Glossario A Accumulazione L elencazione ordinata e coerente, o anche caotica e casuale, di più parole, immagini o aggettivi con lo scopo di trasmettere un idea o un immagine complessiva. Esempio: «essere costumato e piacevole e di bella maniera [ ] l essere liberale o constante o magnanimo (G. Della Casa, Galateo, I, 11-13). Adynaton Figura retorica che consiste nell affermare l impossibilità che una cosa avvenga, subordinandone l avverarsi a un altro fatto ritenuto impossibile. Esempio: Cecco Angiolieri, S i fosse foco arderei l mondo. Alessandrino Verso della poesia classica francese, di 12 sillabe divise in 2 emistichi , di 6 sillabe, così chiamato perché adoperato la prima volta nel poema Roman d Alexandre del XII sec. La sua fortuna cominciò nel XVI sec. con Ronsard, e divenne poi nel XVII sec. il verso proprio della drammatica. Fu imitato in Italia con il settenario doppio o martelliano. Esempio: «Rosa fresca aulentis[s] ima // ch apari inver la state (Cielo d Alcamo, Contrasto, v. 1). Allegoria Figura retorica, per la quale si affida a una scrittura (o in genere a un contesto, anche orale) un senso riposto e allusivo, diverso da quello che è il contenuto logico delle parole. Diversamente dalla metafora , la quale consiste in una parola, o tutt al più in una frase, trasferita dal concetto a cui solitamente e propriamente si applica ad altro che abbia qualche somiglianza col primo, l a. è il racconto di un azione che dev essere interpretata diversamente dal suo significato apparente. Esempio: l a. delle tre fiere nella Divina Commedia. Allitterazione Ripetizione, esatta o approssimativa, spontanea o ricercata, di lettere o sillabe, di solito iniziali, di due o più vocaboli successivi. Esempio: «Chiome d argento fine, irte e attorte / senz arte intorno a un bel viso d oro (F. Berni, Rime, 22, 1-2). Anacoluto Costrutto sintattico consistente nel susseguirsi di due costruzioni diverse di uno stesso periodo, la prima delle quali resta incompiuta, mentre la seconda porta a compimento il pensiero. Più genericamente, qualsiasi costrutto in cui non viene osservata la sintassi normale. Frequente nel parlare familiare e nei proverbi, è spesso utilizzato dagli scrittori, o per maggiore efficacia o per riprodurre il linguaggio del popolo. Esempio: «mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch io nacqui per lui (N. Machiavelli, Epistolario). Anadiplosi Figura retorica che consiste nella ripetizione dell ultima parte di un segmento sintattico (prosa) o metrico (verso) nella prima parte del segmento successivo; risponde a una semantica di tipo aggiuntivo e la seconda occorrenza è un espansione della prima. Esempi: «Ma passavam la selva tuttavia, / la selva, dico, di spiriti spessi (Dante, Inferno, IV, 65-66); «Risponde: E guerra e morte . // Guerra e morte avrai (T. Tasso, Gerusalemme liberata, XII, ott. 52-53). Anafora Figura retorica che consiste nel ripetere, in principio di verso o di proposizione, una o più parole con cui ha inizio il verso o la proposizione precedente. Esempio: «Quando la rosa ogni suo foglia spande, / quando è più bella, quando è più gradita (A. Poliziano, Rime, CII, 24-25). Analogia Procedimento di cui si valgono tendenze poetiche moderne, come l ermetismo e la poesia pura che, per esigenza di una maggiore intensità lirica, cercano di rinnovare il linguaggio poetico fuori d ogni comune nesso logico e sintattico, sostituendo al rapporto tradizionale della comparazione il rapporto di identità. Effetto primo del procedimento analogico è la soppressione del come . Esempi affini si riscontrano in ogni epoca, soprattutto nella letteratura secentesca, in rapporto con l uso e il gusto barocco della metafora . Anastrofe Figura retorica che consiste nell inversione dell ordine delle parole all interno di un verso, allo scopo di ottenere particolari effetti di suono oppure dare rilevanza a un termine. Esempi: «di stare insieme crescesse l disio (Dante, Guido, i vorrei che tu e Lapo ed io, v. 8); «et gli occhi porto per fuggire intenti (F. Petrarca, Canzoniere, 35, 3); «Fulmini nel ferir le spade sono (T. Tasso, Gerusalemme liberata, VI, ott. 48). Anfibologìa Ambiguità o erronea interpretazione di un contesto (scritto o, più spesso, parlato), procedente dall uso, talora intenzionale, di parole o di gruppi omofoni (combattimento di galli combattimento di Galli; ritmi di versi ritmi diversi), o dalla bivalenza di un costrutto sintattico (come per es. nelle frasi ho visto mangiare un gatto, giacca per donna senza collo; o come nei versi di Dante, Purg. V, 124-25 «Lo corpo mio gelato in su la foce Trovò l Archian rubesto , dove lo corpo mio sembrerebbe, per la sua posizione, essere soggetto anziché, com è, compl. oggetto di trovò). Antifrasi Figura retorica che consiste nell esprimersi con termini di si- 1075