– Scienze umane: Psicologia & Pedagogia FINESTRE INTERDISCIPLINARI QUANDO L’ALLIEVO INSEGNA AL MAESTRO Fin dall’antichità il rapporto di apprendimento  tra maestro e allievo è stato oggetto  di un’attenta riflessione: accanto ai modelli  che prevedevano e che tuttora prevedono una  trasmissione del sapere basata sulla parola  dell’insegnante che spiega e sul silenzio attento  di un allievo che ascolta, esistono strategie  di insegnamento più attive che coinvolgono  direttamente l’allievo spingendolo a  diventare protagonista della sua formazione. La maieutica di Socrate Il filosofo ateniese Socrate (470 ca.-399 a.C.)  soleva dire ai suoi allievi che non aveva nessun  sapere da trasmettere. Dovevano essere loro a  proporre un argomento e un’opinione: Socrate  interveniva ponendo domande e facendo in  modo di controllare l’esattezza e la coerenza  logica del ragionamento che aveva ascoltato. Egli non trasmetteva un sapere già definito,  ma aiutava gli allievi a condurre ragionamenti  corretti per giungere a soluzioni coerenti. Questa tecnica venne chiamata da Socrate  stesso maieutica, cioè ostetricia: come l’ostetrica  aiuta le altre donne a partorire, così Socrate  esortava gli allievi a generare idee senza  distribuire conoscenze preconfezionate. Rousseau e la libera educazione Il filosofo ginevrino Jean-Jacques Rousseau  (1712-1778) scrisse nel 1762 un libro che  fece scalpore: . In questo  Emilio o dell’educazione saggio romanzato, la tesi sostenuta è che  l’allievo debba essere completamente libero e  che l’insegnante non debba imporre nessun  sapere. Solo quando Emilio è curioso e vuole  sapere, il suo precettore risponderà alle domande  del giovane. Nel corso degli anni successivi molti pedagoghi  hanno cercato di proporre contesti educativi  liberi: l’esempio più famoso è forse quello  della scuola libera creata nel 1924 da Alexander  Sutherland Neill a Summer Hill, dove i ragazzi  imparano incontrando gli insegnanti nei  vari laboratori e organizzando insieme la loro  giornata senza alcuna imposizione esterna. La classe capovolta Nella didattica contemporanea uno dei modelli  più interessanti è quello della classe capovolta  ( in inglese). Si tratta di  flipped classroom un modello di insegnamento che prevede che  siano gli studenti a cercare di approfondire le  conoscenze di un argomento mentre la funzione  dell’insegnante è quella del facilitatore. In  particolare, la classe capovolta prevede tre fasi: nella prima il docente cerca di stimolare l’interesse  e la motivazione problematizzando  un contenuto o innescando un dibattito; nella seconda gli studenti mettono in atto  delle strategie volte ad approfondire le conoscenze  e a chiarire gli aspetti controversi della  questione che deve essere affrontata (e in questa  fase il compito dell’insegnante non è quello  di dare risposte ma di facilitare l’apprendimento  suggerendo strategie più efficaci); nella terza fase l’insegnante condurrà gli allievi  a una rielaborazione che permetta di  focalizzare gli elementi fondamentali e di  rendere coerente il ragionamento.