5. La socializzazione primaria e secondaria Ogni individuo si relaziona con gli altri fin dall’infanzia, instaura necessariamente rapporti sociali e impara a conoscere e rispettare le . Pertanto, anche i vari momenti della vita infantile (interazioni con i soggetti che hanno un ruolo educativo e così via) e, con essi, l’interpretazione soggettiva delle regole morali, possono essere analizzati attraverso la lente della società in cui si manifestano. Il bambino non è più visto come mero destinatario di pratiche educative; egli è, piuttosto, un , con proprie aspirazioni e inclinazioni, che acquisisce competenze e conoscenze attraverso processi di interazione, interiorizzando regole sociali e valori. Sono questi i caratteri salienti del . 5.1 IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE regole del gruppo di riferimento individuo già immerso nel contesto sociale di riferimento processo di socializzazione Questo processo, che dura tutta la vita e assume un’intensità maggiore proprio nell’infanzia, contribuisce allo sviluppo non solo dell’individuo nella società, ma anche della società per mezzo dell’individuo e si concretizza in una continua in cui l’uno influenza l’altra e viceversa. osmosi Il processo di socializzazione si articola in . 5.2 le due fasi della SOCIALIZZAZIONE due fasi La prima ( socializzazione primaria ) riguarda i primi anni di vita del bambino , si svolge nel contesto familiare , si basa essenzialmente sullo scambio fra bisogno del bambino e reazione dell’adulto e permette la definizione dei tratti essenziali della personalità del bambino e l’ apprendimento delle prime regole di gruppo che gli saranno utili per intraprendere la seconda fase del processo. Anche il livello di appagamento raggiunto in questa fase è in grado di influenzare il comportamento dell’individuo nella successiva fase di socializzazione. La seconda ( socializzazione secondaria ) riguarda le situazioni nelle quali il soggetto è portato ad acquisire competenze specifiche necessarie per svolgere determinate funzioni da adulto o far parte di particolari gruppi sociali (per esempio il gruppo dei pari, la scuola e così via). La prima tipologia di con cui si relaziona il bambino è la sua , ivi inclusi i parenti più prossimi. È proprio tramite l’ che il bambino apprende il , che poi mette in pratica nelle relazioni al di fuori della famiglia. Si pensi, al riguardo, al rapporto asimmetrico con i genitori, dovuto alla naturale dipendenza del bambino, che prepara quest’ultimo al futuro rapporto con l’autorità. Ma anche la relazione con i fratelli può costituire una base esperienziale importante, per quanto concerne i rapporti fra pari. gruppo sociale famiglia osservazione del modello familiare funzionamento degli scambi sociali Nella , il bambino assume la consapevolezza di una rispetto ai genitori e agli altri individui; si è parlato, al riguardo, di , ossia dell’ del bambino con gli altri bambini: è solo incontrando i propri pari, in pratica, che egli prende consapevolezza di essere come gli altri coetanei. Peraltro, è proprio nella socializzazione secondaria che il bambino è capace di scegliere le persone con cui costruire legami, sulla base di o semplice , a differenza di quanto accaduto con i componenti della famiglia. fase di socializzazione secondaria propria individualità modello dell’altro generalizzato identificazione affinità caratteriali simpatia Oltre alla famiglia, che rimane il luogo privilegiato per lo sviluppo dei legami affettivi e il consolidamento dei valori sociali, assumono un ruolo fondamentale la e il . La scuola è il luogo in cui si apprendono le per vivere in una comunità, rispettando ; nel gruppo dei pari, invece, i membri condividono , quali l’età o le attività svolte. 5.3 L’INGRESSO A SCUOLA E IL GRUPPO dei PARI scuola gruppo dei pari regole di base ruoli diversi da quelli familiari caratteristiche comuni Al momento dell’ il bambino si ritrova per la prima volta collocato in una realtà con regole condivise che richiedono un . Certamente, il bambino dovrà essere già in possesso di determinate competenze fisiche (per esempio, la capacità motoria e di linguaggio), emotive e psichiche (come la capacità di elaborare i simboli, la comprensione delle regole e così via). Queste competenze sono dunque applicate in quella rappresentata dalla scuola primaria, nella quale si impara a collaborare con gli altri, a rispettare turni e doveri, a fare i conti con i conflitti, a relazionarsi con