La macellazione Come ben sai la macellazione consiste in quel processo che porta l’animale da macello dall’allevamento alla vendita al dettaglio. Vediamo ora più nel dettaglio quali sono le caratteristiche di  ciascun passaggio. Dalla stalla al macello Il trasporto: deve essere considerata la prima fase della macellazione perché condiziona fortemente la qualità finale delle carni. L’allevatore è responsabile del trasporto degli animali che devono arrivare al macello in buone condizioni di salute: il viaggio dovrà essere quanto più breve possibile così da evitare loro uno stress eccessivo; inoltre lo spazio destinato a ogni capo deve essere adeguato e gli animali devono essere puliti. Il controllo: si verifica all’arrivo al mattatoio. Viene fatto dagli addetti alla macellazione, che si accertano  subito che le condizioni di trasporto ideali siano state rispettate: le carni di un animale eccessivamente  affaticato, infatti, si conserveranno meno a lungo, perché più soggette alla proliferazione  microbica; quelle di un animale sporco sono facilmente contaminate e l’animale va lavato prima  della macellazione, con perdite di tempo e costi aggiuntivi. I responsabili del controllo verificano  anche eventuali comportamenti o aspetti inusuali degli animali, così come la presenza di segni evidenti  di punture, che potrebbero indicare un trattamento illecito effettuato durante l’allevamento o  il trasporto oppure per una malattia in atto. Infine verrà controllato che la documentazione presentata dall’allevatore corrisponda all’identità  dei capi. Nel caso siano evidenziate scorrettezze nelle  condizioni di trasporto e di pulizia o altre non conformità  alle disposizioni di legge, viene inviata una  lettera di monito. : una volta scaricato dal mezzo di trasporto,  La sosta al bestiame va concesso un periodo di riposo  peché possa smaltire lo stress. Il riposo  sarà più o meno lungo a seconda delle  condizioni e della durata del viaggio. LA CLASSIFICAZIONE DELLE CARNI SECONDO LA PROVENIENZA ANIMALI DA MACELLO ANIMALI DA CORTILE SELVAGGINA CACCIAGIONE Bovini (bue, manzo, toro, vacca, vitellone, vitello) Pollo (cappone, galletto, gallina) Camoscio, capriolo, cervo, daino Anatra selvatica, pernice Ovini (montone, pecora, castrato, agnellone, agnello) Anatra, faraona, piccione Cinghiale, lepre Fagiano, quaglia Caprini (becco, capra, capretto) Tacchino, oca, coniglio     Suini (pesanti, leggeri, suinetti)       Equini (puledro, cavallo, asino, mulo e bardotto)       Bufalo (annutolo, bufalo)       CARNI BIANCHE CARNI ROSSE CARNI SCURE O NERE   Pollame, coniglio Bovino adulto Faraona, oca   Capretto, agnello Ovino adulto Piccione e cinghiale   Vitello Caprino adulto Camoscio, capriolo   Suino Equini e bufalo Cervo, daino, lepre    >> pagina 242  L’uccisione dell’animale e le prime lavorazioni : avviene tramite una pistola a  Lo stordimento carica elettrica che va regolata in base alla specie  e alla grandezza dell’animale. Un uso scorretto  può causare traumi cranici che contaminerebbero  tessuti commestibili come il cervello. : l’animale stordito viene appeso  La sospensione a testa in giù su appositi ganci trainati da carrucole meccaniche. : questa operazione è molto  Il dissanguamento delicata e deve essere svolta manualmente  usando due coltelli; con il primo si incide la pelle,  con il secondo si recidono i grandi vasi sanguigni  del collo: usando un solo coltello, si rischierebbe  di contaminare l’interno del collo con sostanze e microrganismi presenti sulla pelle. Ogni coltello va poi sterilizzato dopo ogni utilizzo.  Una volta effettuati i due tagli, si attenderà il dissanguamento completo: negli animali da macello più piccoli (ovini, caprini e suini magroni) dura 3-4 min, nei suini pesanti dura 4-5 min e nei bovini adulti 7 min. (tutti gli animali eccetto i suini):  Lo scuoiamento all’animale completamente dissanguato  si tagliano la testa e le estremità delle zampe.  