5. La nel mondo ellenistico-romano paidéia 5.1 LA CULTURA GRECA NELL'ETÀ IMPERIALE: UNO SGUARDO D’INSIEME L’Impero romano era una realtà geograficamente molto vasta, culturalmente multietnica, variegata e dinamica. Nella stessa capitale «venne […] a costituirsi una nutrita popolazione di greci, siriaci, africani e ispanici, e non sorprende che in molti quartieri della città si parlasse correntemente in greco, la lingua franca del Mediterraneo orientale» (D. Abulafia, storico, n. 1949). Come abbiamo già ricordato, negli ultimi secoli della storia repubblicana in seno all’aristocrazia romana era emersa un’ , che aveva adottato come modello la sapienza e la retorica greca. Il bilinguismo, come nota Dario Del Corno (grecista, 1933-2010), aveva originato «una condizione al tempo stesso di opposizione e di complementarità […] Durante l’impero la cultura greca si trova impegnata in un’ardua difesa dell’antica supremazia; ed essa svolge quest’azione ricorrendo a due fattori, nel cui ambito al mondo latino riusciva difficile competere con essa: la tradizione e la diffusione». Questa tendenza perdura anche in età imperiale. Non a caso , imperatore dal 120 a 180 d.C. nonché grande intellettuale, sceglie di comporre in greco la sua celebre raccolta di meditazioni filosofiche nota come . élite colta e bilingue Marco Aurelio Ricordi Nel prossimo paragrafo ci soffermeremo su : la sua pedagogia, Plutarco basata sulla formazione del carattere, trova riferimento nei racconti di vita di personaggi illustri che diventano esempi da imitare. Nel terzo paragrafo, prendendo in esame la visione del mondo, tratteremo , che concepisce l’apprendimento e la formazione come indissolubilmente ancorate all’esperienza vissuta, e , che sposa una visione laica e razionalistica della realtà, criticando il mito e la religione. ▶ antidogmatica Sesto Empirico Luciano di Samosata : antidogmatico che mette in discussione e rifiuta i dogmi, cioè le verità date per scontate e non sottoposte al vaglio della ragione. 5.2 PLUTARCO: L’INTENTO EDUCATIVO DELLE VITE Plutarco, scrittore e filosofo , è considerato per la sua personalità influente una delle figure di maggior spicco della grecità imperiale. Nelle racconta la vita di una serie di personaggi esemplari affinché il loro agire diventi un per i giovani. Individuando il tratto peculiare della civiltà greca nella , cioè nell’ , egli descrive con cura i comportamenti, le parole, le abitudini e il carattere dei suoi personaggi, perché è in essi che si manifesta la verità interiore dell’uomo. Le sono ritratti biografici di uomini ritenuti “grandi” per la loro virtù essenzialmente politica. Plutarco li descrive nelle loro complesse personalità per offrire un , degli exempla con cui ognuno possa confrontarsi. | ▶ L’AUTORE | Vite parallele modello da imitare filantropia amorevole attenzione per l’essere umano in quanto tale Vite modello etico Nel trattato (“L’educazione dei figli”) il fine dell’educazione De liberis educandis è posto nella . Per formare la personalità di formazione del carattere un giovane occorrono tre fattori: ; l’inclinazione naturale ; l’insegnamento dei precetti . l’esercizio «La natura senza l’istruzione è cieca, – recita il testo – l’istruzione senza la natura è insufficiente, e l’esercizio, se difettano le altre due, è inconcludente». Il da seguire è essenzialmente . Si inizia percorso educativo umanistico con un insegnamento elementare del sapere, per poi, verso i dodici anni, avviarsi allo studio della retorica, allo scopo di imparare a esprimersi con competenza. Anche il corpo deve ricevere un’adeguata preparazione. Secondo il principio della | , p. 148 |, il giovane deve studiare, enkýklios paidéia ▶ UNITÀ 4 oltre alla retorica, la dialettica e la grammatica. A queste discipline va affiancata la matematica, articolata in aritmetica, geometria e musica. Un posto speciale nel percorso educativo è riservato da Plutarco all’ insegnamento . della filosofia Posso esemplificare la mia idea con un’immagine: è bello, viaggiando per mare, scendere a visitare molte città, ma utile è