T2 Iacopone da Todi Donna de Paradiso Lauda in 33 quartine di versi in prevalenza settenari, precedute da una terzina introduttiva con schema di rime aax, bbbx, cccx ecc. Metro Donna de Paradiso è la lauda più celebre di Iacopone, l’unica interamente dialogata, ed è un documento della forma più antica del teatro italiano, la sacra rappresentazione. Jean de Beaumetz, , 1389-1395. Le tre vergini e san Giovanni ai piedi della croce Asset ID: 161 ( ) let-altvoc-donna-de-paradiso-iacop50.mp3 Audiolettura «Donna de Paradiso, lo tuo figliolo è preso Iesù Cristo beato. Accurre, donna e vide che la gente l’allide; 5 credo che lo s’occide, tanto l’ò flagellato». «Como essere porria, che non fece follia, Cristo, la spene mia, 10 om l’avesse pigliato?». «Madonna, ello è traduto, Iuda sì ll’à venduto; trenta denar’ n’à auto, fatto n’à gran mercato». 15 «Soccurri, Madalena, ionta m’è adosso piena! Cristo figlio se mena, como è annunziato». in parafrasi [1-3 ] Nunzio: «O signora del Paradiso, tuo figlio, il santo Gesù Cristo, è stato catturato. (l’allide) (che lo s’occide) [4-7] O donna, accorri e guarda come la gente lo percuote : temo che lo uccideranno , tanto l’hanno flagellato». (Como essere porria) (spene) (che non fece follia) [8-11] Maria: «Com’è possibile che abbiano catturato Cristo, la mia speranza , che non ha fatto nulla di male ?». (mercato) [12-15] Nunzio: «O Madonna, egli è stato tradito: Giuda l’ha venduto così; ne ha ricavato trenta denari, ne ha ottenuto un gran guadagno ». (ionta m’è adosso piena) (se mena) [16-19 ] Maria: «O Maddalena, aiutami! Sono travolta dalla pena : Cristo, mio figlio, è portato via , come è stato profetizzato». la Madonna è la “signora del Paradiso”. La parola è usata nell’accezione di , che in latino indicava non generalmente un essere di sesso femminile, ma una vera e propria signora. 1. Donna de Paradiso: donna domina hanno (terza persona plurale, come analogamente anche più avanti). 7. ò: particella impersonale. 11. om: in realtà Giuda ha tradito Gesù per pochi soldi e, soprattutto, così facendo si è dannato per l’eternità. Quindi l’espressione ha valore di antifrasi. 15. fatto n’à gran mercato: è Maria di Magdala, una discepola di Gesù. 16. Madalena: dalle Sacre Scritture. 19. como è annunziato: «Soccurre, donna, adiuta, 20 cà ’l tuo figlio se sputa e la gente lo muta; òlo dato a Pilato». «O Pilato, non fare el figlio meo tormentare, 25 ch’eo te pòzzo mustrare como a ttorto è accusato». «Crucifige, crucifige! Omo che se fa rege, secondo nostra lege 30 contradice al senato». «Prego che mm’entennate, nel meo dolor pensate! Forsa mo vo mutate de que avete pensato». 35 «Traiàn for li latruni, che sian soi compagnuni; de spine s’encoroni, ché rege ss’è clamato!». «O figlio, figlio, figlio, 40 figlio, amoroso giglio! Figlio, chi dà consiglio al cor me’ angustiato? Figlio occhi iocundi, figlio, co’ non respundi? 45 Figlio, perché t’ascundi al petto o’ sì lattato?». «Madonna, ecco la croce, che la gente l’aduce, ove la vera luce 50 déi essere levato». [20-23] Nunzio: «O donna, soccorrilo e aiutalo, perché (cà) tuo figlio è fatto oggetto di sputi e la gente lo porta via (lo muta) ; l’hanno ( òlo) consegnato a Pilato». [24-27] Maria: «O Pilato, non fare torturare mio figlio, poiché io ti posso dimostrare che è accusato a torto». (contradice) [28-31] Popolo: «Crocifiggilo, crocifiggilo! In base alla nostra legge, chi si proclama re si oppone al senato». (che mm’entennate) (m ) [32-35 ] Maria: «Vi prego di ascoltarmi , pensate al mio dolore! Forse allora o cambierete idea rispetto a ciò che avete pensato». (ss’è clamato) [36-39] Popolo: «Portiamo fuori