L’olio di oliva L’olio d’oliva è uno degli elementi più importanti della cultura gastronomica mediterranea: usato sia  a crudo sia per cuocere, compare nella maggior parte delle preparazioni culinarie in tutte le regioni  italiane. Inoltre, è dimostrato che un calibrato consumo di olio d’oliva è in grado di apportare notevoli  benefici nutrizionali e salutari: ha un elevato contenuto energetico ed è facilmente digeribile,  possiede eccezionali capacità antiossidanti e contribuisce a prevenire le malattie cardiovascolari,  favorendo la produzione di colesterolo “buono” (HDL) e riducendo quello “cattivo” (LDL). L’oliva è divisa in tre favorendo la produzione di colesterolo “buono” (HDL) e riducendo quello “cattivo” (LDL). parti: l’epicarpo, la parte più esterna (epidermide dura o buccia), sottile e trasparente, che costituisce l’1% del frutto; il mesocarpo, che corrisponde alla polpa carnosa (70%); l’endocarpo (o nocciolo) che contiene il seme della pianta (29%). La produzione L’Italia è il secondo produttore di olio di oliva in  Europa e nel mondo, dopo la Spagna. L’olio si  estrae dalle olive, cioè i frutti dell’olivo (o ulivo),  che nel nostro Paese giungono a maturazione  tra ottobre e gennaio. La può avvenire  raccolta sia manualmente (con l’aiuto di appositi pettini  o rastrelli), sia utilizzando macchine scuotitrici  più o meno complesse che provocano il distacco  forzato dei frutti; questi vengono raccolti in  grandi reti predisposte a terra ai piedi dell’albero  e quindi travasati in cassette aerate. Le olive vengono successivamente portate al  , dove avviene la , cioè l’eliminazione  frantoio cernita di eventuali frammenti estranei (foglie,  rametti, erba) e la (lavaggio). Si procede  pulitura poi all’ che, per i prodotti di maggiore  estrazione qualità, dovrebbe avvenire entro 48 ore dalla  raccolta. Vediamo le fasi principali. I NUMERI DELL’OLIO DI OLIVA Superficie coltivata a olivi in Italia 1 200 000 ettari Piante di olivo in produzione in Italia 160 milioni Produzione di olive per albero da 15 a 40 kg Resa di olio per albero da 3 a 8 kg Produzione mondiale di olive 7 900 000 tonnellate Produzione mondiale di olio 1 500 000 tonnellate Produzione italiana di olio 600 000 tonnellate   Quale olio extravergine di oliva scegliere? Sul mercato ce ne sono migliaia, diversissimi per prezzo, provenienza, qualità. Per aiutare i consumatori nella scelta, da 16 anni oltre 100 espert Slow Food individuano, le aziende più affidabili, di cui assaggiano e valutano i prodotti, descrivendoli nella Guida agli extravergini. 1. Molitura Questa fase serve a frantumare il frutto in modo  da liberare l’olio presente nelle cellule della polpa.  Le olive vengono sottoposte all’azione meccanica  di mole o frangitori a martelli. Si ottiene  un’emulsione di olio e acqua, chiamata pasta  d’olio. Molatura. 2. Gramolatura Il successivo e prolungato rimescolamento della  pasta permette di rompere l’emulsione di acqua  e olio per favorire l’unione delle piccolissime  gocce di olio in aggregati più grandi, che saranno  più facilmente separati nelle fasi successive. 3. Estrazione La pasta d’olio contiene olio (in una percentuale variabile dal 18 al 27%), acqua di vegetazione e sansa (residui solidi di noccioli e polpa). L’estrazione ha lo scopo di separare le parti solide dalle componenti liquide (mosto d’olio), e può essere effettuata con diversi metodi meccanici: per pressione , sovrapponendo dischi di pasta  e dischi filtranti chiamati fiscoli; per centrifugazione , che sfrutta il differente  peso specifico delle componenti; per percolazione , che si basa sulla diversa  dei liquidi: una lama di  tensione superficiale acciaio viene immersa nella pasta d’olio; a  questa lama aderisce di preferenza l’olio. Estrazione per pressione. 