italiane reclamano e mettono in pratica,  spesso rifiutando la maternità come destino obbligatorio, nuovi tipi di genitorialità (ritrovata im portanza  del ruolo paterno, genitori  che si affidano a tecnologie di fecondazione artificiale), i flussi migratori, che rendono di fatto questo paese sempre più multiculturale, la precarietà del lavoro e i cambiamenti  generazionali. Di fronte a questo scenario, sostiene l'autrice, è importante evitare l'equivoco di parlare per sensi  comuni e per ideologie che non permettono di  comprendere fino in fondo la complessità della realtà delle famiglie che abitano questo paese. La  accurata del contesto per poter immaginare soluzioni giuridiche, forme di welfare e di tutela che sappiano essere all'altezza delle trasformazioni  in atto e soprattutto che non escludano nessuno. Se il futuro e il benessere dei bambini è quello di cui l'agenda politica di questo paese vuole occuparsi,  ciò si può tradurre solamente in una riforma  dello stato sociale in grado di riconoscere a  tutte le famiglie uguale dignità e diritto a esistere. per lo studio Come funzionano le istituzioni culturali di una società? 1.  Perché la scuola è una delle istituzioni culturali più importanti per la crescita dell'individuo? 2.  Perché i modelli di famiglia sono cambiati nel tempo? 3.     Per discutere INSIEME Negli ultimi decenni la famiglia tradizionale, composta da madre,  padre e figli, è stata sostituita da diversi tipi di famiglie, alcune con un solo genitore, altre con genitori risposati che convivono con i figli dei nuovi partner, altre ancora composte da genitori dello stesso sesso. Discutete insieme in classe su quali sono le ragioni che hanno portato nel corso degli ultimi anni  a una trasformazione del modello di famiglia nella società italiana.