i ladroni, affinché gli siano compagni; sia incoronato di spine, poiché si è proclamato re !». (amoroso) [40-43] Maria: «O figlio, figlio, figlio, figlio, giglio amato ! O figlio, chi sostiene il mio cuore travagliato? (iocundi) (co’) (o’ sì) [44-47] O figlio dagli occhi gioiosi , o figlio, perché non rispondi? O figlio, perché ti nascondi al seno dove sei stato allattato?». (déi) [48-51] Nunzio: «O Madonna, ecco, portata dalla gente, la croce, dove la vera luce deve essere innalzata». Ponzio Pilato, governatore romano della Palestina al tempo della morte di Gesù. 23. Pilato: in latino, è il grido rivolto dal popolo a Pilato, al quale viene chiesto di eseguire la condanna a morte di Gesù. 28. Crucifige: Gesù era accusato di essersi autoproclamato “re dei Giudei”. 29. Omo che se fa rege: sono i due ladroni che verranno crocifissi insieme a Gesù. 36. li latruni: la metafora allude alla purezza di Gesù, privo di peccato (cfr. v. 55). 41. giglio: epiteto evangelico di Cristo, “luce del mondo”. 50. vera luce: «O croce, e que farai? El figlio meo torrai? E que ci aponerai, che no n’à en sé peccato?». 55 «Soccurri, plena de doglia, cà ’l tuo figliol se spoglia; la gente par che voglia che sia martirizzato». «Se i tollit’el vestire, 60 lassatelme vedere, com’en crudel firire tutto l’ò ensanguenato». «Donna, la man li è presa, ennella croc’è stesa; 65 con un bollon l’ò fesa, tanto lo ’n cci ò ficcato. L’altra mano se prende, ennella croce se stende e lo dolor s’accende, 70 ch’è plu multiplicato. Donna, li pè se prènno e clavellanse al lenno; onne iontur’aprenno, tutto l’ò sdenodato». 75 «Et eo comenzo el corrotto figlio, lo meo deporto, figlio, chi me tt’à morto, figlio meo dilicato? Meglio aviriano fatto 80 ch’el cor m’avesser tratto, ch’ennella croce è tratto, stace desciliato!». [52-55] Maria: «O croce, che cosa farai? Prenderai mio figlio? Come potrai punire (que ci aponerai) chi non ha in sé alcun peccato?». (cà) (martirizzato) [56-59] Nunzio: «Soccorrilo, o piena di dolore, poiché tuo figlio viene spogliato: sembra che la gente voglia che sia ucciso ». (crudel firire) [60-63] Maria: «Se gli togliete i vestiti, lasciatemi vedere come le crudeli ferite l’hanno insanguinato tutto». (fesa, cioè “offesa”) (bollon) [64-67 ] Nunzio: «O donna, gli viene presa la mano e stesa sulla croce; l’hanno trapassata con un chiodo , tanto gliel’hanno conficcato. (s’accende) (multiplicato) [68-71] Viene presa l’altra mano e viene stesa sulla croce e il dolore esplode , poiché è aumentato . (li pè) (clavellanse) (lenno) (aprenno) (onne iontur’) (sdenodato) [72-75] O donna, vengono presi i piedi e vengono inchiodati al legno ; rompendo ogni giuntura , l’hanno tutto slogato ». (corrotto) (dilicato) [76-79] Maria: «E io comincio il lamento funebre o figlio, mia gioia: o figlio, chi mi ti ha ucciso, o figlio mio dolce ? (stace) (desciliato) [80-83] Avrebbero fatto meglio a strapparmi il cuore, che è stato messo sulla croce, dove sta straziato ». dativo etico (o di interesse). 78. me: «O mamma, o’ n’èi venuta? Mortal me dà’ feruta, 85 cà ’l tuo plagner me stuta, ché ’l veio sì afferato». «Figlio, ch’eo m’aio anvito, figlio, pat’e mmarito! Figlio, chi tt’à firito? 90 Figlio, chi tt’à spogliato?». «Mamma, perché te lagni? Voglio che tu remagni, che serve mei compagni, ch’êl mondo aio aquistato». 95 «Figlio, questo non dire! Voglio teco morire, non me voglio partire fin che mo ’n m’esc’ el fiato. C’una aiàn sepultura, 100 figlio de mamma scura, trovarse en afrantura mat’e figlio affocato!». «Mamma col core afflitto, entro ’n le man’ te metto 105 de Ioanni, meo eletto; sia to figlio appellato. Ioanni, èsto mea mate: tollila en caritate, àginne pietate, 110 cà ’l core sì à furato». «Figlio, l’alma t’è ’scita, figlio de la smarrita, figlio de la sparita, figlio attossecato! 