4. Separazione Il mosto d’olio contiene quantità residue di acqua  (in misura diversa a seconda del metodo  usato per l’estrazione), piccole parti di frutto e  mucillagini in sospensione che possono alterare  la qualità del prodotto, favorendo fenomeni di  ossidazione e di fermentazione. La separazione  consente di allontanare dall’olio queste sostanze,  sfruttando il loro diverso peso specifico che  le fa disporre a strati divisi e sovrapposti. Separazione.  >> pagina 443  LA CONSERVAZIONE L’olio va conservato con cura: a differenza del vino, infatti, non migliora  con l’invecchiamento, anzi! Luce, calore e ossigeno possono causare danni irreparabili, alterando le  caratteristiche chimiche e organolettiche del prodotto. Inoltre, l’olio tende  ad assorbire cattivi odori. Anche il freddo provoca l’alterazione delle  sostanze antiossidanti, causando effetti negativi sul prodotto. Le oliere tradizionali erano fatte di ceramica o di metallo, per non fare passare la luce e gli odori. Dal 2014 questo tipo di oliera non può essere utilizzata in un locale pubblico: le nuove normative stabiliscono che le bottiglie debbano essere munite di tappo “antirabbocco”. La classificazione Con il termine di si definiscono in  olio di oliva maniera generica tutti gli oli ottenuti dalla lavorazione  delle olive; in realtà la categoria comprende  un’ampia gamma di prodotti, qualitativamente  diversi e caratterizzati da parametri  organolettici precisi. L’Unione Europea ha promosso  una classificazione degli oli con l’obiettivo  di salvaguardare sia l’elevato valore merceologico  dell’olio di oliva, sia il consumatore da  eventuali sofisticazioni. Secondo il Regolamento  CE 1513/2001, vengono definiti   oli di oliva vergine solo quegli «oli ottenuti dall’oliva meccanicamente  o con altri processi fisici, in condizioni  termiche tali da non alterarli e che non hanno  subìto nessun trattamento tranne il lavaggio, la  decantazione, la centrifugazione e la filtrazione ». Sono esclusi quindi l’impiego di solventi,  altre manipolazioni chimiche e la miscelazione  con oli di altra natura. La denominazione   extravergine viene attribuita solo a un olio che si presenta  del tutto privo di difetti all’assaggio e che  risponde pienamente ai parametri chimico-fisici  richiesti. Tra questi, uno dei più importanti è il  , espresso in acido oleico, che si  grado di acidità può determinare solo con analisi chimiche. Classificazione degli oli d’oliva in base all’acidità, espressa in acido oleico, secondo la normativa europea – : olio di oliva vergine  Olio di oliva extravergine di gusto assolutamente perfetto, la cui  acidità non può superare lo 0,8%. – : olio di oliva vergine di  Olio di oliva vergine gusto perfetto, la cui acidità non può eccedere  il 2%. – : olio di oliva vergine la  Olio di oliva lampante cui acidità è superiore al 2%. Non può essere  utilizzato per il consumo diretto ma deve essere  avviato a un processo di rettifica che ne  corregga l’acidità e il gusto. – : olio di oliva ottenuto  Olio di oliva raffinato dalla rettificazione di oli di oliva lampante, la  cui acidità non può superare lo 0,3%. – : olio di oliva ottenuto da un taglio  Olio di oliva di olio di oliva raffinato e di oli di oliva  vergini diversi dall’olio lampante, la cui acidità  non può eccedere l’1%. – : olio ottenuto  Olio di sansa di oliva greggio mediante trattamento al solvente di sansa di  oliva, esclusi gli oli ottenuti con processo di  ▶  e qualsiasi miscela con oli di  esterificazione altra natura. – : olio ottenuto  Olio di sansa di oliva raffinato dalla raffinazione di olio di sansa di oliva  greggio, la cui acidità non può superare lo  0,5%. – : olio ottenuto da un taglio  Olio di sansa di oliva di olio di sansa di oliva raffinato e di oli di  oliva vergini diversi dall’olio lampante, la cui  acidità non può superare l’1%. Generalmente gli oli rettificati si utilizzano  nell’industria per la preparazione dei prodotti  sott’olio, come le verdure e il tonno in scatola. le parole Esterificazione: reazione chimica che produce la formazione di un estere.  >> pagina 444  La degustazione sensoriale L’ analizza l’olio dal punto  esame organolettico di vista delle sue caratteristiche visive, olfattive e  gustative, valutandone pregi e difetti, mentre le  servono per attestarne la  analisi chimico-fisiche reale composizione come, per esempio, la percentuale  di acidità. Per l’esame organolettico si procede come  segue. Si versa una piccola quantità di olio (20 ml  circa) in un bicchiere trasparente, generalmente  un po’ panciuto. Si avvolge il bicchiere con una mano e lo si  fa roteare leggermente, per portare il liquido  a una temperatura più alta (l’olio andrebbe  degustato a una temperatura di circa )  28 °C e favorire così l’evaporazione delle sostanze  volatili, che vanno trattenute coprendo il bicchiere  con il palmo dell’altra mano. L’esame visivo Si osserva l’olio, facendolo roteare sulle pareti  del bicchiere in modo da analizzare il colore e le  eventuali sfumature, la limpidezza e la densità. I colori dell’olio possono variare dal giallo al  verde (il colore verde denuncia una raccolta  giovane, mentre il giallo è sintomo di raccolta  matura), passando attraverso una miriade  di che vanno dal brillante all’opaco,  sfumature dal giallo paglierino al dorato, dall’intenso  al pallido. – , se filtrato o ha subito un processo  – , se non ha subito filtrazioni; – , se presenta qualche impurità in sospensione.  Dal punto di vista della limpidezza l’olio extravergine  può apparire: limpido naturale di decantazione; velato torbido È questo un aspetto assolutamente  negativo, che denuncia  una scarsa pulizia in fase  di produzione o la cattiva  conservazione. La densità dipende dall’origine  dell’olio, cioè  dalla qualità di oliva utilizzata  e dal tipo di lavorazione  subita.  >> pagina 445  L’esame olfattivo Si rimuove la mano che copre il bicchiere e si  porta alla base del naso inspirando per tre volte  in modo discontinuo, per non far assuefare le  papille gustative. Le ripetute inspirazioni forniscono  ai nostri ricettori dati importanti sulla fragranza,  cioè il , dell’olio e sull’ profumo intensità  , rivelando subito l’entità del fruttato  aromatica o la presenza di eventuali difetti quali i sentori di  muffa, rancido, avvinato. – di oliva – L’insieme delle sensazioni olfattive è sintetizzabile  L’analisi del profumo prende in considerazione  il , cioè la qualità e la misura  fruttato di oliva in cui si esprime l’aroma del frutto da cui è  ottenuto. È questa la caratteristica principale  di un olio d’oliva e può essere: verde , che a sua volta può essere  caratterizzato da note di mela verde, di mandorla  fresca, floreali o erbacee; maturo , caratterizzato solitamente da sentori  di fieno, frutta dolce o secca. con i termini: , , ,  fine pungente fresco , , . pesante elegante grossolano L’ intensità può essere: ,  appena percettibile , , , . lieve media intensa molto intensa L’esame gustativo Permette di valutare in forma più precisa tutte  le presenti nel prodotto. Si  sostanze aromatiche sorseggiano pochi grammi di olio, cercando di  distribuirlo in tutto il cavo orale, in modo che  venga a contatto con le papille gustative. È importante  ossigenare l’olio, inspirando aria in più  riprese, con la lingua contro il palato e le labbra  semiaperte, per attivare le sensazioni retronasali  e coglierne gli aromi in modo più intenso. Questa tecnica si chiama . strippaggio L’olio non va mai deglutito: va tenuto in bocca  per alcuni secondi e poi va espulso. L’analisi gustativa permette di  evidenziare le sensazioni  di , e  dolce amaro , che sono  piccante espresse da una scala  di quattro valori:  assente, leggero, medio,  . intenso-dominante La valutazione tattile Come tutti i grassi, l’olio trasmette  al tatto una sensazione di   untuosità che può essere espressa in una scala di  quattro valori: fluido, poco untuoso, untuoso,  molto untuoso. Sull’untuosità influisce la composizione dei  dell’olio: maggiore è la presenza di  gliceridi acidi grassi saturi e più è rilevante tale sensazione. Per quanto riguarda la i parametri  consistenza di analisi sono: . vuoto, scarno, esile, pieno