L’opera Vita nuova T9  Il libro della memoria  Il primo incontro T10  Il secondo incontro T11  La poetica della lode T12   T13 Donne ch’avete intelletto d’amore   T14 Tanto gentile e tanto onesta pare   T15 Oltre la spera che più larga gira  La «mirabile visione» T16 Nella Dante rilegge a posteriori (dopo la morte di Beatrice, avvenuta nel 1290) la propria produzione poetica giovanile. Si tratta di un “ ”, della cronistoria di un amore. Siamo, tuttavia, nell’ottica di un , ben lontano dai canzonieri degli altri Stilnovisti. La cronistoria di un amore Vita nuova racconto autobiografico racconto simbolico L’opera si propone di parlare, oltre che di una storia reale, anche di una verità intellettuale a cui l’autore approda: l’ diventa non più soltanto esperienza privata, relativa all’intimità del poeta, bensì e quasi di ascesi religiosa. Inoltre essa fonda il mito di Beatrice, correlato con quello di Amore, essendo l’amore inteso come , partecipazione della persona all’armonia dell’essere: una dimensione, questa, che verrà poi compiutamente sviluppata nella . amore strumento di perfezionamento morale di sé slancio conoscitivo Divina Commedia La è il racconto autobiografico dell’ Portinari. Vita nuova amore per Beatrice Un’opera per Beatrice  La struttura   La è un’opera in 42 capitoli, composta di 31 poesie (23 sonetti, 2 sonetti doppi, una ballata, una stanza di canzone, una doppia stanza di canzone, 3 canzoni), scelte da Dante fra quelle scritte tra il 1283 e il 1293 (o, al più tardi, 1295) e collegate da un commento in prosa: si tratta quindi di un , cioè un testo misto di prosa e versi (il primo esempio in volgare italiano). Prosa e versi Vita nuova prosimetro È un (un testo misto di prosa e versi) in volgare: 31 poesie legate da un commento in prosa. prosimetro risponde a due scopi. Da una parte all’origine delle poesie, cioè le occasioni, l’ispirazione e l’intimo significato dei testi visti nella continuità di uno svolgimento narrativo. Dall’altra stessi, in quelle che Dante chiama «divisioni», cioè le suddivisioni dei componimenti, che servono a illustrarne lo svolgimento concettuale. Finalità del commento Il commento presenta le situazioni narrative offre una spiegazione dei versi  >> pagina 258  L’antologia si evolve così in un libro organico, nel racconto e nella meditazione di una vicenda esemplare, dotata di uno sviluppo nel tempo. L’ per Beatrice diventa infatti, a poco a poco, sempre più e svincolato dall’interesse egoistico del possesso (seppure solo di tipo intellettuale) dell’amata; attraverso la lode di lei, creatura «venuta / da cielo in terra a miracol mostrare», il poeta conosce un radicale , grazie al quale nascono le «nove rime» e la tensione verso una poesia più alta (che presto si concretizzerà nella ). Un libro organico amore disinteressato rinnovamento spirituale Divina Commedia  Il titolo   Il titolo è enunciato nel primo capitolo, dove Dante afferma di trascrivere l’ (ovvero l’inizio) di quello che egli chiama il «libro de la mia memoria»  T9, p. 263), cioè la serie dei ricordi inerenti la propria vita passata. Tale recita, in latino, , cioè – letteralmente – “vita nuova”. Tra l’altro è un’espressione usata da sant’Agostino, san Tommaso e altri padri della chiesa per indicare un’esistenza libera dal peccato. Vita rinnovata dall’amore incipit ▶ incipit vita nova vita nova “Vita nuova” significa , ma anche in un senso più profondo, . Il rinnovamento è dato dall’amore per Beatrice: un amore che peraltro, come vedremo, conduce a Dio. giovinezza vita rinnovata amore per Beatrice Il titolo allude a una dall’ vita rinnovata . La trama  Gli incontri con Beatrice e la sofferenza di Dante   Dopo il , rappresentato dal primo, brevissimo capitoletto (  T9, p. 263), la vicenda si apre con un quasi . «Nove» è