115 [84-87] Gesù: «O mamma, perché (o’ ) sei venuta? Mi infliggi una ferita mortale, poiché il tuo pianto, che vedo così disperato (afferato) , mi uccide (me stuta) ». [88-91] Maria: «O figlio, ne ho buon motivo, o figlio, padre e marito! O figlio, chi ti ha ferito? O figlio, chi ti ha spogliato?». (che tu remagni) (serve) [92-95] Gesù: «O mamma, perché ti lamenti? Voglio che tu rimanga in vita e che sostenga i miei compagni che ho avuto in questo mondo». (fin che mo ’n m’esc’ el fiato) [96-99] Maria: «O figlio, non dire ciò! Voglio morire con te, non voglio allontanarmi da qui finché avrò respiro . (scura) (affocato) (en afrantura) [100-103] Voglio che siamo sepolti insieme, figlio di una madre sventurata : che la madre e il figlio ucciso si trovino nello stesso tormento ». (eletto) [104-107] Gesù: «O mamma dal cuore afflitto, ti affido a Giovanni, il mio discepolo prediletto : sia chiamato tuo figlio. (en caritate) (furato) [108-111] Giovanni, ecco mia madre: prendila con amore , abbi pietà di lei, poiché ha il cuore così trafitto ». (smarrita) (sparita) (attossecato) [112-115] Maria: «O figlio, l’anima ti è uscita, o figlio di me impazzita dal dolore , o figlio di me disperata , o figlio avvelenato ! letteralmente, “dove” (dal latino ). 84. o’: ubi letteralmente, “poiché io ne ho invito”. Maria dice di avere dei buoni motivi per essere lì (ai piedi della croce) e per piangere. 88. ch’eo m’ aio anvito: Maria è madre di Gesù, figlia di Dio (come tutti gli esseri umani) e sposa di Cristo in quanto immagine della Chiesa. 89. figlio, pat’e mmarito: sono gli apostoli. 94. compagni: letteralmente, “soffocato”. 103. affocato: Figlio bianco e , ▶ vermiglio figlio senza simiglio, figlio, e a ccui m’apiglio? Figlio, pur m’ài lassato! Figlio bianco e biondo, 120 figlio volto iocondo, figlio, perché t’à el mondo, figlio, cusì sprezzato? Figlio dolc’e placente, figlio de la dolente, 125 figlio àte la gente mala mente trattato. Ioanni, figlio novello, morto s’è ’l tuo fratello. Ora sento ’l coltello 130 che fo profitizzato. Che moga figlio e mate d’una morte afferrate, trovarse abraccecate mat’e figlio impiccato!». 135 [116-119] O figlio che eri bianco e rosso, o figlio senza pari (s enza simiglio ) , o figlio, a chi mi aggrappo? O figlio, mi hai proprio ( pur ) abbandonata! [120-123] O figlio bianco e biondo, o figlio dal volto gioioso, o figlio, o figlio, perché il mondo ti ha a tal punto disprezzato? (àte) (mala mente) [124-127] O figlio dolce e bello, o figlio di me addolorata, o figlio, la gente ti ha trattato con tanta cattiveria . [128-131] O Giovanni, mio nuovo figlio, tuo fratello è morto. Ora sento il coltello che fu profetizzato. ( ) (d’una morte) (impiccato) (abraccecate) [132-135 ] Vorrei che il figlio e la madre morissero moga afferrati da un’unica morte : che la madre e il figlio crocifisso si trovassero abbracciati . Parola di Treccani La parola (rosso vivo, intenso) deriva dal provenzale , attraverso il diminutivo del latino (verme). Nella lingua della tarda latinità, , oltre a indicare propriamente un piccolo verme, si riferiva ad un parassita vegetale, la cocciniglia e, per estensione, al colore ricavato dall’essiccamento del corpo delle femmine di questo insetto. La polvere di cocciniglia è un antichissimo colorante, ancora oggi molto diffuso (in Italia con il nome di E 120) come additivo alimentare, in alcuni prodotti farmaceutici e per cosmetici come fard o rossetti. Vermiglio vermiglio vermelh vermis vermiculus i colori della salute e della bellezza. 