andare a risiedere in quella migliore. […] Perciò la filosofia deve costituire il coronamento dell’intero processo educativo. Plutarco, , 10 c-d, in , a cura di E. Lelli e G. Pisani, Bompiani, Milano, 2017, p. 13 De liberis educandis Tutti i Moralia La filosofia è il fondamento di ogni altro sapere ed è anche un rimedio per , in quanto attraverso di essa «e con il suo aiuto conosciamo l’onesto e l’anima il non onesto, il giusto e l’ingiusto, insomma quant’è desiderabile e fuggibile». Il che l’autore propone parte dall’assunto che metodo di insegnamento , da riempire di nozioni, ma l’allievo non deve essere un soggetto passivo va stimolato in continuazione, in modo che sia poi lui stesso desideroso e motivato a mettersi sulla via della ricerca della verità. Plutarco raccomanda di a vantaggio del rinunciare ai castighi corporali premio e del costante appello al senso dell’agire secondo responsabilità e virtù. Video – Vite parallele ⇒ | T5 p. 213 Rispettare inclinazioni, desideri e tempi dei figli Plutarco L'AUTORE Plutarco nasce poco prima del 50 d.C. a Cheronea, nella Grecia centrale, da famiglia nobile e influente. Compie gli studi presso l’Accademia di Atene con il filosofo platonico Ammonio. Compie diversi viaggi, ma trascorre la maggior parte della sua vita nella città natale, ricoprendo varie cariche istituzionali. Nel 95 viene nominato sacerdote presso il tempio di Delfi. Dei suoi viaggi si ricordano soprattutto quelli a Roma, dove strinse rapporti con l’aristocrazia colta, a testimonianza dell’alleanza politica e culturale tra la classe dirigente greca e quella romana che si andava realizzando nell’impero. Di questa relazione e della conoscenza del mondo romano e latino sono testimonianza i suoi scritti. La sua opera più celebre, le , è costituita da coppie di biografie di personaggi celebri, ciascuna composta da un greco e da un romano. Plutarco scrisse moltissimo, fino alla morte, avvenuta dopo il 120 d.C. I circa ottanta scritti (non tutti autentici) riuniti sotto il nome di (“Opere morali”) spaziano in ogni ambito del sapere, riflettendo la vasta erudizione dell’autore e il suo interesse per diversi argomenti, trattati secondo lo schema del dialogo platonico. Vite parallele Moralia Quelli più importanti e significativi sotto il profilo pedagogico sono il (“L’educazione dei figli”), in realtà di dubbia paternità, e . De liberis educandis Come il fanciullo debba ascoltare i poeti L’arte di ascoltare >> pagina 198 per immagini La fortuna delle di Plutarco Vite parallele Secondo il filologo tedesco Ulrich von Wilamowitz- Moellendorff (1848-1931), «Plutarco è lo scrittore greco che dal XIV secolo al XVIII ha avuto la più vasta cerchia di lettori e che perciò, per lo meno in traduzione, ha esercitato la maggiore influenza al di fuori dell’ambito dei dotti». Il successo della sua opera si spiega con il fatto che fin dall’antichità è stata identificata come un valido modello per l’apprendimento dell’eloquenza e per l’istruzione. Gli eroi delle sono stati fonte di Vite parallele ispirazione per autori teatrali (tra cui William Shakespeare), scultori, pittori. Il dipinto del pittore francese Augustin-Louis Belle (1757- 1841) illustra un episodio dell’amicizia tra lo statista ateniese Pericle e il filosofo Anassagora narrato nella . Plutarco racconta Vita di Pericle che Anassagora, vedendosi abbandonato da Pericle, che era stato suo discepolo, decise di lasciarsi morire di fame. Pericle ne fu avvertito e si precipitò a casa del maestro, implorandolo di desistere da quel proposito perché con la sua morte avrebbe arrecato una grave sventura sia a lui che allo Stato. Allora il vecchio filosofo, scacciando Pericle con il gesto della mano e scoprendosi il volto moribondo disse: «Oh Pericle, chi ha bisogno di una lampada, ha cura di metterci l’olio». Augustin-Louis Belle, (1796), Musée du Louvre, Parigi. Anassagora e Pericle >> pagina 199 5.3 APPROCCIARSI AL MONDO CON SPIRITO CRITICO E ANTIDOGMATICO In una società caratterizzata da una significativa complessità sociale e culturale, anche la conoscenza diventa