L’architettura contemporanea Oggi il rende possibile un nuovo modo di progettare gli edifici: sempre più spesso gli architetti tracciano semplici schizzi che i software traducono successivamente in costruzioni complesse, attraverso sofisticati sistemi di calcolo e di disegno digitale. computer Grazie all’ausilio del computer le nuove architetture possono sfidare le leggi della gravità, con pareti oblique e particolari forme curve fantasiose e bizzarre. I materiali più utilizzati sono il cemento, i metalli, le plastiche e il vetro. Il Centro Georges Pompidou di Piano e Rogers L’architetto Renzo Piano insieme all’inglese Richard Rogers vince nel 1971 un concorso internazionale per realizzare il Centro nazionale d’arte e cultura Georges Pompidou nel cuore di Parigi, nel quartiere del Marais. Quando viene eretto, il museo, vistosamente in contrasto con l’architettura parigina circostante, suscita un grande scandalo perché da semplice contenitore di spazi espositivi è stato trasformato in una sorta di motore: alla vista, perfettamente leggibile e identificabile. Il muro della facciata ovest è una pellicola trasparente che mostra la struttura interna; come in un’architettura rovesciata, inoltre, tutte le condutture sono visibili, evidenziate dai loro diversi colori: giallo per l’elettricità, rosso per gli ascensori e le scale mobili, verde per l’acqua e blu per l’impianto di aerazione. ogni funzione dell’edificio è svelata Renzo Piano e Richard Rogers, Centre Pompidou, facciata e particolare, dal 1971. Parigi Una casa danzante Per esprimere la complessità della città contemporanea e le contraddizioni della nostra società, Frank O. Gehry (Toronto 1929) rifiuta l’architettura tradizionale, fatta di strutture verticali e orizzontali composte con razionalità, e sceglie di esprimersi liberamente con , pilastri e pareti oblique, accostamenti imprevedibili di materiali. Questo edificio è caratterizzato da un corpo vetrato sinuoso, da pilastri incurvati alla base e dall’andamento ondulato delle facciate in cemento, animate dalla scansione irregolare delle finestre. forme curve irregolari Frank O. Gehry, Dancing House (1996). Praga. >> pagina 539 L’edificio-cigno L’architetto spagnolo Santiago Calatrava (Benimámet 1951) unisce la grandiosità della struttura architettonica con il tema del movimento; per questo i suoi edifici sono come enormi sculture, ispirate alle forme della natura e fortemente dinamiche. La struttura bianca in acciaio e cemento di questo museo è caratterizzata da , che si possono aprire e chiudere durante il giorno come le ali di un grande cigno per regolare l’ingresso della luce negli spazi interni. parti meccaniche mobili Santiago Calatrava, Milwaukee Art Museum (1994-2001). Milwaukee. Il museo Quai Branly di Jean Nouvel Il Quai Branly è un museo parigino progettato dall’architetto francese Jean Nouvel (Fumel, Lot-et-Garonne 1945), e rispetto al Centre Pompidou si inserisce in modo più armonioso nello spazio naturale, anzi, lo ricrea. Sorto nel 2006 per ospitare un’esposizione permanente e mostre temporanee dedicate all’arte non occidentale, l’edificio principale, a cinque piani, ha la , o di una lunga galleria di oltre 200 metri. Questa forma è funzionale e serve da collegamento tra varie sale che all’esterno sono visibili come parallelepipedi di diversi colori. Sul tetto, un sistema di pannelli fotovoltaici usa la luce solare per produrre energia, secondo un principio di sostenibilità. struttura di un ponte Sulla facciata rivolta verso la Senna, che si apre su un giardino, l’edificio è completato da un . Creato dal biologo Patrick Blanc, il polmone verde copre e “smaterializza” la facciata del museo, rendendo la struttura stessa un centro pulsante di vita e creazione: il muro comprende 15 000 piante differenti, appartenenti a 150 specie che, con la loro diversità, rispecchiano la varietà delle collezioni museali. muro vegetale Biografia di Jean Nouvel Jean Nouvel, Patrick Blanc, Muro vegetale del Museo quai Branly, 1999-2006. Parigi. >> pagina 540 Il MAXXI di Zaha Hadid Tra i nomi dell’architettura contemporanea spicca Zaha Hadid (Baghdad 1950-Miami 2016), prima donna a ricevere, nel 2004, il prestigioso Pritzker Prize, il massimo riconoscimento per un architetto. Nel 1998, a seguito di un concorso internazionale, Zaha Hadid vince l’incarico per la realizzazione, a Roma, nel quartiere Flaminio, del MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. Il progetto rappresenta una di molte istanze dell’architettura contemporanea: volumi complessi, pareti curve, spazi disposti su più livelli che stupiscono e affascinano il visitatore. All’esterno, sulla superficie curva della grande hall centrale, si sovrappone un che sembra sporgere in modo precario dall’edificio. sintesi creativa volume diagonale Zaha Hadid, MAXXI, dal 1998. Roma. Ripensare le tragedie contemporanee: il memoriale di New York L’11 settembre del 2001 a New York due aerei di linea vengono dirottati contro i simboli della città, le Torri Gemelle, grattacieli identici alti 410 metri e inaugurati nel 1973. Nel 2004, per preservare il ricordo dell’evento e rendere omaggio alle vittime, gli architetti Michael Arad (Londra 1969) e Peter Walker (Pasadena, California 1932) sul luogo delle torri crollate scelgono non di ricostruire, ma di creare che simulano il perimetro degli edifici. I “vuoti” sono riempiti da due fontane, dove l’acqua precipita senza sosta; sui bordi sono riportati i nomi delle vittime. due enormi spazi vuoti Memoriale dell’11 settembre e One World Trade Center (2004-2011). New York. punti fermi L’architettura contemporanea: usa il per la progettazione e il disegno . può avere fantasiose e . usa soprattutto materiali come il , i metalli, il .