Quindi esso viene scuoiato, cioè privato della  pelle, della coda e degli organi genitali esterni.  Tutte le parti che non sono destinate al consumo  alimentare vanno smaltite secondo le direttive  sanitarie. Lo scuoiamento è un’operazione  piuttosto delicata, perché si rischia di rovinare  le carni sottostanti la pelle, con un conseguente  deprezzamento; può essere svolta manualmente  o con l’uso di specifici macchinari. (suini): al posto dello scuoiamento,  La depilazione i suini vengono sottoposti a una depilazione  che rimuove completamente le setole senza  danneggiare la cute. : come prima cosa si effettua la legatura del retto e dell’esofago, in modo da evitare contaminazioni; successivamente si estraggono le interiora, a cominciare dallo stomaco (le trippe, per i bovini e gli ovini-caprini adulti), per passare poi al pacco intestinale e infine gli altri organi interni. È necessario evitare  L’eviscerazione qualsiasi contatto fra le viscere e il resto della  carcassa durante e dopo l’eviscerazione. : questa operazione si  La divisione in mezzene effettua per tutti gli animali da macello tranne  che per i maiali destinati a diventare porchetta.  Consiste nel tagliare lungo la colonna vertebrale  e dividere l’animale in due parti uguali  e simmetriche. Bisogna fare molta attenzione  per non disperdere accidentalmente il tessuto  nervoso spinale. : le parti superficiali accidentalmente  La toelettatura imbrattate con materiali biologici potenzialmente pericolosi (bile, latte, sangue, midollo ecc.) devono essere asportate per evitare proliferazioni batteriche. Il midollo spinale va rimos so e le colonne vertebrali di animali con più di  24 mesi devono essere marchiate per segnalare  il rischio di BSE. Quindi si procede alla pulizia  delle carcasse con getti di vapore pressurizzato  da distanza ravvicinata. : (in latino vuol dire “rigidità della  Il rigor mortis morte”) è un fenomeno che si verifica in ogni  corpo entro 1-3 ore dalla morte. I muscoli iniziano  a contrarsi e a irrigidirsi, rimanendo così  per un periodo di tempo più o meno lungo secondo  la temperatura ambientale (temperature  elevate accelerano la comparsa e la scomparsa  del rigor, temperature basse le rallentano). Il processo chimico che provoca l’irrigidimento  muscolare è irreversibile: a 20-25 °C, il corpo  raggiunge una completa rigidità in 10-12 ore e  rimane così per 24-36 ore prima che la decomposizione  inizi a dissolvere i muscoli e li induca a  rilasciarsi. Il fenomeno del scompare  rigor mortis 36-48 ore dopo la morte. : una volta tagliate, le mezzene  Il raffreddamento sono trasferite in celle frigorifere a una  temperatura di 2 °C, dove devono rimanere almeno  48 ore. Oppure sono messe nei tunnel di  raffreddamento dove flussi d’aria fredda accelerano  l’abbassamento della loro temperatura:  quest’ultimo procedimento, tuttavia, causa una  maggiore perdita di peso nella carne ed è più  usato a livello industriale. Il tempo impiegato  da una mezzena a raffreddarsi varia a seconda  dello spessore e di altri fattori. Il raffreddamento,  però, è l’inizio del processo di , necessario  frollatura perché le carni raggiungano il massimo  delle qualità organolettiche dopo il . rigor mortis Alcuni momenti dell’attività al macello: a sinistra una serie maiali in sospensione; a destra la divisione in mezzene dei bovini. Un veterinario esegue un particolare esame per verificare che la mucca non abbia la BSE. Il raffreddamento delle carcasse è una fase essenziale della macellazione. LA BSE: UNA PSICOSI RIDIMENSIONATA Con BSE (acronimo di Bovine Spongiform  ) si indica l’encefalopatia  Encephalopathy spongiforme bovina, una malattia neurologica  degenerativa e irreversibile