un campo di indagine aperta. In particolare, ciò che contraddistingue la riflessione è lo e l’ : spirito critico antidogmatismo una messa in discussione non solo del sapere, ma anche della condizione . C’è un’ che demolisce le verità date umana inquietudine culturale per certe e cerca una misura del pensare e dell’agire fondata sull’ . esperienza Questo modo di leggere la realtà e ciò che sta avvenendo e cambiando appartiene a due autori di questa epoca: Sesto Empirico e Luciano di Samosata. Lo scetticismo di Sesto Empirico Lo (dal greco , “indagine”, “ricerca”, “dubbio”) è una corrente di pensiero, sviluppatasi in Grecia a partire dal IV secolo a.C., per la quale la più alta forma di saggezza è il riconoscimento dell’ . L’atteggiamento che contraddistingue questa dottrina può essere riassunto nella parola (letteralmente “sospensione del giudizio”): l’ riguardo alle cose che non si conoscono. scetticismo sképsis | ▶ APPROFONDIAMO | impossibilità di accedere alla verità ultima delle cose epoché astenersi da giudizi La fonte più importante per la conoscenza dello scetticismo greco è , medico e filosofo (180-220 d.C.), probabilmente perché nella pratica medica seguiva la dottrina dell’ , secondo la quale non è possibile conoscere le cause delle malattie e le cure vanno somministrate sulla base dell’osservazione diretta e personale dei sintomi. Sesto detto “Empirico” empirismo L’empirismo ha molti tratti in comune con lo scetticismo, perché entrambe le correnti di pensiero si basano sull’assunto che dall’esperienza e quindi è sempre modificabile. ogni verità deve essere messa alla prova Alla filosofia scettica Sesto Empirico dedica l’opera dal titolo . Schizzi pirroniani Nell’opera Contro i matematici critica coloro che insegnano “discipline” (dal greco , “materia di studio”), ossia le arti liberali, sulle quali si máthema fondava l’insegnamento ellenistico, poiché le ritiene fonte di . false conoscenze Inoltre Sesto sostiene che né il (dal generale al particolare) metodo deduttivo né quello (dal particolare al generale) hanno validità: il primo induttivo perché pretende di giungere a conclusioni certe dando per già dimostrata la premessa iniziale; il secondo perché, prendendo in esame solo alcuni casi particolari, può sempre essere smentito dal presentarsi di un caso nuovo. Pertanto, l’unica forma valida di apprendimento è quella che deriva dall’ esperienza e dalla vita quotidiana. diretta Video – L'ideale stoico: vivere secondo il lògos Video – L' scettica epoché ⇒ | T6 p. 214 Non è possibile insegnare LO SCETTICISMO approfondiamo Lo scetticismo ha legami con la sofistica e con la sapienza orientale. Si racconta infatti che il suo fondatore, Pirrone di Elide (IV-III secolo a.C.), fosse venuto in contatto con i gimnosofisti, saggi indiani che insegnavano l’imperturbabilità davanti agli accadimenti del mondo. Prendendo atto, come già la sofistica, della molteplicità di visioni e opinioni sul mondo, lo scetticismo giunge ad affermare che la quiete dello spirito si può raggiungere solo attraverso una ricerca tesa a dimostrare che ogni dottrina è ingannevole perché non arriva mai alla verità. Gli scettici non mettono in discussione gli eventi, ma il modo in cui essi possono essere conosciuti. Rispetto alle affermazioni assolute dei dogmatici, quindi in opposizione al pensiero che vuole dare certezze e cerca di definire ogni cosa, lo scetticismo offre un’alternativa che valorizza la ricerca come indagine aperta, volta a dimostrare l’impossibilità di comunicare la verità o – nelle sue formulazioni più estreme, fatte proprie da Sesto Empirico – di conoscerla. Gli scettici identificano nell’ un epoché principio etico fondamentale, in quando essa consente di raggiungere l’imperturbabilità, che è il fine ultimo a cui tendere. Le decisioni pratiche, secondo gli scettici, vanno prese in base a una ragionevole osservazione di ciò che è più utile, più o meno credibile, oppure secondo criteri convenzionali. >> pagina 200 Critica, invenzioni e satira: Luciano di Samosata Luciano (120-dopo il 180 d.C.) è uno dei principali