insegnanti più esigenti di quelli della scuola materna, anche sul piano della prestazione. ingresso nella scuola primaria elevato spirito di adattamento società in miniatura In sostanza, l’ingresso a scuola permette al bambino di acquisire , che a loro volta saranno rafforzate nei successivi anni scolastici, sperimentando i all’interno di una realtà sociale più ampia e strutturata rispetto alla famiglia. ulteriori competenze e abilità concetti di gruppo e gerarchia Per quanto concerne il , in , le azioni di bambini che entrano in contatto fra loro non sono coordinate ( ). È che, invece, si realizzano le , con le relative regole, anche in virtù della capacità di comunicare verbalmente e dello sviluppo di capacità simboliche necessarie per i giochi di finzione. rapporto fra pari età prescolare unidirezionalità nel periodo scolare prime attività di gruppo Di norma, sulla formazione dei gruppi di bambini incidono molto le . La scelta dei compagni sulla base di affinità e comunanza differenze di genere di interessi e il correlato rifiuto di coetanei con caratteristiche diverse si manifestano, invece, nella scuola primaria, soprattutto in occasione del gioco e delle competizioni di squadra (verso i 6 o i 7 anni). Quando la relazione acquista stabilità nel tempo ma anche intimità e intensità, : già dai 4 anni di età il bambino è in grado di distinguere gli amici all’interno del gruppo dei coetanei. Di conseguenza : grazie agli amici, infatti, si potranno rafforzare i e le attitudini alla cooperazione e a risolvere più rapidamente i conflitti. i bambini diventano amici le interazioni con i pari divengono più complesse ▶ comportamenti pro-sociali Queste esperienze contribuiranno al nelle successive fasi della preadolescenza e dell’adolescenza, quando esse fungeranno da fonte di sostegno all’autostima e da stimolo al confronto. consolidamento delle relazioni amicali : comportamenti pro-sociali azioni e comportamenti volontari che hanno come scopo il beneficio di un’altra persona. A 4 anni i bambini sono in grado di scegliere i propri amici tra i coetanei. CITTADINI RESPONSABILI L’inclusione scolastica Per inclusione scolastica (un tempo chiamata “integrazione scolastica”) si intende il modo con cui la scuola fa fronte ai bisogni educativi speciali (Bes) di alcuni bambini, fornendo loro strumenti specifici e personalizzati per intraprendere il percorso scolastico e formativo, nell’ottica di un successivo inserimento nel tessuto sociale della comunità di riferimento. Sono comunemente individuate tre tipologie di Bes: disabilità (per esempio, autismo, sindrome di Down e così via); disturbi evolutivi specifici (iperattività, deficit del linguaggio o di coordinazione motoria, disturbi specifici dell’apprendimento, per citarne alcuni); situazioni che generano uno svantaggio di natura socioeconomica, linguistica o culturale. A parte quello che è possibile ricavare dalla letteratura scientifica e dalle disposizioni ministeriali e scolastiche, in queste situazioni è rilevante anche il rapporto fra i compagni, che, soprattutto nell’infanzia, influenza le future relazioni sociali. Si tratta, in altri termini, di come possano essere spiegati alla classe certi comportamenti di alcuni compagni che appaiono bizzarri e/o che implicano un determinato tipo di azione da parte dell’insegnante (per esempio, più tempo per svolgere un compito). Pur rivestendo un’importanza decisiva, al pari delle iniziative di tipo didattico, le azioni volte a rafforzare il rapporto fra pari sono solitamente meno focalizzate rispetto alle attività formative specifiche che istituzionalmente competono alla scuola, anche e soprattutto in ragione della mancanza di protocolli adottabili in tali situazioni. ad hoc Lavoriamo INSIEME Immagina di essere un insegnante o uno psicologo, chiamato a strutturare un intervento in una terza classe della scuola primaria, volto a spiegare alla classe l’arrivo di un compagno con disabilità gravi come l’autismo: l’obiettivo è aiutare i futuri compagni a capire le sue difficoltà, a imparare a giocare insieme a lui e, complessivamente, a favorirne l’inclusione scolastica. per lo studio Spiega i concetti di socializzazione primaria e secondaria. 1. Quali effetti produce sul bambino l’ingresso nella scuola primaria? 2. Per discutere INSIEME Provate a ricordare il primo giorno di scuola. Quali erano le emozioni e i sentimenti che vi hanno accompagnato? Quali i ricordi legati a quel momento? Confrontatevi poi fra compagni.