come analizzare Giacomo Leopardi (Recanati 1798-Napoli 1837) A Silvia Tratto da Canti , 1831  canzone libera di endecasillabi e settenari variamente rimati Metro Giacomo Leopardi dedica questa canzone a una fanciulla timida e sognante, stroncata da una malattia poco prima di vivere il fiore dei suoi anni. Il sogno di un dolce avvenire, auspicato durante la prima giovinezza sia dalla ragazza sia da Giacomo, viene dissolto dal cadere delle illusioni e dall’arida realtà della vita, che impone agli esseri umani un destino di privazione e sofferenza. Insieme a quelle di Silvia, vanificate da una morte prematura, svaniscono così anche le ingenue speranze vissute dal poeta, a cui non resta che rassegnarsi a un misero, amaro sgomento. Marianne Stokes, , 1917. La tessitrice  Asset ID: 76 ( )  let-audlet-a-silvia-g-leopardi260.mp3 Audiolettura Silvia , rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,        e tu, il limitare 5 lieta e pensosa, di gioventù salivi?   1 Silvia: La poesia si apre con un’ apostrofe . La coppia di aggettivi   forma un  . 5 lieta e pensosa: lieta e pensosa ossimoro dietro questo nome – mutuato dalla ninfa protagonista di un’opera di Torquato Tasso, l’ – si cela probabilmente Teresa Fattorini, la figlia del cocchiere di casa Leopardi, morta diciottenne di tubercolosi. 1. Silvia: Aminta ricordi ancora quel periodo della tua vita terrena. e indicano la distanza del punto di vista da cui l’io lirico parla, segno del lungo tempo trascorso. 1-2. rimembri… mortale: Ancora quel la bellezza splendeva. 3. beltà splendea: sfuggenti, schivi. 4. fuggitivi: ti avvicinavi ( ) alla soglia ( ) della giovinezza ( ). Il poeta si riferisce all’epoca in cui Silvia si trovava al confine tra l’adolescenza e la giovinezza. 5-6. il limitare di gioventù salivi: salivi limitare gioventù Sonavan le quiete stanze, e le vie dintorno, al tuo perpetuo canto,      10 allor che all’opre femminili intenta sedevi, assai contenta di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi così menare il giorno. 7-11 Sonavan... contenta: Sono versi ricchi di rimandi fonici: si notino l’insistenza sull’ della allitterazione s , che riprende l’iniziale di Silvia ( S onavan , stanze , sedevi , assai ) e la somiglianza fonica tra canto : intenta : contenta , legati da una consonanza e da una rima baciata. le stanze tranquille e silenziose ( ) e le vie circostanti ( ) risuonavano del tuo canto continuo ( ). 7-9. Sonavan… canto: quiete dintorno perpetuo quando sedevi, dedita alle occupazioni ( ) femminili. 10-11. allor che all’opre… sedevi: opre futuro indistinto. Tuttavia, significa anche “lieve” e “gradevole”, “bello”: Silvia immagina il proprio in modo confuso, ottimistico e spensierato. 12. vago avvenir: vago avvenir era maggio, profumato dal fiorire primaverile. 13. Era il maggio odoroso: usavi trascorrere così. 13-14. solevi così menare:     Io gli 15 studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte, ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte, d’in su i veroni del paterno ostello     porgea gli orecchi al suon della tua voce, 20 ed alla man veloce che percorrea la faticosa tela. Mirava il ciel sereno, le vie dorate e gli orti,     e quinci il mar da lungi, e quindi il monte. 25 Lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno.   15-16 studi... carte: Studi leggiadri   e   sudate carte   formano un   chiasmo , per l’ordine sintattico invertito (nome + aggettivo e viceversa). Tra   leggiadri   e   sudate , inoltre, si crea un’ antitesi . Va anche notato come   sudate carte   sia una   metonimia   che sostituisce la causa (gli studi, che sono faticosi) con l’effetto (il sudore). Infine Leopardi usa un’ anastrofe   che viola il normale ordine sintattico: il complemento oggetto ( gli studi leggiadri ) è anteposto al verbo e separato da   e le sudate carte .  