rappresentanti della corrente letteraria nota come . Originario della città di Samosata, Seconda sofistica | ▶ APPROFONDIAMO | in Siria, impara il greco e la retorica in Asia Minore frequentando i sofisti, per poi acquisire grande fama come retore e conferenziere da un capo all’altro dell’impero. I circa ottanta scritti della sua opera sono di generi differenti: declamazioni sofistiche, encomi (spesso paradossali, come L’elogio ), testi storico- , brevi dialoghi. Tra le sue opere maggiori della mosca ▶ didascalici figura la , racconto di un incredibile viaggio, a contatto con Storia vera creature fantastiche, compiuto al di là delle colonne d’Ercole, che nell’antichità segnavano i confini del mondo conosciuto. Di dubbia autenticità è invece , un breve romanzo che narra la trasformazione di un Lucio o l’asino uomo in asino e le peripezie che egli affronta per riprendere forma umana. Autore dall’indole , Luciano proietta il suo e la sua su ogni aspetto della realtà, polemizzando apertamente con il e la e finanche con la , che accusa di e di , e con il dell’epoca, che a tale disciplina attribuiva un’importanza dissacrante sguardo critico e razionalista satira tagliente mito religione retorica vuoto formalismo eccesso di spettacolarizzazione sistema educativo fondamentale. È però molto improbabile che tale critica sia da ascrivere a una sua presunta conversione alla filosofia. Pur mostrando un interesse di vedute simili a quelle del , soprattutto per il rifiuto di ogni forma di ▶ cinismo eccesso, e dell’epicureismo, in relazione alla critica della religione, egli non giunse mai a identificarsi con un preciso sistema filosofico. : didascalico che è finalizzato all’educazione morale o all’istruzione del lettore. : indirizzo filosofico che pone come obiettivo il raggiungimento della virtù attraverso la rinuncia a ogni tipo di agio e il rifiuto di ogni forma di convenienza sociale e di dipendenza dal mondo esterno. cinismo >> pagina 201 LA SECONDA SOFISTICA approfondiamo La Seconda sofistica è una corrente culturale greca che trova espressione tra il I e il IV secolo d.C. e piena fioritura nel II. Come testimonia l’aggettivo “seconda”, essa nasce in continuità con la prima sofistica, con la quale condivide la passione per la retorica e per l’arte della parola. Ma, a differenza della prima sofistica, non si presenta come un vero e proprio movimento di pensiero e questo, come nota Del Corno, «rivela una sostanziale assenza di problematiche filosofiche». I Secondi sofisti erano persone colte (generalmente avvocati, maestri di retorica) che si esibivano in tribunali, scuole, piazze, teatri. La loro fama era riconosciuta, tant’è che si spostavano spesso da una città all’altra dell’impero, riscuotendo grande successo e cospicui guadagni. Il pubblico che assisteva ai loro discorsi era solitamente abbastanza acculturato. Declamavano le loro orazioni pubbliche mescolando recitazione e improvvisazione, per la quale si affidavano a un repertorio precostituito di temi e motivi più o meno originali che facilitavano la composizione estemporanea. La caratteristica principale della Seconda sofistica è la spettacolarità dell’eloquenza, che finiva così per assumere una connotazione edonistica: suscitare piacere in chi assiste. L’altro aspetto importante in ambito culturale e sociale è la funzione mediatrice svolta dai Secondi sofisti. Spostandosi tra centro e periferia dell’impero, essi contribuirono infatti a diffondere la cultura greca nel mondo latino. per lo studio Quale opera di Plutarco si fonda sull’esempio come metodo pedagogico? 1. Che valore ha l’esperienza in relazione alla conoscenza e alla verità, secondo gli scettici? 2. Per discutere INSIEME Plutarco ci propone il racconto delle vite di grandi personalità. Che cosa significa ispirare la propria esistenza a un comportamento esemplare? Cosa significa imitare qualcuno? Individua una persona esemplare tra quelle che hai conosciuto o di cui hai sentito parlare e prova a raccontare per iscritto o oralmente la sua biografia. Condividi poi con i compagni la sua storia.