T2 Chrétien de Troyes La notte d’amore di Lancillotto e Ginevra Tratto da Lancillotto o il cavaliere della carretta d’ Lingua originale oïl Per liberare Ginevra, la moglie di re Artù fatta prigioniera da un cavaliere straniero di nome Meleagant, si muovono diversi cavalieri della Tavola Rotonda. Tra questi c’è Lancillotto, che, spinto dall’amore, riesce a restituirle la libertà. Ma la regina non vuole saperne di lui, perché l’ha visto esitare per un istante a salire sulla carretta dei condannati a morte, gesto che significa la perdita dell’onore: l’amore del cavaliere per la sua dama deve essere privo di remore. Ma quando Lancillotto, disperato per il rifiuto, tenta il suicidio, Ginevra non gli nasconde più il sentimento che anch’essa prova per lui: ora è finalmente disposta a ricambiare l’amore. , miniatura da , 1316 ca. La notte di Lancillotto e Ginevra Le Livre de Lancelot du Lac  Asset ID: 158 ( )  let-audlet-la-notte-damore-di-lancillotto300.mp3 Audiolettura Ed ecco infine che Lancillotto arriva al castello. Saluta il re, che lo accoglie con grandissima gioia e lo accompagna dalla regina. Questa volta lei non distoglie lo sguardo. Riceve il cavaliere senza nascondere tutta la sua felicità. Discorrono  1 a lungo di tutto ciò che dà loro piacere. La materia non manca: Amore ne  dà loro in abbondanza. 5      Quando Lancillotto vede che anche la regina è felice in sua compagnia,  abbassa la voce e dice: «Signora, mi chiedo perché l’altro giorno mi guardaste  in quel modo, quando mi vedeste e non mi diceste una sola parola. Mi avete  dato quasi la morte. Non fui abbastanza ardito da chiedervene il motivo, come  faccio adesso. Signora, sono pronto a espiare, mi basta che mi indichiate per  10     quale colpa sono stato così punito». La regina gli rispose: «Ma come? Non avete avuto forse vergogna della carretta?  Non avete forse esitato? Assai di malavoglia vi saliste dopo un’incertezza di  qualche istante. In verità è per questo che non ho voluto parlarvi né guardarvi». «Un’altra volta, Dio mi guardi dal ripetere un simile    , e che non mi  15     ▶ misfatto faccia grazia se non avete tutte le ragioni. Signora, in nome di Dio, accettate  da me l’ammenda d’onore e ditemi, ve ne prego, se pensate di perdonarmi  2 presto». «Amico mio, siete mondato dalla colpa», dice la regina, «completamente.  3 Vi perdono di tutto cuore». 20     Parola di Treccani Con ci si riferisce ad un’azione malvagia, come un grave delitto. La parola deriva dal participio passato ( ) del francese antico , un verbo che significa “fare il male”. In alcuni vocaboli, il prefisso dà alla parola che precede un significato negativo, quindi contrario, come in , o peggiorativo come appunto in Misfatto misfatto mesfait mesfaire mis- miscredente misfatto. / gli sbagli sono sbagli se li fa qualcun altro mette in guardia Rocco Hunt nella canzone (2016). «Tutti bravi a commentare se succede un misfatto » Mario Merola Flow : diversamente dal primo incontro, quando si era manifestata fredda e scostante. 1. Questa volta lei non distoglie lo sguardo : le scuse in nome del valore cavalleresco dell’onore. 2. l’ammenda d’onore : perdonato. 3. mondato dalla colpa «Signora», riprende lui, «ve ne  rendo grazia, ma qui non posso  dirvi tutto quel che vorrei. Vi  parlerei più liberamente, se fosse  possibile». 25     Allora la regina gli indica una  finestra – gliela mostra con lo  sguardo, non la segna a dito – e  dice: «Venite a parlarmi a quella  finestra stanotte, quando tutti  30     saranno addormentati. Verrete attraverso un frutteto. Lì non potrete entrare né  fermarvi. Io sarò dentro, voi fuori. Quanto a me, non mi sarà possibile essere  con voi che con la parola o toccandovi la mano. Ma, se vi fa piacere, per amor  vostro sarò lì finché non sarà giorno. Stare davvero insieme non ci sarà possibile  perché nella mia camera, di fronte a me, dorme Keu, il siniscalco, che  35     4 langue a causa delle ferite di cui è tutto piagato. E l’uscio non si apre mai, è  anzi solidamente sprangato e ben custodito. Quando verrete, fate attenzione  che non vi siano spie a scoprirvi». «Signora», risponde lui, «farò di tutto perché nessuno mi veda o mi senta:  nessuno potrà fare cattivi pensieri né trovare nulla da ridire». 