che  colpisce i bovini. È diventata famosa agli  inizi degli anni Novanta del secolo scorso  col nome di “morbo della mucca pazza”:  gli animali colpiti, infatti, perdono le capacità  cerebrali perché la materia grigia  infetta si riempie di “buchi” assumendo  un tipico aspetto “a spugna”. Ciò comporta,  insieme a numerosi altri sintomi,  anche la perdita dell’equilibrio, che fa  barcollare gli animali e muovere in modo  inconsulto, “pazzo”. Al primo caso, identificato nel Regno  Unito nel 1986, ne seguirono molti altri  in un po’ tutti i paesi europei: si capì rapidamente  che la causa della malattia era  collegata al modo di produrre i mangimi  destinati agli erbivori usando farine di  carne prodotte riciclando le carcasse di  animali contaminate da un , cioè da  prione una proteina particolare in grado di scatenare  la malattia. Purtroppo, la BSE fa parte di un gruppo  di malattie (le encefalopatie  spongiformi trasmissibili, o  TSE) che colpiscono diverse  specie animali: oltre ai bovini  anche gli ovini e i caprini, ma  anche l’uomo. Nell’uomo,  l’encefalopatia spongiforme  prende il nome di morbo di  e nel 1996  Creutzfeldt-Jakob il Regno Unito ha ammesso  che la carne infetta da BSE  aveva probabilmente causato  la morte di 10 giovani. Per impedire il dilagare  del problema vennero  presi vari provvedimenti normativi: si  istituì la cosiddetta “anagrafe bovina”  (DPR 19/10/2000 n. 437) e si stabilì di  distruggere ogni tipo di resti animali a  rischio, oltre all’obbligo di etichettare le  carni bovine in modo da permetterne la  tracciabilità (L 9/03/2001 n. 49). Inoltre,  un’ordinanza del marzo 2001 vietò la  vendita di quelle parti di bovino a rischio  di contaminazione: la colonna vertebrale,  i gangli, il cervello, le frattaglie e, soprattutto  la “fiorentina”, o bistecca con l’osso. Poiché i dati epidemiologici raccolti hanno  indicato che l’incidenza del morbo di  e di altre sindromi correlate  Creutzfeldt-Jakob è molto bassa (nei 21 anni dal 1993  al 2014 in Italia si sono verificati 1991  decessi), dall’ottobre 2005 il comitato veterinario  dell’Unione Europea ha posto  fine al bando e dal 2012 ha ripristinato la  possibilità di nutrire il bestiame da allevamento  con farine animali.  >> pagina 244  La tracciabilità della carne Con o s’intende la  tracciabilità rintracciabilità possibilità di ricostruire la storia di un prodotto seguendo tutte le lavorazioni a cui è stato sottoposto grazie a una serie di precisi documenti  che le certificano. Gli obiettivi principali di questo sistema sono  quelli di garantire ai consumatori la trasparenza  dei processi di lavorazione e rassicurarli sulla  loro correttezza (a norma di legge). Nello stesso  tempo, s’intende dare ai produttori degli strumenti  che permettano di qualificare il loro lavoro  e di rispondere a qualsiasi tipo di emergenza. Se, per esempio, una bistecca venduta in un  supermercato dovesse causare dei problemi di  salute al cliente che l’ha acquistata, deve essere  possibile rintracciare con precisione da quale  mattatoio, da quale allevamento e da quale  animale proviene, permettendo così di individuare  le eventuali responsabilità e, se è il caso,  permettere di ritirare dal mercato tutti i prodotti  ricavati da quell’animale, da quell’allevamento  o da quel mattatoio senza dover allargare simili  provvedimenti a tutte le carni vendute dal distributore. Per rispettare la tracciabilità, ogni animale deve  essere riconoscibile così come ogni pezzo di  carne deve essere riconducibile all'animale da  cui proviene. Prendiamo per esempio i dati relativi  alla tracciabilità delle carni bovine: essendo i  più completi e approfonditi a livello di normativa  europea, sono un punto di riferimento ideale  utile per tutti i tipi di carni da macello. Secondo  queste regole, ogni bovino italiano