116. bianco e vermiglio: nel Vangelo di Luca (II, 35), un anziano presente al battesimo di Gesù al tempio, aveva profetizzato: «Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà come fa una spada». 130. Ora sento… profitizzato: >> pagina 651 con il testo A tu per tu Le urla della folla, le parole di Cristo, l’invocazione della Vergine: sulla scena, a scandire le stazioni della Via Crucis, risuonano le voci di un dramma angosciante. Immaginiamo i credenti del tempo di Iacopone mentre partecipano con pathos e coinvolgimento alla rappresentazione della vicenda, una vera e propria esecuzione teatrale. Ma l’effetto emotivo è garantito anche per noi che leggiamo sulla pagina il lamento funebre della Madonna. La cruda concretezza della storia evangelica si rivela soprattutto nel dialogo finale e nel realismo del martirio, tanto che può perfino passare in secondo ordine la consapevolezza che la crocifissione e il sacrificio di Cristo rientrino nella prospettiva più alta della sua missione. Quello di cui siamo testimoni e che ci colpisce è la sofferenza – umana, umanissima – di una madre. Una madre qualunque dinanzi alla perdita del figlio. Duccio di Buoninsegna, (particolare), 1315-1330 ca. Crocifissione >> pagina 652 Analisi Iacopone racconta in questa lauda in forma di dialogo la , il la . Alla voce di un nunzio che accompagna lo svolgimento dell’azione subentrano gli interventi della Madonna, che prima cerca di convincere Pilato a concedere la grazia a Gesù, poi si rivolge al popolo, che ne invoca il sacrificio ( , v. 28), e al figlio stesso. Quest’ultimo pronuncia parole piene di umana tenerezza per Maria: ogni suo intervento inizia con il termine (vv. 84, 92, 104). Invano cerca di consolarla, guidandola alla comprensione della sua missione: la donna non accetta l’ingiusta fine del figlio e si abbandona a un disperato lamento funebre. condanna processo e crocifissione di Cristo Crucifige, crucifige Mamma Il pianto per una morte crudele Il poeta intende proprio sottolineare l’ , che preferirebbe morire piuttosto che continuare a vivere dopo la perdita del figlio (vv. 97-99). Emerge in tal modo il quadro intimo di una , che mette al centro dell’attenzione il dramma umano di una donna, di una madre, mentre l’elemento teologico sembra quasi passare in secondo piano. L’umanizzazione della dimensione divina, il linguaggio facilmente comprensibile anche da un pubblico popolare e la forma della rappresentazione drammatica mirano a : l’autore intende convertirli facendoli identificare emotivamente con la Madonna e con Cristo. inconsolabile dolore della Vergine sofferenza istintiva coinvolgere in maniera più diretta i lettori L’umanizzazione del divino La lauda presenta diversi , alcuni ripresi quasi letteralmente. Per esempio i vv. 29-31 ( ) rimandano chiaramente al testo di Giovanni, 19, 12 («Infatti chiunque si proclami re si contrappone all’imperatore»). Lo stesso dicasi per il del v. 28, che richiama Giovanni, 19, 15 («Prendilo, prendilo, crocifiggilo»). Ancora: i vv. 104-111 (l’affidamento di Maria a Giovanni) ricordano molto da vicino Giovanni, 19, 26-27, e il coltello citato al v. 130 fa riferimento al passo di Luca, 2, 35, dove il vecchio Simeone aveva profetizzato a Maria che una spada le avrebbe trafitto il cuore, con riferimento al dolore che essa avrebbe provato per la morte di Gesù. riferimenti a passi dei Vangeli Omo che se fa rege, / secondo nostra lege / contradice al senato Crucifige I richiami scritturistici Tuttavia, rispetto al racconto evangelico, il tempo e lo sviluppo dei fatti sono abbreviati