40     5 Così, ora che hanno fissato il loro incontro, si separano contenti. Lancillotto  esce dalla stanza, e tale è la felicità che non ricorda più nulla delle numerose  sofferenze che ha dovuto subire. Ma la notte si fa attendere troppo e il giorno,  per quello che deve sopportare, gli sembra che duri più di cento giorni normali,  anzi più di un anno intero. Da tempo, e tanto volentieri, si sarebbe già presentato  45     all’appuntamento, se solo fosse caduta la notte! Questa ha talmente  lottato per averla vinta sul giorno che, nera e tenebrosa, è finalmente riuscita  ad avvolgerlo nel suo mantello e a nasconderlo sotto la sua cappa. Quando vede che il giorno ha perduto la sua luminosità, Lancillotto assume  l’aria di chi è stanco e affaticato, e dice che è sveglio da troppo tempo, che  50     ha bisogno di riposare. Facilmente potrete comprendere – quelli di voi a cui è  avvenuto di fare qualcosa del genere – come mai davanti alla gente che gli sta  intorno dà mostra di aver sonno e di voler andare a letto: ma non è al suo letto  6 che pensa, e per niente al mondo riposerebbe. Appena possibile, infatti, e senza  far rumore, si alza dal suo giaciglio, senza rimpiangere un solo istante l’assenza  55     della luna e delle stelle e, nella casa, di ogni luce di candela o di lampada o di  lanterna accesa. Ciò a cui sta bene attento è di far sì che nessuno si accorga dei  suoi movimenti, che si creda che dorme tranquillamente, per tutta la notte, nel  suo letto. Senza indugio si dirige al frutteto e non incontra anima viva. : dignitario di corte incaricato di sovrintendere alla mensa del re. 4. siniscalco pensieri: immaginare una relazione disonesta tra Lancillotto e la regina. 5. fare cattivi : finge. 6. dà mostra La sorte continua a favorirlo: un tratto del muro del verziere è di recente  60     7 crollato; attraverso quella breccia vi si introduce e raggiunge la finestra dove  resta silenzioso e immobile, impedendosi anche di tossire, di starnutire, finché  arriva la regina, vestita di una camicia bianchissima; non ha indossato né cotta  né tunica, ma porta un corto mantello di scarlatto foderato di pelliccia. Quando Lancillotto vede la regina che si appoggia alla finestra sbarrata da  65     solidi ferri, dà inizio all’incontro con il dolce saluto che le rivolge. E lei subito  ricambia, ché forte è il desiderio che provano entrambi, lui per lei e lei per lui.  Niente di basso o di volgare tocca il proposito che albergano. Fanno di tutto  per avvicinarsi l’uno all’altra, si tengono la mano. Il fatto che non sia possibile  unirsi di più è per loro un grandissimo dispiacere, e maledicono le sbarre di  70     ferro. Ora Lancillotto si vanta – se alla regina non dispiace – di poter entrare là dove si trova lei; non sarà una semplice inferriata a trattenerlo fuori. E la regina gli risponde: «Ma non vedete che questi ferri sono troppo rigidi per poterli forzare e troppo robusti per spezzarli? Non riuscirete mai ad afferrarli 75     con tanto vigore o a tirarli a voi, o a scuoterli per strapparli via». «Signora», dice lui, «non c’è da preoccuparsi! Non credo che il ferro valga gran che; a parte voi, niente saprà vietarmi di trovarmi ben presto vicino alla vostra persona. Se il vostro consenso me lo permette, è come se il passaggio fosse già aperto; ma se al contrario non vorrete concedermi il permesso, resterò 80     fermo qui, per nulla al mondo lo varcherò». «Sì, certo», risponde lei, «lo voglio senz’altro, non sarà il mio volere a fermarvi; ma dovete attendere che torni a coricarmi nel mio letto, perché non ci capiti nulla di male a causa di qualche rumore: non ci sarebbe alcun piacere per noi se il siniscalco, che dorme qui, fosse svegliato da un rumore provocato da noi. È 85     giusto dunque che me ne vada: non ne verrebbe niente di buono se notasse la mia presenza qui». «Signora», dice lui, «andate pure, ma non abbiate alcuna paura: non farò il  minimo rumore. Riuscirò a sfilare così dolcemente queste sbarre che nessuno  si sveglierà». 90     Allora la regina si allontana e lui si prepara e si dispone a vincere la finestra.  Si attacca ai ferri, li tira, li scuote, così bene che finisce per smuoverli e infine  a strapparli via. Ma le sbarre sono di un ferro assai tagliente: resta ferito il  mignolo fino al muscolo, e dal dito vicino salta via troncata la prima falange;  ma lui del sangue che ne stilla goccia a goccia non si accorge neppure: su ben  95     altro è appuntato il suo pensiero. 