PAROLA D’ AUTORE ⇒ T1  Marie-Jean-Antoine-Nicolas Caritat de Condorcet | L’istruzione pubblica universale Il brano è tratto dall’  del  . In esso Condorcet postula i principi generali del suo progetto, sottolineando come solo in un regime di istruzione pubblica, in cui lo Stato si fa carico della formazione di tutti i cittadini, ogni soggetto ha la possibilità di esercitare realmente i propri diritti politici e di sviluppare le sue possibilità, stabilendo i presupposti per il proprio benessere, per quello dello Stato stesso e dell’umanità tutta. incipit Rapporto e progetto di decreto generale dell’istruzione pubblica , in  , vol. XVI, Marzorati, Milano 1968, pp. 313, 315 Rapporto e progetto di decreto generale dell’istruzione pubblica Grande antologia filosofica Signori, offrire a tutti gli individui della specie umana i mezzi per provvedere ai loro bisogni, per assicurarsi il benessere, per conoscere ed esercitar i loro diritti, per intendere e adempiere i loro doveri; assicurare a ciascuno la facilità di perfezionare le sue industrie, di rendersi capace delle funzioni sociali, alle quali ha diritto d’essere chiamato, di sviluppare tutta la portata dei talenti, che ha ricevuto dalla natura; e con ciò stabilire tra i cittadini una uguaglianza di fatto e di rendere effettiva l’uguaglianza politica riconosciuta dalla legge. Tale dev’essere il primo scopo di una istruzione nazionale; e sotto questo punto di vista, essa rappresenta per la pubblica autorità un dovere di giustizia . 1 Dirigere l’insegnamento in maniera che la perfezione delle arti aumenti il benessere di tutti i cittadini e l’agiatezza di coloro che le coltivano; fare in modo che un più grande numero di cittadini divenga capace di svolgere bene le funzioni necessarie alla società e che i progressi sempre crescenti dei lumi aprano una fonte inestinguibile di soccorsi nei nostri bisogni, di rimedi ai nostri mali, di mezzi per la felicità individuale e per la comune prosperità; coltivare, infine, in ogni generazione, le facoltà fisiche, intellettuali e morali, e con ciò contribuire a questo perfezionamento generale e graduale del genere umano, ultimo scopo verso il quale ogni istituzione sociale dev’essere diretta. Tale dev’essere ancora l’oggetto dell’istruzione; e ciò rappresenta per il pubblico potere un dovere imposto dal comune interesse della società e da quello dell’intera umanità . […] 2 Così l’istruzione deve essere universale, deve estendersi cioè a tutti i cittadini. Essa deve essere distribuita con tutta l’uguaglianza che permettono i limiti necessari del bilancio, la distribuzione degli uomini sul territorio e il tempo più o meno lungo che i fanciulli vi possono dedicare. Essa deve, nei suoi diversi gradi, abbracciare l’intero sistema delle umane conoscenze, e assicurare agli uomini, in tutte le età della vita, la facilità di conservare le loro conoscenze o di acquistarne di nuove. Infine nessun potere pubblico deve avere l’autorità e la facoltà di impedire lo sviluppo di nuove verità, l’insegnamento delle teorie contrarie alla sua politica particolare o ai suoi interessi momentanei . 3 Tali sono stati i principi che ci hanno guidato nel nostro lavoro.  Condorcet individua come primo dovere di un piano d’istruzione nazionale quello di consentire a tutti gli individui, indipendentemente dalle condizioni sociali di provenienza, di sviluppare i propri talenti. Solo in questo modo, per l’intellettuale francese, si può rendere effettiva l’uguaglianza politica di tutti i cittadini stabilita dalla legge. 1.  L’istruzione pubblica, per Condorcet, deve favorire lo sviluppo delle facoltà fisiche, intellettuali e morali di ogni individuo, non solo per consentire il progresso del singolo e della società in cui vive, ma anche per sostenere in tal modo il perfezionamento del genere umano. 2.  Condorcet non solo afferma che l’istruzione pubblica deve raggiungere tutti i cittadini e seguirli in tutte le fasi della loro vita, ma sostiene anche che il tipo di insegnamento impartito nelle scuole deve incoraggiare lo sviluppo del libero pensiero, senza alcuna ingerenza o imposizione ideologica dall’alto. 3. Rispondi  Perché per Condorcet l’istruzione pubblica è un «dovere di giustizia»? 1.  In che senso secondo Condorcet l’istruzione pubblica riguarda l’interesse della società e dell’intera umanità? 