Le origini e il Duecento babilmente fratello di Tommaso, il celebre teologo della Scolastica; Pier delle Vigne, segretario di Federico II (immortalato da Dante nel canto XIII dell Inferno, dove è collocato tra i suicidi); Cielo d Alcamo, autore di un celebre Contrasto, esempio di poesia comica colta e aristocratica; e infine lo stesso Federico II. I poeti della Scuola sono colti funzionari di corte, autori di liriche d amore, concentrati sulla musicalità della parola. L attività poetica di raffinati dilettanti Questi poeti sono prima di tutto funzionari, notai, giudici o magistrati, e per loro l attività poetica rappresenta uno svago, un evasione dalla realtà. A differenza dei trovatori, non sono poeti professionisti, e la diversa situazione politico-sociale in cui si trovano a operare ha importanti ricadute tematiche e stilistiche sulla loro produzione. Per esempio, dei due temi principali propri della lirica in lingua d oc (precedente di circa un secolo quella siciliana), l amore e la politica, la produzione siciliana riprende soltanto il primo: la poesia si allontana dalla cronaca e si fa più astratta, più intellettuale (ciò non deve stupire: in un epoca in cui la volontà del sovrano era assoluta non si discuteva di politica), e gli elementi trobadorici, che comunque permangono, subiscono un processo di ulteriore stilizzazione. Inoltre, in Provenza spesso i testi erano accompagnati dalla musica, cioè venivano cantati più che recitati, mentre in Sicilia ciò non avviene più: la musicalità si ricerca allora attraverso la parola. I temi e lo stile Al centro della poesia dei Siciliani c è la figura femminile, idealizzata e priva di tratti realistici. Il volgare è promosso a lingua letteraria. Le forme metriche privilegiate sono la canzone, la canzonetta e il sonetto. L amore e la donna assente Al centro dei componimenti c è quasi sempre la figura femminile, signora del poeta in una dimensione interiore. La donna è però assente nella sua reale individualità, e nella Scuola siciliana si inaugura quella poetica dell assenza (propria cioè di una poesia riguardante donne sostanzialmente irreali) che connoterà la lirica amorosa italiana fino a tutto lo Stilnovo e avrà termine con Petrarca, il quale caratterizza la figura femminile in maniera più concreta. Il fulcro lirico dei componimenti è spesso costituito da una meditazione sulla natura e sugli effetti dell amore. Ciò comporta uno spostamento dell attenzione verso l interiorità del poeta e una tendenza ad analizzare l esperienza amorosa in modo intellettualizzato, sotto la lente delle scienze naturali, con accostamenti al mondo animale e vegetale. La lingua L importanza storico-letteraria e, più in generale, culturale della Scuola siciliana risiede nel fatto che per la prima volta il volgare passa sistematicamente da lingua d uso a lingua letteraria. I testi però non ci sono giunti nel siciliano illustre in cui furono scritti originariamente, bensì nelle versioni toscanizzate a opera dei copisti che li hanno tramandati; fa eccezione un solo testo, Pir meu cori alligrari, di Stefano Protonotaro, che possiamo leggere nella versione originale . Il lessico è piuttosto fisso e limitato, si configura come un vocabolario tecnico. La lingua subisce infatti un accurato processo di selezione: forme colte e ricercate, ricalcate sul latino e sul linguaggio dei trovatori, si fondono con il siciliano, depurato però degli elementi più popolari e incolti. Eleganza retorica, raffinatezza compositiva e una rigorosa selezione delle strutture metriche, condotta sull esempio dei Provenzali, determinano un imprescindibile modello di riferimento per tutta la letteratura italiana successiva. Le forme metriche Tra le soluzioni metriche più adottate dai Siciliani troviamo la canzone (è la forma più nobile, composta di endecasillabi e settenari), la canzonetta (composta di settenari, doppi settenari, ma anche ottonari e novenari), che è dotata di un ritmo più semplice, è adatta a temi più leggeri e spesso ha una struttura dialogica e narrativa, e il sonetto, la forma italiana per eccellenza. 114