Un'altra  anticipa il complemento partitivo ( ), che normalmente andrebbe collocato dopo il nome a cui si riferisce ( ). 18 e di me si spendea la miglior parte: anastrofe di me la miglior parte  che sostituisce un concetto astratto (il lavoro faticoso) con una concreto ( ). 22 la faticosa tela: Metonimia la faticosa tela Ancora una   che sostituisce lo strumento ( ) a chi lo usa (l’uomo). 26-27 Lingua... seno: metonimia Lingua mortal studi nobili, dolci e graziosi. L’aggettivo rende la grande passione per la conoscenza che avevano spinto Leopardi a gettarsi, tra il 1809 e il 1816, in quelli che egli stesso definì «sette anni di studio matto e disperatissimo». 15. studi leggiadri: nei quali [gli studi] ( ) si spendeva la parte iniziale e migliore della vita, cioè, la giovinezza. 17-18. ove… parte: ove da sopra i balconi ( ) della casa ( ) di mio padre. 19. d’in… ostello: veroni ostello porgevo. 20. porgea: che percorreva avanti e indietro, faticosamente, la tela da filare. 22. che… tela: contemplavo. 23. Mirava: vie piene di luce. la campagna, comprendente giardini e campi coltivati. 24. vie dorate: orti: da una parte ( ) il mare, in lontananza, e dall’altra ( ) le montagne. Da Recanati, dove vivevano la fanciulla e il poeta, si vedono sia il mare Adriatico sia l’Appennino marchigiano. 25. e quinci… il monte: quinci quindi ciò che sentivo nel cuore ( ). 27. quel… seno: seno Che pensieri soavi, o Silvia mia! che speranze, che cori,     Quale allor ci apparia 30 la vita umana e il fato! Quando sovviemmi di cotanta speme, un affetto mi preme acerbo e sconsolato,     e tornami a doler di mia sventura. 35 O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?   28-29 Che pensieri... cori: Il  climax , rafforzato dall’  del  anafora che , aumenta l’enfasi associata ai ricordi del poeta.  Il tono dell’  alla natura è reso più drammatico dalla ripetizione ( ). 36-39 O natura... tuoi?: apostrofe O natura, o natura Le due interrogative presentano inoltre l’  del pronome  , nel secondo caso collocata all’interno del verso. Si noti anche l’  temporale tra   e  , vv. 37-38. anafora perché antitesi poi allor dolci. 28. soavi: emozioni, moti dell’animo. 29. cori: come ci apparivano ( ) meravigliose, a quel tempo ( ), la vita umana e il suo destino futuro ( ). 30-31. Quale… fato: ci apparia allor il fato quando mi torna alla memoria ( ) una speranza tanto grande, mi opprime ( ) un sentimento angoscioso, crudele ( ) e senza speranza di consolazione ( ). 32-34. Quando sovviemmi… sconsolato: sovviemmi mi preme acerbo sconsolato e torno a soffrire per la mia cattiva sorte. 35. e… sventura: o natura, o natura, perché non dai ( ) nell’età matura ( ) ciò che prometti nella prima giovinezza ( )? 36-38. O natura… allor?: rendi poi allor così tanto. 38. di tanto:     Tu 40 pria che l’erbe inaridisse il verno, da chiuso morbo combattuta e vinta, perivi, o tenerella. E non vedevi il fior degli anni tuoi; non ti molceva il core      45 la dolce lode or delle negre chiome, or degli sguardi innamorati e schivi; né teco le compagne ai dì festivi ragionavan d’amore.   40 pria che l’erbe inaridisse il verno: Leopardi usa una  per indicare l’autunno. perifrasi  Tradizionale  letteraria per indicare la giovinezza. 