PAROLA D AUTORE | T1 Paulo Freire La pedagogia degli oppressi, EGA, Torino 2002, pp. 59-69 Gli esseri umani si educano nella comunione Il superamento della contrapposizione tra l educatore e l educando è alla base della concezione problematizzante dell educazione. Come riflesso di una società oppressiva, come dimensione della cultura del silenzio , l educazione depositaria mantiene e stimola la contraddizione [tra educatori e educandi]. Infatti si basa su una serie di postulati che richiamano un tipo di rapporti verticali : a) l educatore educa, gli educandi sono educati; b) l educatore sa, gli educandi non sanno; c) l educatore pensa, gli educandi sono pensati; d) l educatore parla, gli educandi l ascoltano docilmente; e) l educatore crea la disciplina, gli educandi sono disciplinati; f ) l educatore sceglie e prescrive la sua scelta; gli educandi seguono la sua prescrizione; g) l educatore agisce; gli educandi hanno l illusione di agire, nell azione dell educatore; h) l educatore sceglie il contenuto programmatico; gli educandi, mai ascoltati in questa scelta, si adattano; i) l educatore identifica l autorità del sapere con la sua autorità funzionale, che oppone in forma di antagonismo alla libertà degli educandi; questi devono adattarsi alle sue determinazioni; j) l educatore infine è il soggetto del processo; gli educandi puri oggetti. Se l educatore è colui che sa, se gli educandi sono coloro che non sanno, spetta a lui dare, consegnare, trasmettere il suo sapere a loro. 1. Con l espressione «coscienza naturale , qui l autore indica l'atteggiamento per cui la Sapere che non è esperienza fatta , ma esperienza narrata o trasmessa. normale quindi che in questa educazione depositaria gli uomini siano visti come esseri destinati ad adattarsi. Quanto più gli educandi diventano abili nel classificare in archivio i depositi consegnati, tanto meno sviluppano la loro coscienza critica, da cui risulterebbe la loro inserzione nel mondo, come soggetti che lo trasformano. [ ] Questa educazione depositaria , nella misura in cui annulla o minimizza il potere creatore degli educandi, stimolando la loro aderenza alla natura e non la loro capacità critica, soddisfa gli interessi degli oppressori: per questi non è fondamentale mettere a nudo il mondo e trasformarlo. [ ] L educazione come pratica di dominio, che è l oggetto di questa critica, conservando la coscienza naturale degli educandi1, pretende, nell ambito della sua definizione ideologica (raramente percepita da coloro che la realizzano) addottrinarli, affinché si adattino al mondo dell oppressione. [ Al contrario] L educazione che proponiamo a coloro che veramente si impegnano per la liberazione, non può basarsi su una comprensione degli uomini come esseri vuoti che il mondo riempia di contenuti. [ ] L educazione problematizzante colloca come esigenza preliminare il superamento della contraddizione educatore/educandi. Infatti essa è una situazione gnoseologica in cui l oggetto conoscibile, invece di essere il termine dell atto realtà non può essere cambiata e quindi può essere solo accettata così com'è. 214 | SEZIONE 2 | Dalla Resistenza agli anni Ottanta del Novecento: educazione e cambiamento sociale |