la prima parola: un numero simbolico e sacro (è tre, che rimanda alla Trinità, al quadrato; cioè la perfezione divina al massimo grado), destinato a conferire, con le sue nove ricorrenze nel libro, un carattere di predestinazione e di miracolo agli eventi. Primo e secondo incontro con Beatrice proemio ▶ tono sacrale Alla fine del nono anno di vita , che ne ha da poco compiuti otto. Ne consegue una prima rivelazione d’amore (capitolo 2,  T10, p. 264). accompagnata da «due gentili donne». Essa gli rivolge il saluto e poco pù tardi il poeta, tornato nella sua camera, sogna, in una «maravigliosa visione», Amore divenuto signore della sua anima (capitolo 3,  T11, p. 267). Egli scrive così il primo sonetto dell’opera, , che invia ai «fedeli d’Amore», cioè ai poeti del circolo stilnovistico. Dante vede per la prima volta Beatrice ▶ Nove anni più tardi Dante rivede Beatrice ▶ A ciascun’alma presa e gentil core La narrazione si apre con il primo incontro con Beatrice (quando Dante ha nove anni) e continua con il secondo (nove anni dopo). Simeon Solomon, , 1859-1863. Londra, Tate Gallery.  Il primo incontro di Dante e Beatrice , tanto che gli amici si preoccupano per lui, che però non svela il nome dell’amata. In una chiesa, durante una funzione religiosa, si accorge che tra sé e Beatrice c’è una «donna di molto piacevole aspetto» che lo guarda, convinta che l’attenzione del poeta sia per lei (mentre il suo sguardo, in realtà, è rivolto a Beatrice). I presenti immaginano che sia questa donna l’oggetto dell’amore di Dante, il quale non smentisce tale opinione, per fare di lei «schermo de la veritate» e proteggere così Bea­trice dai pettegolezzi. L’amore di Dante e le due “donne dello schermo” Amore toglie ogni vigore a Dante Di questa “ ” il poeta si servirà per alcuni anni, dedicandole anche delle poesie. Tempo dopo, Amore gli suggerisce di fare ricorso anche a una seconda donna dello schermo (capitolo 9): la figura della donna dello schermo rinvia a un te donna dello schermo sto famoso, il trattato   De amore   (L’amore) del letterato francese Andrea Cappellano (XII secolo), già fonte di spunti tematici per la poesia provenzale, siciliana e siculo-toscana ( ▶  Doc. 5, p. 39). Per non compromettere Beatrice, di dedicare i suoi versi ad altre donne, dette “dello schermo”. il poeta finge  >> pagina 259  A questo punto, però, (capitolo 10), in seguito alle voci che lo accusano di essere «noioso», cioè privo di cortesia, a causa del rapporto instaurato con la seconda donna dello schermo: dunque non perché Beatrice sia “gelosa”, ma perché disapprova la leggerezza morale che Dante manifesta nel trasferire di frequente il proprio interesse da una donna all’altra. La negazione del saluto determina nel poeta una grande sofferenza, l’«amore doloroso» dei capitoli 11-16, in cui più evidente appare l’influsso di Guido Cavalcanti. Il saluto negato e la scena del “gabbo” Beatrice nega il saluto a Dante Nel capitolo 12 Amore, apparsogli di nuovo in sogno, invita Dante ad abbandonare ogni finzione. Così hanno finalmente inizio le rime rivolte a Beatrice, anche se, fino al capitolo 16, esse sono espressione di un amore tormentoso e inappagato. La situazione giunge a un culmine drammatico con la scena del “ ”, cioè della , della presa in giro (capitolo 14): a una festa nuziale a cui partecipano sia Beatrice sia Dante, quest’ultimo, alla vista dell’amata, viene colto da tremore e smarrimento. Le altre donne, accorgendosi del suo stato, sorridono maliziosamente. gabbo canzonatura Per una serie di equivoci Beatrice nega poi il saluto a Dante ed egli parla del proprio « ». amore doloroso  La nuova poetica della lode e la morte di Beatrice   Dopo un breve capitolo di transizione (il 17), nel capitolo 18 alcune donne rimproverano a Dante di non esprimere