dall’autore in maniera significativa. Pochi sono i “quadri” presentati: l’arresto, la condanna, la salita al Golgota (il colle su cui Gesù venne ucciso), la crocifissione. Tali scene sono però rese con grande partecipazione da chi le narra, in particolare dal nunzio, al quale spetta il compito di riferire la maggior parte dei fatti. La sua narrazione della crocifissione è caratterizzata dal : la sofferenza fisica provata da Cristo e i dettagli del suo martirio (le mani e i piedi inchiodati alla croce, le giunture slogate, il sangue delle ferite) vengono sapientemente descritti in modo da accrescere l’emotività del pubblico che assiste alla messa in scena della rappresentazione. crudo realismo Un realismo drammatico Laboratorio sul testo COMPRENDERE Quale episodio evangelico viene presentato nella lauda? 1. Quali sono i personaggi presenti nella lauda? Distingui quelli che parlano in prima persona e quelli che, dalle indicazioni presenti nel testo, sono presenti, benché muti, sulla scena. 2. La lauda è divisibile in tre diverse parti (di lunghezza molto diversa): quali sono, di che cosa trattano e che cosa le distingue? 3. ANALIZZARE Quale rapporto esiste tra Maria e Cristo? Rispondi facendo riferimento a passi ed espressioni usate nel testo. 4. Quale figura retorica è presente ai vv. 88-91 e 112-126? Quali sentimenti ti sembra voglia esprimere? 5. >> pagina 653 INTERPRETARE La figura retorica descritta sopra era presente anche nel ? Ha la stessa funzione in entrambi i testi? Perché? 6. Cantico delle Creature Individua nel testo i termini che afferiscono alla sfera semantica del dolore e della sofferenza (fisica e psicologica) e che permettono di parlare di “crudo realismo” per lo stile di questa lauda. 7. competenze linguistiche Tutta la lauda è scritta utilizzando il discorso diretto: prova a riscrivere le prime dieci strofe (fino al v. 39) come se fosse narrata da un narratore esterno in terza persona. Fai attenzione a inserire delle brevi frasi che spieghino lo svolgimento dell’azione e alla consequenzialità dei tempi verbali nel passaggio dal discorso diretto a indiretto (l’esercizio è avviato). 8. Dal dialogo alla narrazione. a) Riscrittura al presente: Il messaggero si rivolge a Maria dicendole che suo figlio, Gesù Cristo, è stato catturato, e la invita ad affrettarsi per guardare la gente che lo percuote, tanto che... b) Riscrittura al passato remoto: Il messaggero si rivolse a Maria dicendole che suo figlio, Gesù Cristo, era stato catturato, e la invitò ad affrettarsi per guardare la gente che lo percuoteva, tanto che... SPUNTI DI RICERCA interdisciplinare LINGUE E LETTERATURE STRANIERE Nel Medioevo, le rappresentazioni sacre di argomento religioso erano diffuse in molte parti d’Europa: individua le caratteristiche che queste forme teatrali avevano nel paese di cui studi la lingua (con l’aiuto dell’insegnante) e confrontale con la lauda di Jacopone. LETTERATURA Nel 1977 lo scrittore e attore Dario Fo scrisse la sua opera più nota, , ispirata proprio alla tradizione medievale della lauda drammatica, utilizzando un particolare miscuglio linguistico di sua invenzione, il . Prova a leggere un brano di aiutandoti con il testo a fronte in italiano (la parte finale, , è basata sullo stesso episodio evangelico di ) o a cercare su YouTube il filmato di una delle tante rappresentazioni teatrali che ne fece l’autore, individuando le similitudini e le differenze rispetto al testo di Iacopone. Mistero buffo grammelot Mistero buffo Passione. Maria alla croce Donna de Paradiso Dario Fo, autore di , e Franca Rame (1929-2013), che nel lavoro teatrale interpretò la Madonna. Mistero buffo