8 La finestra non è molto bassa, ma Lancillotto la scavalca rapidamente e in  tutta libertà. Scorge Keu che dorme nel suo letto, quindi si avvicina al letto  della regina, davanti al quale si inchina adorante, poiché non crede in nessuna  santa reliquia quanto crede in lei. 100  : frutteto. 7. verziere : è volto. 8. è appuntato E la regina gli tende le braccia, e poi lo stringe e lo tiene stretto al cuore attirandolo accanto a sé nel suo letto, dove gli fa la più dolce accoglienza che sia possibile, a ciò invitata da Amore e dal suo cuore. Amore la induce a riceverlo così. Ma se lei prova per lui un grande amore, lui la ricambia centomila volte di più. Adesso sì che Lancillotto possiede tutto ciò che desidera, adesso che la 105  regina accetta con gioia la sua compagnia e il suo piacere, poi la tiene tra le braccia e lei tiene lui tra le sue. Il piacere che lui prova – piacere dei baci, dei sensi – è tanto dolce e buono che porta loro una gioia e una sincera meraviglia tali che mai simili furono raccontate o conosciute; ma serberò per sempre il silenzio più assoluto su ciò di cui in un racconto è bene tacere. Di tutte le gioie 110  fu la più squisita e la più deliziosa quella che la storia passa sotto silenzio e mantiene segreta. Per tutta la notte Lancillotto è colmato di gioia e di piacere. Ma il giorno finisce per arrivare, con sua grande tristezza, perché dovrà  separarsi dalla sua amata. Alzarsi è doloroso, partire un supplizio. Il suo cuore  115  non cessa di trascinarlo di nuovo là dov’è rimasta la regina: se il corpo si allontana, il cuore resta lì. Ma qualcosa del suo corpo anche è rimasto: le lenzuola  sono macchiate e tinte del sangue che è piovuto dalle sue dita. Con profonda  9 amarezza Lancillotto parte, gonfio di sospiri e di lacrime. Non è stato possibile  fissare un nuovo incontro: questo lo affligge ma una simile cosa non può darsi. 120  A malincuore attraversa la finestra da cui era entrato con tanto ardore; le  sue dita non sono più molto salde, per le ferite che ha ricevuto; eppure raddrizza  le sbarre di ferro e le rimette al suo posto, in modo tale che né dal  davanti né da dietro, e neppure dai due lati, si capisce che sia stato tolto,  rimosso o piegato un solo ferro. 125  Prima di andar via, si volge verso la camera e si inchina come davanti a un  altare. Poi parte, con la morte nel cuore; non incontra nessuno che lo riconosca  lungo la strada verso il suo alloggio. Si corica senza far rumore, senza svegliare  nessuno. Soltanto adesso scopre con sorpresa di avere le dita piagate, ma non se  ne preoccupa, perché capisce immediatamente che quelle ferite se le è procurate  130  nello svellere l’inferriata dalla finestra; non se ne dà pena, poiché avrebbe  10 preferito che gli venissero strappate le braccia dal corpo piuttosto che non riuscire a  passare dall’altra parte del muro. Ma se in un’altra circostanza si fosse procurato  una simile ferita, il suo dolore e la sua collera sarebbero stati ben grandi. Al mattino la regina, chiusa nella sua camera circondata di cortine, s’è  135  11 assopita dolcemente; non s’è accorta che le lenzuola sono macchiate di sangue,  persuasa al contrario che siano perfettamente bianche e immacolate. : è fuoriuscito abbondantemente. 9. è piovuto : strappare via, sradicare. 10. svellere : tende. 11. cortine  >> pagina 624 con il testo A tu per tu Che cosa si è disposti a patire per amore? Quali prove siamo pronti ad affrontare? Lancillotto ci invita a credere che la passione non è autentica se è disgiunta dal sacrificio e che l’appagamento e la gioia sono possibili soltanto quando abbiamo tollerato il dolore, le ferite (metaforiche o, perfino, reali), le avversità. Nei racconti del ciclo arturiano, l’amore è come una religione, la donna come un dio. Certo, i comandamenti della cortesia non rientrano più nel rituale del corteggiamento degli adolescenti di oggi, ma perché l’amore inteso come nobiltà di sentimenti deve essere considerato per forza una fisima sdolcinata di un tempo che fu? Analisi Amore domina l’incontro tra Lancillotto e Ginevra: è lui, sin da subito, a suggerire ai due gli argomenti di conversazione ( , rr. 4-5); è ancora lui a spingere la regina ad accogliere tra le sue braccia il cavaliere, una volta che questi è riuscito a raggiungerla nelle sue stanze. Il che li lega è : (r. 63). Si tratta, per quanto concerne Lancillotto, di un : nel divellere le sbarre di ferro della finestra della camera della regina si ferisce alla mano e gli si stacca addirittura la prima falange di un dito, ma (r. 89). Ed è un , che conduce Chrétien