a tu per tu con l’opera La Porta del Paradiso LORENZO GHIBERTI DATA 14 25-1452 bronzo dorato Materiale 506x387 cm MISURE Firenze, LUOGO Museo dell’Opera del Duomo Lettura d’opera – (Filippo Brunelleschi) Formella del sacrificio di Isacco Nella cornice della porta, Ghiberti inserisce un autoritratto: una testina scolpita che emerge da un tondo, dall’espressione spontanea e i tratti definiti con naturalezza. È la dimostrazione dell’orgogliosa consapevolezza raggiunta dagli artisti del Quattrocento riguardo al proprio ruolo, alla dignità del proprio lavoro. comprendo e apprezzo Dove? Quando? Perché? Il futuro artefice della Porta del Paradiso, (Firenze 1378-1455), si forma a Firenze nella bottega del padre dove si intrecciano scultura e oreficeria. Dopo un importante periodo di formazione nelle Marche, nel 1401 gli si presenta l’occasione buona per avviare la sua carriera: il indetto dall’Arte di Calimala (la corporazione fiorentina dei mercanti) per la realizzazione della porta nord del Battistero, che Ghiberti vince superando Brunelleschi, il suo principale concorrente. Lorenzo Ghiberti concorso Dopo la realizzazione di quest’opera, l’Arte di Calimala gli commissiona anche la porta che sarà posta a est e che Michelangelo chiamerà la Porta del Paradiso, nome con cui è tuttora conosciuta. La porta viene realizzata dalla bottega di Ghiberti (in cui opera anche suo figlio, Vittore) e alla sua lunga lavorazione partecipano alcuni tra i migliori artisti del tempo: Donatello, Michelozzo, Benozzo Gozzoli, Luca della Robbia. Che cosa vedo? La Porta del Paradiso è costituita da in bronzo dorato, più grandi rispetto a quelle delle altre porte, che ne hanno ventotto. Questa scelta consente di dare maggiore respiro e leggibilità alle scene raffigurate. Ogni riquadro rappresenta un episodio tratto dalla Bibbia: le storie di Adamo ed Eva, Caino e Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giuseppe, Mosè, Giosuè, David e Salomone. Nelle cornici, personaggi biblici ma anche piante, animali, ghirlande. 1 dieci formelle qua drate La porta si presenta come , perché Ghiberti pone grande attenzione ai dettagli naturalistici e alla compostezza delle scene, costruite secondo le regole della prospettiva; fa inoltre un uso efficace dello “ ” donatelliano, con rilievi appena accennati a far percepire sfondi e contesti. 2 compiutamente rinascimentale stiacciato Lorenzo Ghiberti, (1401), formella per il concorso per la porta nord del Battistero, bronzo dorato, 45x38 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. Sacrificio di Isacco confronto Le due formelle con cui Ghiberti e Brunelleschi si mettono in gara fra loro nel concorso del 1401 rappresentano un momento drammatico raccontato nell’Antico Testamento: un angelo, inviato da Dio, ferma la mano di Abramo che sta per sacrificare il figlio Isacco. Lo stile di Ghiberti è ancora in parte legato alla tradizione gotica, la composizione è elegante nella disposizione delle figure e nella linearità dei panneggi, quieta nell’atmosfera generale. Brunelleschi, invece, dà alla scena un tono più drammatico e concitato, con le figure più evidentemente in azione e la mano dell’angelo che interviene solo all’ultimo istante. Filippo Brunelleschi, (1401), formella per il concorso per la porta nord del Battistero, bronzo dorato, 45x38 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. Sacrificio di Isacco punti fermi La Porta del Paradiso fu accolta come un vero e proprio capolavoro tanto che fu deciso di assegnarle il posto d’onore , di fronte al Duomo. La scelta di ridurre il numero delle formelle rispetto alle altre porte permette a Ghiberti di realizzare scene più ampie e leggibili.