Le origini e il Duecento Gli autori e i testi Cecco Angiolieri La vita Di nobile famiglia senese, Cecco Angiolieri trascorre una giovinezza trasgressiva. Intorno ai trent anni conosce Dante in occasione della battaglia di Campaldino (1289). Muore intorno al 1310 pieno di debiti. La nascita nella ricca nobiltà senese Cecco Angiolieri nasce a Siena prima del 1260. Suo padre appartiene alla ricca nobiltà senese: banchiere di papa Gregorio IX, è due volte priore ed entra nell ordine dei Cavalieri della beata Vergine Maria, più noto come quello dei frati gaudenti . Non meno nobile discendenza ha la madre di Cecco, monna Lisa della famiglia dei Salimbeni, anch essa iscritta allo stesso ordine. presumibile che Cecco abbia trascorso a Siena gli anni della sua prima giovinezza e della formazione. Di famiglia tradizionalmente guelfa, prende parte, nel 1281, alla campagna militare per la conquista del castello ghibellino di Turri (in Maremma) e viene sanzionato due volte per essersi arbitrariamente assentato dal campo l anno successivo. Lo colpiscono altre ammende, una delle quali perché viene trovato a vagabondare per la città a tarda notte (cosa severamente proibita all epoca, giacché vigeva una sorta di coprifuoco). La partecipazione alla guerra contro Arezzo Nel 1288 i senesi inviano un piccolo contingente militare in aiuto dei fiorentini impegnati in guerra contro Arezzo. La guerra si conclude nel 1289 con la battaglia di Campaldino (nel Casentino), vittoriosa per Firenze, alla quale partecipa anche Dante Alighieri (che la ricorderà in Purgatorio, V, 92). Fra i senesi c è Cecco Angiolieri con suo padre; e non è improbabile che Cecco e Dante, allora agli inizi delle loro carriere poetiche, si siano incontrati e abbiano iniziato un amicizia: ne è prova una serie di tre sonetti indirizzati da Cecco a Dante. L allontanamento da Siena e gli ultimi anni In seguito (attorno al 1296) sembra sicuro che Cecco debba abbandonare Siena per un certo periodo, probabilmente per ragioni politiche. Non vi sono notizie relative agli ultimi anni della sua vita né si conosce l anno preciso della morte, senza dubbio avvenuta prima del 1313. del febbraio di quell anno, infatti, un documento attestante che i suoi cinque figli ne rifiutano l eredità, perché eccessivamente gravata di debiti. Le opere I temi Nella sua produzione in versi, fra le più ricche e significative del tempo (112 sonetti di certa attribuzione, oltre a 16 dubbi), Cecco Angiolieri narra le vicende tristi e liete del suo amore per Becchina, la predilezione per «la taverna e il dado , la «malinconia di non poter dare pieno corso a queste sue passioni a causa dell avarizia e della bigotteria dei genitori, ai quali augura la morte. Nei suoi componimenti Cecco traspone la sua inquieta realtà autobiografica in una gioiosa esagerazione. 176 Autobiografismo e invenzione Gli editori ottocenteschi decisero di ordinare i componimenti in modo da costituire un vero e proprio canzoniere , dall innamoramento alla gelosia, alla conquista, alle esorbitanti pretese della donna, al lamento sulla povertà e alla conseguente invettiva contro il padre e la madre. In passato si tendeva a proporre un interpretazione autobiografica dei contenuti della poesia di Cecco Angiolieri, mentre oggi si è più propensi a vedere in lui un poeta essenzialmente giocoso, che esagera volutamente in tono popolaresco i propri sentimenti, in polemica con l idealizzazione stilnovistica.