quasi ai limiti della blasfemia quando sostituisce la donna agli oggetti del culto propriamente religioso: (rr. 93-94); (rr. 120-121). Poi però, travolti dalla passione, i due amanti si concedono anche il : la lunga “servitù d’amore” di Lancillotto può ottenere, finalmente, la propria ricompensa. Discorrono a lungo di tutto ciò che dà loro piacere. La materia non manca: Amore ne dà loro in abbondanza sentimento alto e puro Niente di basso o di volgare tocca il proposito che albergano sentimento eroico lui del sangue che ne stilla goccia a goccia non si accorge neppure sentimento adorante non crede in nessuna santa reliquia quanto crede in lei si volge verso la camera e si inchina come davanti a un altare piacere dei sensi Un sentimento non solo spirituale In un racconto caratterizzato da uno e da una , il narratore compare indirettamente come voce che interviene a commentare, seppure sobriamente e quasi sempre per via allusiva, quanto si svolge sulla scena. Lo fa attraverso alcune notazioni di sapore ironico riferite all’urgenza passionale di Lancillotto: (rr. 48-49); (rr. 89-90); e quando, ammiccando al lettore attraverso la figura retorica della reticenza, afferma che non descriverà nei dettagli la notte di passione tra i due amanti: (rr. 103-104). stile semplice sintassi elementare ma non è al suo letto che pensa su ben altro è appuntato il suo pensiero ma serberò per sempre il silenzio più assoluto su ciò di cui in un racconto è bene tacere Raccontando la partenza di Lancillotto, all’alba, dal letto di Ginevra ( , rr. 110-111), introduce un’osservazione: (rr. 111-112). È quasi un’anticipazione (prolessi), poiché la scoperta di tale dettaglio sarà all’origine di un’accusa di adulterio da parte di Meleagant nei confronti di Ginevra. se il corpo si allontana, il cuore resta lì Ma qualcosa del suo corpo anche è rimasto: le lenzuola sono macchiate e tinte del sangue che è piovuto dalle sue dita La presenza  del narratore  >> pagina 625 Laboratorio sul testo COMPRENDERE Riassumi il contenuto del brano in 10-12 righe.   1. Quali accorgimenti usano i due amanti per non farsi scoprire?   2. ANALIZZARE Come viene descritta la notte? Perché?   3. Quali termini ricorrono nella descrizione dell’incontro amoroso tra Lancillotto e Ginevra?   4. Rintraccia nel testo alcuni esempi di linguaggio figurato.   5. Quale reazione ha Lancillotto di fronte alla ferita che si è procurato svellendo le sbarre? Perché?   6. INTERPRETARE Ti sembra che la narrazione sia più realistica o fiabesca? Da quali elementi lo deduci? 7.  competenze linguistiche COMPETENZE LINGUISTICHE  Nel brano che hai letto, molte subordinate sono introdotte dal "che": esso può avere una funzione relativa (R), soggettiva (S), oggettiva (O), consecutiva (C) o dichiarativa (D). Stabilisci quale funzione ha nelle frasi seguenti. 8.   Sintassi. a) Saluta il re, che (   ) lo accoglie con grandissima gioia              b) Mi basta che (   ) mi indichiate per quale colpa sono stato così punito              c) Tale è la felicità che (   ) non ricorda più nulla delle numerose sofferenze              d) Gli sembra che (   ) duri più di cento giorni normali              e) Questa ha talmente lottato per averla vinta su giorno che (   ), nera e tenebrosa, è finalmente riuscita ad avvolgerlo nel suo mantello              f) Quando vede che (   ) il giorno ha perduto la sua luminosità, Lancillotto...              g) Il fatto che (   ) non sia possibile unirsi di più è per loro un grandissimo dispiacere              h) Ma non vedete che (   ) questi ferri sono troppo rigidi per poterli forzare?              Produrre Quale immagine della donna emerge dal testo? Ginevra è descritta come debole e bisognosa di aiuto? Argomenta la tua opinione facendo riferimento a passi del testo (massimo 15 righe). 9. Scrivere per argomentare La devozione di Lancillotto verso l’amata è rappresentata come una “servitù d’amore”. Un simile modo di concepire il rapporto amoroso ti sembra applicabile anche alle moderne relazioni di coppia? Argomenta la tua opinione (massimo 30 righe). 10. Scrivere per argomentare SPUNTI DI RICERCA  interdisciplinare Cinema Le vicende dei cavalieri di re Artù sono state rielaborate in racconti, romanzi e film: ne conosci qualcuno? Ti sembra che i temi e i personaggi siano simili o differenti rispetto a quanto hai letto qui? L’attore Charlie Hunnam nei panni di re Artù nel recente film (2017). King Arthur