2.  Qual è la posizione che si deve tenere secondo Condorcet rispetto alla libera circolazione delle idee? 3.  >> pagina 283 ⇒ T2  Johann Bernhard Basedow | Le grandi scuole e le piccole scuole Nella  Basedow, dopo aver illustrato i vantaggi dell’istruzione pubblica, si sofferma su due tipologie di scuola che pone alla base del sistema scolastico da egli concepito: le grandi scuole, per i figli del popolo, e le piccole scuole per i ceti più elevati. Il pedagogista tedesco illustra le peculiarità di ciascuna istituzione, argomentando contestualmente le ragioni per le quali ritiene indispensabile l’istituzione di due canali formativi distinti in base al ceto sociale. Relazione ai filantropi e ai potenti  , in  , vol. XVI, cit., pp. 330-31 Relazione ai filantropi e ai potenti Grande antologia filosofica Occorrono due tipi di scuole: il primo per coloro che certamente non continueranno gli studi o non hanno ancora stabilito di continuarli, l’altro per coloro che dedicheranno alla scienza tutta la loro vita o la loro giovinezza fino all’età matura. Il primo di questi tipi si può distinguere, secondo il mio giudizio, in due sezioni: la prima destinata ai fanciulli del ceto sociale più considerevole e più abbisognevole di cure, alla quale darei il nome di grandi scuole, onde evitare il significato spregiativo di scuole comuni; la seconda destinata ai figli dei cittadini più illustri, fra i quali comprendo, con una certa libertà degna di scusa, anche i figli dei nobili, che chiamo cittadini nel senso generale di componenti dello Stato 1 . […] Ai fini di un organico ordinamento degli studi è necessario che fra le grandi e le piccole scuole ci siano le seguenti differenze: 1) nelle grandi scuole si deve cominciare dagli elementi più semplici della conoscenza umana e procedere con ordine naturale in modo che alla fine del corso siano state insegnate tutte le cognizioni di cui non può fare a meno la numerosissima classe sociale dei contadini e degli operai di una nazione civile e prosperosa; 2) le grandi e le piccole scuole possono essere distinte, senza gravi difficoltà per lo Sato, poiché c’è grande differenza di costumi e di condizioni tra le classi sociali alle quali le une e le altre sono destinate. I fanciulli delle classi più elevate debbono e possono cominciare più presto l’istruzione e debbono imparare in pochi anni più degli altri, dovendo raggiungere una condizione più alta. Le piccole scuole, senza far torto ai genitori, devono esser a pagamento, mentre le grandi scuole saranno a totale carico dello Stato. Inoltre gli alunni delle grandi scuole, tenendo conto del fine della loro istruzione, durante il periodo scolastico debbono impiegare per lo meno la metà del loro tempo al lavoro manuale, affinché non diventino incapaci di quell’attività che non è tanto necessaria a coloro che adopereranno più il cervello che le mani, a prescindere dalle considerazioni igieniche. Per tutti questi motivi le piccole scuole saranno distinte dalle grandi ancorché le basi del sapere debbono essere poste in maniera identica . 2  Basedow afferma chiaramente che alla base della distinzione tra grandi scuole e piccole scuole ci sono ragioni di ordine sociale. Le grandi scuole sono pensate per la massa, per il popolo, mentre le piccole scuole per i figli delle classi abbienti. 1.  Da questo passo si evince che secondo Basedow il curriculum formativo delle grandi scuole e delle piccole scuole deve essere caratterizzato dalle stesse materie, solo che per le seconde immagina un livello di approfondimento superiore, proprio perché destinato a persone che saranno chiamate a ricoprire ruoli importanti nella società. 2. Rispondi  A chi sono indirizzate, rispettivamente, le grandi scuole e le piccole scuole all’interno del sistema educativo elaborato da Basedow? 1.  Che posto assegna il pedagogista tedesco al lavoro manuale nel programma delle grandi scuole? 2.  Cosa stabilisce rispetto alla gratuità o meno delle due tipologie di scuola descritte? 3.  >> pagina 284 ⇒ T3  Gaetano Filangieri | Il rapporto tra l’istruzione pubblica e la felicità e la virtù dei popoli Filangieri nel passo che segue illustra il nesso tra la felicità e la virtù di un popolo e l’istruzione pubblica. In una condizione di ignoranza, secondo l’intellettuale napoletano, un popolo è schiavo degli appetiti più biechi e si trova in uno stato di minorità, che conduce inevitabilmente verso il male e l’infelicità. Diventa fondamentale, allora, garantire un’istruzione pubblica che sia in grado di accompagnare il progresso di un popolo, mantenendolo entro i binari della verità e della prosperità. , in  , vol. XVI, cit., pp. 372-73 La scienza della legislazione Grande antologia filosofica L’ignoranza produce l’imperfezione delle leggi e la loro imperfezione cagiona i vizi de’ popoli. Gli errori corrompono l’opinione cioè corrompono ciò ch’è più forte del Sovrano e delle leggi. L’ignoranza nasconde il bene ed il male; l’errore confonde l’uno coll’altro; la prima rende il popolo insensibile al bene, che gli si vuol fare, il secondo glielo fa abborrire; l’uno scoraggisce [ sic ] la mano benefattrice, l’altro la combatte e la perseguita, e l’una e l’altro impediscono il bene e perpetuano il male 1 . In una società nascente il popolo può essere virtuoso ed ignorante. Ci vuol poco a far le sue leggi, ci vuol poco a renderle accette. L’evidenza le suggerisce, la superstizione le santifica. Ma giunto a quel periodo dello stato civile, nel quale i rapporti si moltiplicano quasi all’infinito; nel quale non più la superstizione, ma la cognizione di questi rapporti ben combinati può solo renderle accette; in questo stato, io dico, della società, la virtù ha bisogno dell’istruzione pubblica perché questa è necessaria per dettare le buone leggi ed è necessaria per farle apprezzare e valere . 2 In un popolo virtuoso la conservazione della sua virtù suppone dunque l’acquisto delle cognizioni e de’ lumi, che sono necessari per sostenerla. In un popolo corrotto il passaggio del vizio alla virtù suppone dunque il passaggio dall’ignoranza all’istruzione, dall’errore alla verità. […] In un popolo nascente la forza fisica della società è proporzionata alla sua forza morale. La debolezza della prima non richiede un gran vigore nella seconda per esser regolata e diretta. Ma se col crescere degli anni, le forze fisiche della virilità non sono accompagnate e dirette dalle forze morali di quest’età, il popolo diverrà come il malvagio di Hobbes, un fanciullo robusto, che privo di esperienza, di previdenza, di giudizio e di ragione, guidato dagli appetiti e da’ capricci dell’infanzia, convertirà in istrumenti di sciagure, d’infelicità e sovente di morte, quelle istesse forze, che dirette dalla ragione e dalla sapienza pubblica, avrebbero procurato e sostenuta la sua felicità. Un popolo può dunque godere di una certa prosperità in mezzo all’ignoranza, finché è fanciullo, ma egli non può né conservarla nella virilità, né riacquistarla, quando l’ha perduta, senza quelle cognizioni e que’ lumi, che l’istruzione pubblica somministra ed espande . 3  Gaetano Filangieri postula l’assunto secondo il quale l’ignoranza è fonte di ogni male. Egli individua, essenzialmente, due tipi di pericoli generati dall’ignoranza, l’uno concausa dell’altro: l’errore di tipo legislativo e i comportamenti viziosi. Il primo influisce sulla retta opinione del popolo, mentre l’altro produce un occultamento del bene. 1.  L’intellettuale napoletano fa notare come in una società evoluta l’ignoranza non sia accettabile, in quanto dall’istruzione pubblica dipendono le buone leggi che governano i popoli e ne garantiscono il benessere. 2.  Filangieri precisa il concetto esposto nel periodo precedente ricorrendo alla metafora del fanciullo malvagio di Hobbes, per spiegare la funzione essenziale dell’istruzione pubblica in una società evoluta che voglia perseguire la strada del bene comune e della felicità. 3. Il frontespizio del IV volume della prima edizione milanese (ad opera di Giuseppe Galeazzi nel 1786) della  di Gaetano Filangieri: è il volume dedicato dall’autore alla legislazione riguardante «l’educazione, i costumi e l’istruzione pubblica», in cui Filangieri propone il suo piano di educazione pubblica universale. Scienza della legislazione  Rispondi  Quali effetti produce secondo Gaetano Filangieri l’ignoranza? 1.  Perché in una società nascente, secondo l’autore, un popolo può essere virtuoso anche se ignorante? 2.  Che cosa intende Filangieri quanto paragona un popolo “evoluto” ma ignorante al fanciullo malvagio di Hobbes? 3.