PAROLA D’ AUTORE ⇒ T1  Daniel Goleman | Le nostre menti In questo brano Goleman, a partire da un esempio molto concreto e molto chiaro,  descrive la differenza, tutta interna alla nostra mente, tra razionale ed emozionale.  Si tratta, secondo l’autore, di due sistemi indipendenti che solitamente  collaborano, ma che in certe circostanze possono anche confliggere. Lo scontro  fra “cuore” e “ragione” è sempre stato descritto da poeti e da narratori, qui però  si tratta di evidenziare la presenza e la funzione specifica di una mente emotiva. (1995), BUR, Milano 1996, pp. 27-28 Intelligenza emotiva. Che cos’è, perché può renderci felici Un’amica mi raccontava del suo divorzio, una  separazione molto dolorosa. Il marito si era  innamorato di un’altra donna più giovane e  improvvisamente le aveva annunciato che sarebbe  andato a vivere con lei. Seguì un periodo  di amare contese sulla casa, il denaro e la  custodia dei figli. A distanza di qualche mese,  la mia amica mi stava confidando che l’indipendenza  le piaceva e che era felice di stare da  sola. «Semplicemente, ecco, non penso più a  lui – davvero non me ne importa» affermò. Ma  non appena aveva pronunciate queste parole,  gli occhi le si riempirono di lacrime. Quegli occhi lucidi potevano facilmente passare  inosservati. Ma la comprensione empatica  della tristezza che essi tradivano a dispetto  delle parole è un atto di decodifica proprio  come la capacità di trarre significati dai caratteri  stampati di una pagina. Nel primo caso,  è all’opera la mente emozionale, nel secondo  quella razionale. A tutti gli effetti abbiamo due  menti: una che pensa, una che sente. Queste due modalità di conoscenza, così fondamentalmente  diverse, interagiscono per costruire  la nostra vita mentale. La mente razionale  è la modalità di comprensione della quale  siamo solitamente coscienti: dominante nella  consapevolezza e nella riflessione, capace di  ponderare e di riflettere. Ma accanto ad essa  c’è un altro sistema di conoscenza, impulsiva e  potente, anche se a volte illogica, c’è la mente  emozionale. […] La dicotomia emozionale/ razionale è simile alla popolare distinzione  fra “cuore” e “mente”: quando sappiamo cosa  è giusto “con il cuore” la nostra convinzione è  di un ordine diverso – in qualche modo è una  certezza più profonda – di quando pensiamo  la stessa cosa con la mente razionale. Il rapporto  fra razionale ed emozionale nel controllo  della mente varia lungo un gradiente continuo;  quanto più intenso è il sentimento tanto  più dominante è la mente emozionale – e più  inefficace quella razionale. Questa situazione  sembra derivare dal vantaggio evolutivo, affermatosi  nel corso di tempi lunghissimi, rappresentato  dall’essere guidati dalle emozioni e  dalle intuizioni quando sia necessaria una reazione  immediata in un contesto di pericolo –  circostanze nelle quali indugiare a pensare sul  da farsi potrebbero costarci la vita. […] Rispondi Nell’esempio citato dall’autore quale elemento  1. appartiene alla mente emozionale e quale a quella  razionale? Perché la mente emozionale è stata utile nel percorso  2. evolutivo?  >> pagina 158  ⇒ T2  Isaac Asimov | Razza di deficienti! Naron, alieno saggio e antico, è incaricato di tenere due registri: uno, più grande,  delle razze intelligenti, e un altro, più piccolo, delle razze che possono essere definite  “mature”, quindi adatte a far parte della Federazione Galattica, di cui lui è  illustre esponente. Gli esseri umani vengono considerati intelligenti perché hanno  scoperto l’energia atomica. Ma saranno sufficientemente maturi per essere scritti  anche nel secondo registro? , in “Future Science Fiction”, febbraio 1958 Razza di deficienti Naron, dell’antichissima razza di Rigel, era il  quarto della sua stirpe che teneva i registri galattici. Aveva un libro grande, con l’elenco delle  innumerevoli razze di tutte le galassie che  avevano sviluppato una forma d’intelligenza,  e quello, notevolmente più piccolo, nel quale  erano registrate tutte le razze che, raggiungendo  la maturità, venivano giudicate adatte a far  parte della Federazione Galattica. […] Naron, grande e incredibilmente vecchio, guardò  il messaggero che si stava avvicinando. “Naron!” disse il messaggero. “Immenso e Unico!” “Va bene, va bene, cosa c’è? […].” “Un altro insieme di organismi ha raggiunto  la maturità.” “Benone! Benone! Vengono su svelti, adesso.  […] Chi sono?” Il messaggero diede il numero di codice della  galassia e le coordinate del pianeta al suo interno. “Uhm, sì” disse Naron, “conosco quel mondo.” E con la sua fluente scrittura prese nota sul  primo libro, poi trasferì il nome sul secondo,  servendosi, come di consueto, del nome con  cui quel pianeta era conosciuto dalla maggior  parte dei suoi abitanti. Scrisse: “Terra” “Queste nuove creature” disse poi, “detengono  un bel primato. Nessun altro organismo è  passato dalla semplice intelligenza alla maturità  in un tempo tanto breve. Spero che non ci  siano errori.” “Nessun errore, signore” disse il messaggero. “Hanno scoperto l’energia termonucleare, no?” “Certamente, signore.” “Benissimo, questo è il criterio di scelta.” Naron  ridacchiò soddisfatto: “E molto presto le loro  navi entreranno in contatto con la Federazione.” “Per ora, Immenso e Unico” disse con una certa  riluttanza il messaggero, “gli osservatori riferiscono  che non hanno ancora tentato le vie  dello spazio.” Naron era stupefatto. “Proprio per niente?  Non hanno nemmeno una stazione spaziale?” “Non ancora, signore.” “Ma se hanno scoperto l’energia atomica, dove  eseguono le loro prove, le esplosioni sperimentali?” “Sul loro pianeta, signore.” Naron si drizzò in tutti i suoi sei metri di altezza  e tuonò: “Sul loro pianeta?” “Sì, signore.” Lentamente Naron prese la penna e tracciò  una linea sull’ultima aggiunta del libro piccolo.  […] “Razza di deficienti!” borbottò. Rispondi Prova a ricordare alcuni episodi in cui gli esseri  1. umani hanno sfruttato male la loro intelligenza. Alcuni pensano che le scoperte scientifiche vadano  2. controllate eticamente, altri invece pensano  che la scienza debba essere comunque libera.  Provate a discuterne in classe.