42-43 E non... tuoi: metafora  Leopardi usa una  per sostituire lo strumento (gli occhi) con il suo effetto (gli  , che si lanciano attraverso gli occhi). 44-46 non ti molceva... d’amore: metonimia  sguardi : il periodo è strutturato attraverso un  , basato su tre proposizioni principali coordinate tra loro e introdotte dall’  del  , che nell’ultimo membro è variato in  :  …  …  …  . Vv. 42-48 parallelismo anafora non né non vedevi non ti molceva né ragionavan tu [Silvia], prima che l’inverno ( ) rendesse arida l’erba. 40. Tu… verno: verno malattia nascosta; la tubercolosi. 41. chiuso morbo: morivi. 42. perivi: e non potevi vivere la piena giovinezza. 42-43. E non… anni tuoi: non ti lusingava ( ) il cuore la lode (compiuta da qualche giovane infatuato) dei tuoi capelli neri ( ) e dei tuoi occhi ( ) timidi, che fanno innamorare ( , usato in senso attivo). La morte prematura impedisce alla giovane di vivere le prime esperienze amorose. Non a caso, il destino della ragazza si definisce tutto in negativo, mediante i beni e i piaceri di cui non ha potuto godere. 44-46. non ti molceva… schivi: molceva negre chiome sguardi innamorati e le tue coetanee non parlavano ( ) d’amore con te ( ). 47-48. né teco… d’amore: ragionavan teco Anche peria fra poco      50 la speranza mia dolce: agli anni miei anche negaro i fati Ahi come, la giovanezza. come passata sei, cara compagna dell’età mia nova,      55 mia lacrimata speme! Questo è quel mondo? Questi i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte dell’umane genti? 60     All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano. Giacomo Leopardi, , in , vol. I, a cura di M.A. Rigoni, Mondadori, Milano 1987 Canti Poesie e prose   49-52... giovanezza: Anche In due forti   il verbo viene anteposto al soggetto ( anastrofi peria …  la speranza ;  negaro i fati ). Le figure di posizione aumentano la drammatica ineluttabilità del racconto del poeta, che spiega di aver perso ogni possibilità di vivere in modo spensierato la giovinezza, e, insieme, la vita intera. La speranza viene umanizzata tramite una  . 54-55 cara compagna... speme!:  personificazione Le tre proposizioni interrogative formano un   sostenuto dall’  del pronome  . 56-59 Questo è... genti?: parallelismo anafora questo dopo poco sarebbe morta anche la mia dolce speranza, ovvero le illusioni giovanili. 49-50. Anche peria fra poco la speranza mia dolce: il destino ( ) negò ( ) la giovinezza anche alla mia vita ( ). A differenza di quella di Silvia, la giovinezza del poeta non è impedita dalla morte, ma allo stesso modo non ha realizzato ciò che egli aveva sperato. 50-52. agli… giovanezza: i fati negaro agli anni miei anche ahi, come ti sei dileguata ( ), mia compianta speranza, cara compagna della mia adolescenza ( ). , al v. 54, non si riferisce a Silvia, bensì alla del v. 55. Si crea, tuttavia, una sovrapposizione simbolica tra Silvia e le speranze di felicità del poeta. 52-55. Ahi come, come passata sei… mia lacrimata speme!: passata sei età mia nova Cara compagna speme sono questi i piaceri ( ), l’amore, le opere, gli avvenimenti ( ) di cui tanto discutemmo ( ) insieme? L’interlocutrice del poeta è sempre la speranza. 56-58. Questi… insieme?: diletti eventi ragionammo al­l’ap­parire dell’amara verità della vita, tu (la speranza del poeta, e insieme anche la giovane Silvia) sei caduta. 60-61. All’apparir del vero tu, misera, cadesti: la mano che un tempo tesseva la tela del futuro ora indica la tomba, additando il destino inesorabile che attende gli uomini. 61. mano: spoglia, priva di ornamenti. 62. ignuda: indicavi da lontano. 63. mostravi di lontano: