1. La nascita della psicoanalisi 1.1 LA SCOPERTA DELL’INCONSCIO La storia della psicoanalisi, un modello  di terapia dei disturbi psichici che avrebbe cambiato la cultura occidentale,  comincia tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Il termine “psicoanalisi” deriva dal greco , “anima, mente” e ,  psyché analysis “analisi” e si configura pertanto come una disciplina che analizza la mente  umana. La sua innovazione principale è la scoperta dell’inconscio  . L’inconscio può essere descritto in termini metaforici come un magazzino situato all’interno della nostra mente in cui ci sono molte cose che non sappiamo di avere e la cui porta è chiusa a chiave. | ▶  APPROFONDIAMO | : immaginatevi una persona che, abitando nella stessa casa per tutta  ESEMPIO la vita, abbia riposto in cantina, con il passare del tempo, numerosissimi oggetti,  che non gli piacevano più o che non voleva più vedere, senza tuttavia  sbarazzarsene definitivamente. Possiamo presumere che questa persona ora  non sappia più ricordare che cosa ci sia nel suo scantinato, ma è vero che  forse quegli oggetti dismessi possiedono ancora un valore e sono parte della  sua vita. Se tornasse in cantina riemergerebbero molti ricordi legati a essi,  molti episodi dimenticati della sua esistenza. L’inconscio è proprio questo: un magazzino nella mente in cui depositiamo, con il passare degli anni, numerosi ricordi che hanno suscitato in noi degli affetti. Secondo la psicoanalisi, tuttavia, quei , messi nella cantina  pensieri dimenticati della nostra mente, ogni tanto , risalgono ai piani superiori e  emergono fanno sentire la loro voce, come dei fantasmi inquieti. Quello che credevamo  di aver dimenticato del tutto, di aver lasciato completamente alle nostre  spalle, a un certo punto riaffiora. Quando ciò accade proviamo una sensazione  strana, perché non ne comprendiamo a fondo il motivo. Succede così  a coloro che soffrono di un disturbo psichico, quando si chiedono le ragioni  dei loro comportamenti e non riescono a spiegarsele,  ma capita a tutti noi quando, per esempio,  ci ricordiamo di aver fatto un sogno strano o  quando improvvisamente ci accorgiamo di aver  pronunciato una parola al posto di un’altra. Succede  anche quando ci innamoriamo e ci chiediamo  come mai proprio quella persona, e non altre,  sia stata capace di attirare la nostra attenzione. O  quando, senza motivo, sentiamo che una persona  ci sta particolarmente antipatica. Insomma, secondo la psicoanalisi, molte delle  azioni che compiamo e degli affetti che viviamo,  invece di essere decisi a livello razionale (cioè dal nostro  pensiero consapevole, dalla parte conscia di noi), dipendo no da . La psicoanalisi  forze interne di cui noi non conosciamo l’origine quindi si allontana, in questo, dal pensiero razionalista, secondo il quale  l’uomo agisce sempre in modo perfettamente coerente, e si pone l’obiettivo  di comprendere quegli strani fenomeni che la ragione spesso considera  secondari e inutili. ⇒ |  T1 p. 363 La seconda conferenza americana I pensieri riposti nel magazzino della nostra mente ogni tanto riemergono senza una motivazione apparente.  >> pagina 339    LA PSICOANALISI PRIMA DELLA PSICOANALISI approfondiamo Anche se il termine è utilizzato solo a partire  dall’Ottocento, il concetto di “inconscio” è presente  sin dall’antichità. Gli antichi greci – ma anche molti popoli primitivi  – consideravano il sogno come lo strumento  attraverso il quale gli dei comunicavano con gli  uomini: era ritenuta una pratica comune recarsi  da un oracolo, una specie di sacerdote, per raccontare  i propri sogni ritenuti rivelatori del proprio  futuro. Gli antichi, del resto, sapevano bene  che sentimenti come l’amore non potevano essere  compresi con la ragione e immaginavano che esistessero  pozioni e formule capaci di suscitarli o di  reprimerli. La follia, invece, veniva spesso considerata  come una facoltà divina: il folle era colui  che, avendo un contatto particolare con il mondo  ultraterreno, era in grado di conoscere verità impensabili  per i comuni mortali. Sempre all’interno della cultura greca, si è sviluppata  l’idea che esista all’interno delle persone  una verità che, attraverso il dialogo, possa essere  ritrovata. Il filosofo Socrate (470/469-399 a.C.)  dialogava con i suoi allievi per aiutarli a far nascere  dentro di loro delle idee. Socrate chiamava  quest’arte “maieutica”, parola greca che rimanda  al lavoro delle ostetriche che aiutavano le donne  a partorire: allo stesso modo, il compito che si  dava Socrate era quello di aiutare i suoi allievi a  generare idee. In un certo senso e con le dovute  differenze, l’esperienza della psicoanalisi riprende,  nel mondo moderno, questa antica pratica. In epoca medievale, le cronache riportano frequenti  episodi di possessione demoniaca o divina,  nel senso che era opinione diffusa che il demonio,  o anche Dio, potesse prendere possesso di una per sona e condurla a compiere azioni straordinarie o  terribili. Ebbene, con l’avvento della psicoanalisi tutti questi  strani fenomeni che l’umanità aveva variamente  classificato nel regno della magia, del mistero,  del trascendente o della follia vengono affrontati  in una maniera diversa e collocati in una nuova  cornice culturale. L’antro della Sibilla cumana, sacerdotessa di Apollo, IV-III secolo a.C., Cuma (Napoli).  >> pagina 340  1.2 LA CURA DELL’ISTERIA Il padre fondatore della psicoanalisi,  , elabora le sue teorie a partire da alcuni studi  Sigmund Freud | ▶  L’AUTORE | sull’ . ⇒  isteria Nell’Ottocento la parola “isteria” si riferiva a un complesso molto confuso  di sintomi. Innanzitutto si trattava di un disturbo psichico che riguardava  soprattutto le donne e che veniva collegato, nella mentalità maschilista  dell’epoca, a una certa debolezza mentale, perché si riteneva che solo una  personalità fragile come quella femminile avrebbe potuto contrarre tale  malattia. L’isteria, del resto, era anche apertamente sottovalutata: molti medici non la consideravano un reale disturbo e parlavano di simulazione isterica. In effetti, era difficile da comprendere per la medicina di allora: le isteriche avevano la stranissima caratteristica di presentare dei sintomi senza che essi avessero un vero e proprio riscontro corporeo. Per esempio, alcune malate dichiaravano di non riuscire a muovere il braccio o la gamba come se fossero paralizzati, ma dal punto di vista organico non presentavano alcuna menomazione: le loro braccia e le loro gambe avrebbero dovuto funzionare perfettamente. A volte i sintomi erano ancora più bizzarri: alcune non riuscivano più a parlare (in quei casi si parlava di mutismo isterico) ma il loro apparato vocale era perfettamente integro; in un caso una paziente non riusciva più a esprimersi nella sua lingua madre, il tedesco, ma parlava in inglese. Alcuni medici, e alcuni psichiatri in particolare, cominciarono a capire che si trattava di una forma di che, pur interessando alcuni organi corporei, era in realtà : non riguardava cioè il corpo, ma la mente. malattia di origine psichica Il neurologo (1825-1893) portò avanti degli esperimenti  Jean-Martin Charcot che risultarono decisivi per capire questa patologia. Il medico francese  era ricorso all’ per alcune pazienti e si era accorto che, quando queste  ipnosi erano ipnotizzate, i loro sintomi sparivano: gli arti paralizzati ricominciavano  a muoversi, il mutismo scompariva. Da ciò si potevano trarre due importanti conclusioni: la causa del disturbo non era fisica ma psichica (Charcot parlava, tra l’altro,  di una predisposizione a essere suggestionati); la mente umana possiede diversi livelli di consapevolezza : un soggetto  in ipnosi fa e dice delle cose a un livello diverso da quello della coscienza. Dopo aver assistito agli esperimenti di Charcot e dopo essere tornato a  Vienna, Freud iniziò una collaborazione con , psichiatra, e i  Joseph Breuer due decisero di provare ad applicare una tecnica analoga con le loro pazienti.  La differenza rispetto a Charcot consisteva nel fatto che essi non si limitavano  ad applicare l’ipnosi ma, durante lo stato ipnotico, chiedevano alle  pazienti di della propria vita. Si accorsero ben presto  raccontare episodi che, con questo metodo, affioravano alla mente vicende apparentemente  e che questi ricordi avevano un nesso con la malattia delle  dimenticate pazienti. Fu la prima paziente presa in carico da Breuer, da lui chiamata   Anna O. (ma il suo vero nome era, come si scoprì in seguito, Bertha Pappenheim), a  indirizzarlo verso una tecnica nuova: si trattava, diceva Anna, di effettuare  una “cura della parola”. Sotto ipnosi, ritornavano alla mente episodi del passato  che avevano a che fare con vicende dolorose dimenticate. Quando questi  episodi riemergevano i disturbi scomparivano, come se ci fosse un legame  tra ciò che era stato dimenticato e i sintomi manifestati. Grazie a queste sedute Freud scoprì in seguito che questi episodi, in realtà,  non venivano dimenticati, bensì , cioè riposti in un luogo nascosto  rimossi della nostra mente, l’inconscio. radici delle parole termine che deriva dal greco , “utero”, per indicare una serie di disturbi provocati da quest’organo e pertanto di natura tipicamente femminile. isteria: hystéra André Brouillet, , olio su tela, 1887. Lezione sull’isteria del dottor Charcot all’ospedale Salpêtrière   Sigmund Freud l’autore Sigmund Freud, nato nel 1856 a Freiberg,  nell’impero austriaco (oggi Přibor nella  Repubblica Ceca), è universalmente riconosciuto  come il padre fondatore della psicoanalisi. Dopo essersi laureato in Medicina si dedica  inizialmente alla cura di pazienti affetti da  isteria. Considerata fino a quel momento  una sorta di finzione (ed etichettata come  tipicamente femminile), per la prima volta  l’isteria viene affrontata dal giovane Freud  come un vero e proprio disturbo della psiche,  da curare con l’ausilio dell’ipnosi e di sedute  psicoterapiche in cui si instaura un rapporto  medico-paziente che sarà alla base dei futuri  metodi psicoanalitici. Freud è noto per la sua ricerca sui processi  psichici inconsci (come il sogno, le pulsioni e  anche l’oblio), che influenzerebbero in modo  significativo il pensiero, il comportamento  umano e le interazioni tra individui. L’indagine  di tali meccanismi e la sua elaborazione  teorica sono infatti alla base della sua teoria  psicoanalitica, così come emerge in alcune  delle sue opere più importanti, quali L’interpretazione  (1899), dei sogni Psicopatologia  (1901), della vita quotidiana Tre saggi sulla  (1905). sessualità Nel corso della sua vita Freud si dedica allo studio e alla cura di diversi casi clinici, sviluppando idee e teorie di carattere fortemente innovativo, che hanno avuto un impatto enorme su tutti i settori della cultura. Dopo essersi rifugiato a Londra in seguito  alle persecuzioni naziste (la sua famiglia era  di origine ebrea), muore nel 1939.  >> pagina 342  1.3 RIMOZIONE E SINTOMO Durante la vita di una persona può succedere  che si verifichi un . Questo può suscitare dei pensieri  evento traumatico intollerabili (disgusto, imbarazzo, vergogna) e sensi di colpa, in seguito  ai quali il soggetto può reagire cercando di cancellare quell’episodio dalla  sua mente in modo che cessi il disturbo che gli procura. In altri termini, si  opererà una : l’elemento traumatico verrà spostato dalla coscienza  rimozione nell’inconscio e lì resterà per molto tempo, forse anche per sempre. Può anche  succedere però che nella vita di questa persona un episodio accidentale  possa richiamare alla memoria quanto avvenuto, per cui l’elemento rimosso  si ripresenta come . sintomo : immaginiamo due fratelli, Emanuele di 4 anni e Marta di 6 anni.  ESEMPIO Un giorno il padre decide di regalare a Marta dei pasticcini per festeggiare i  suoi primi giorni di scuola. In quell’occasione Emanuele prova una profonda  rabbia, perché vorrebbe anche lui essere premiato dal padre con i pasticcini:  si mette allora a fare i capricci, insultando la sorella e dicendole “muori, antipatica!”. A quel punto il padre interviene rimproverandolo perché non deve  permettersi di trattare così sua sorella. Emanuele, che è molto affezionato al  padre e ne ha un profondo rispetto, si sente terribilmente in colpa per quello  che ha detto, tanto da rimuovere questo episodio mettendolo, inconsapevolmente,  nell’inconscio. Passano gli anni e quando i ragazzi sono ormai degli  adolescenti Marta rimane coinvolta in un grave incidente che la costringe  a un ricovero ospedaliero urgente. Emanuele, nel momento in cui gli riferiscono  la notizia si spaventa e si preoccupa molto. Inoltre, da quel giorno fa la  sua comparsa uno strano fatto: tutte le volte che mangia dei dolci non riesce  a digerirli, sta male e vomita, cosa mai successa nel passato essendo molto  ghiotto. Nel modello psicoanalitico quello di Emanuele è un tipico disturbo  psichico, un sintomo che si collega a un evento del passato che il paziente  non ricorda più ma che tuttavia agisce sulla sua vita quotidiana: il recente incidente  di Marta ha riattivato il senso di colpa che Emanuele aveva provato  tanti anni prima quando le aveva augurato di morire. Ecco spiegato il motivo  dei dolci indigesti. Emanuele però non è consapevole di questa associazione:  per eliminare questo sintomo dovrebbe scavare nel suo inconscio fino a ricordare  quell’antico episodio e rielaborarlo coscientemente. Avendo scoperto questa dinamica, Breuer e Freud compresero che l’origine  dell’isteria non stava nel corpo ma nella mente delle loro pazienti: il corpo è  . Il  il luogo dove si manifesta il sintomo psichico, ma è la mente a produrlo paziente perciò soffre e si ammala perché riceve dal suo inconscio un messaggio  che non è in grado di comprendere. Quando, attraverso le sedute di  analisi, questo messaggio viene decifrato, la sofferenza scompare. Le isteriche,  quindi, non erano affatto persone fragili come riteneva la scienza medica  di allora, si trattava invece di donne molto intelligenti e profonde che  manifestavano un dolore prodotto dalla loro sensibilità. Inoltre, naturalmente,  a soffrire di isteria non erano solo le donne. per immagini La pratica dell'ipnosi Il termine “ipnosi” deriva dalla parola greca  , che letteralmente significa “sonno”. hypnos Si tratta di una tecnica che conduce alcuni  individui a una limitazione del campo di coscienza  e consente di concentrarsi unicamente  su determinati stimoli e suggestioni, siano essi  interni o esterni. La pratica dell’ipnosi conobbe un grande sviluppo  nel XIX secolo, in particolare fu utilizzata dal  neurologo francese Jean-Martin Charcot durante  i suoi studi sull’isteria. Egli mostrava come  attraverso delle semplici suggestioni ipnotiche  fosse possibile generare in soggetti sani delle  forme di paralisi, cecità, sordità e addirittura di  personalità multipla. Nell’opera dell’artista svedese (1858-1919), che risale proprio  Sven Richard Bergh alla fine dell’Ottocento, si vede bene come questa pratica venisse utilizzata e il clima di suggestione  e di attesa che la circondava. L’ipnosi ha influenzato anche Sigmund Freud, che tuttavia la abbandonò  dopo una decina di anni. Gli studi sull’ipnosi caddero in disgrazia per tutta la metà del XX secolo fino  a che, intorno agli anni Cinquanta, qualche ricercatore tornò a interessarsi del fenomeno. Da un punto  di vista clinico le tecniche ipnotiche sono diventate nuovamente oggetto di interesse grazie a Milton  Erickson (1901-1980), psichiatra americano, che propose una terapia mirata attraverso ipnosi leggere  per favorire l’attivazione di processi inconsci. Oggi l’ipnosi è utilizzata da alcuni professionisti che la  preferiscono all’anestesia locale per piccole operazioni, quali per esempio l’estrazione di un dente. Sven Richard Bergh, , olio su tela, 1887, Nationalmuseum, Stoccolma. Seduta di ipnosi per lo studio Perché la scoperta dell’inconscio ci porta a ritenere che ciò che gli uomini pensano non sia tutto derivato  1. da scelte razionali? Qual è la vera origine del sintomo isterico? 2. Che rapporto esiste fra rimozione e sintomo? 3.     Per discutere INSIEME Raccogliete su Internet quante più informazioni potete sull’ipnosi. Vi accorgerete che in alcuni casi si tratta di ricerche scientifiche serie, in altri di racconti superstiziosi  privi di fondamento. Discutendo in classe cercate di stabilire le vere potenzialità dell’ipnosi  e il suo campo applicativo.