deve essere  dotato: di un passaporto individuale , un documento  che lo identifica soprattutto se si deve spostare  da un paese all’altro. Viene rilasciato  dall’autorità nazionale competente entro 14  giorni dalla nascita dell’animale. I paesi membri  che dispongono di banche dati informatizzate  possono decidere di non rilasciare passaporti  per quegli animali che rimarranno entro i  confini nazionali; di un marchio auricolare per ciascun orecchio,  con un codice a barre che permette di identificare  l’animale e l’azienda in cui è nato. Questi  marchi vanno applicati entro 20 giorni dalla  nascita o prima che l’animale lasci l’azienda. Ogni allevatore, inoltre, deve: tenere un registro individuale per ciascun animale,  in cui sono annotate tutte le informazioni  relative alla sua identificazione, origine e  destinazione. I registri devono essere a disposizione  delle autorità competenti per almeno  3 anni; contribuire alla realizzazione  di banche  :  dati informatizzate dal 31/12/1999 esistono  banche dati  che registrano le  aziende dei vari territori,  le identità degli  animali prodotti e,  soprattutto, gli scambi  fra un paese europeo  e gli altri. La carne, invece, deve avere un’etichetta che,  secondo la normativa europea, può essere: – il paese in cui è nato l’animale; – il paese in cui è stato allevato e/o ingrassato; – il paese in cui è stato macellato,  –  –  Fanno parte dell’etichetta obbligatoria anche  – i termini minimi e le modalità di conservazione; – la denominazione di vendita; – il nome del produttore, confezionatore o  – la sede di produzione o confezionamento; – il peso e il prezzo. obbligatoria ; questa etichetta deve seguire  tutte le fasi di commercializzazione delle carni  e dei prodotti derivati. Se il prodotto non è  preconfezionato (come avviene per esempio  nelle macellerie), i dati obbligatori dovranno  essere esposti in modo che siano facilmente  visibili dal consumatore. È obbligatorio indicare: con il numero di approvazione  del macello; il paese in cui l’animale è  stato sezionato, con il numero  di approvazione del laboratorio  di sezionamento; il codice di riferimento che  permette di identificare da  quale animale (o gruppo di  animali) è stato ricavato il  prodotto. tutte le informazioni non legate specificamente  alle carni, come: venditore; Ad ogni modo, le indicazioni integrative devono  facoltativa : dà ai consumatori informazioni  aggiuntive sul prodotto, per esempio sulla  razza dell’animale, la sua alimentazione, la  particolare tipologia di allevamento ecc. Alcuni  produttori o gruppi di produttori come il  Consorzio di Tutela della Razza Piemontese o  COALVI, possono decidere di integrare l’etichetta  con ulteriori dati, in modo da aumentare  la qualità e la trasparenza della loro offerta. essere approvate e verificate dal Ministero  delle Politiche agricole, alimentari e forestali  (MIPAAF) prima di poter essere pubblicate  nell’etichetta.   La carne ottenuta da animali nutriti con erba e foraggio invece che con mangimi a base di cereali, contiene una più alta quantità di omega-3. Ogni animale è identificato da un marchio che permette sempre di tracciare il suo percorso. Un dettaglio di un marchio auricolare. Un esempio di etichetta obbligatoria. LE LEGGI EUROPEE SULLA CARNE BOVINA I principali atti legislativi di riferimento sono i Regolamenti CE n. 1760/2000 e  n. 1791/2006: essi prevedono che ogni bovino abbia un passaporto con i dati di rintracciabilità,  di marchi auricolari di identificazione e che gli allevatori compilino registri aziendali  contribuendo alla realizzazione di banche dati informatizzate. Allo stesso tempo, però, questi  regolamenti delegano ai paesi membri il compito di legiferare in materia e, nello specifico,  di estendere questi obblighi a tutti gli operatori del settore.