nei suoi versi le lodi dell’amata. Attraverso il colloquio con queste – cioè che sono in grado di comprendere tale sentimento e che divengono d’ora in poi le destinatarie del messaggio poetico – viene enunciata la nuova invenzione lirica: la beatitudine del poeta, quella che non può essergli negata neanche dall’indifferenza di Beatrice, sta nelle parole che lodano la sua donna. È il passaggio a un sentimento verso la persona amata per ciò che essa è in sé, non per ciò che può donare all’amato. L’amore disinteressato donne che hanno «intelletto d’amore» La – novità fondamentale della poesia d’amore dantesca e sua specifica invenzione lirica – si esplica nei capitoli 18-27: temi centrali sono la che si sviluppa nell’animo a partire dal sentimento amoroso e la che deriva dall’esaltazione disinteressata della donna, superando ogni forma di egoismo e di istintività passionale. Lo splendore di Bea­trice esprime un’idea della bellezza come luce intellettuale e sembra alludere a quella «luce intellettüal, piena d’amore» ( , XXX, 40), cioè a Dio stesso, che rappresenterà, nella poetica della lode dolcezza gioia Paradiso Com media , l’approdo conclusivo del poeta. Ma già ora, nella   Vita nuova , sono   prodigiosi   gli   effetti   operati dalla presenza della donna: far nascere nei cuori di coloro che la contemplano una dolcezza onesta e soave che induce alla perfezione, far sorgere amore dove esso è ancora nascosto. Questi concetti verranno mirabilmente espressi nel sonetto   Tanto gentile e tanto onesta pare   (capitolo 26,   ▶  T14, p. 275). Dante elabora una poetica della lode, esaltando le della donna amata, certo di essere compreso dalle donne che hanno «intelletto d’amore». doti  >> pagina 260  Tuttavia, nel momento dell’esaltazione più intensa di un amore e di una creatura perfetti, comincia a profilarsi la percezione della sua precarietà di persona mortale. Nel capitolo 22 muore il padre di Beatrice e già nel capitolo 8 era morta una sua amica: tali presentimenti funebri culminano nella apocalittica, in una sorta di delirio del poeta durante una malattia, , accompagnata dagli stessi sconvolgimenti naturali che accompagnarono quella di Cristo (capitolo 23). I presagi di morte visione della morte di Beatrice La visione anticipatoria della dipartita di Beatrice si concretizza nel capitolo 28, con la della donna. Per distrarsi dal pensiero angoscioso della scomparsa dell’amata, Dante scrive e dipinge, finché, nell’anniversario del trapasso di Beatrice, una «donna gentile» sembra avere pietà di lui (capitolo 35). Egli però prova presto rimorso per essersi lasciato distogliere dal pensiero dell’amata, componendo versi che lodavano la pietà di quest’altra donna (capitolo 37). Ancora una volta è un improvviso evento interiore a sciogliere la situazione: Beatrice torna nell’animo del poeta come era apparsa la prima volta e lo spinge verso un intimo recupero della memoria (capitolo 39). La morte di Beatrice e la «donna gentile» morte effettiva Beatrice muore, a ventiquattro anni. Dante si ripropone di parlare ancora di lei solo quando saprà ritrarla con una . poesia più alta L’ultimo sonetto, (  T15, p. 277), accosta Beatrice a uno sfondo di eternità celeste: essa è ormai irraggiungibile per l’intelletto, anche se il suo ricordo resta indelebile nel cuore. Da qui l’annuncio dell’ultimo capitolo (  T16, p. 279): la « » potrà essere ritratta soltanto da una , da una nuova maturazione d’arte e di pensiero. Con questa tensione verso un ideale, ancora una volta insieme etico e poetico, si chiude “il libro della memoria”. Il proposito di una poesia più alta Oltre la spera che più larga gira ▶ ▶ mirabile visione poesia più alta I fatti salienti della Vita nuova capp. 1-9 nel nono anno di vita il primo incontro tra Dante e Beatrice • a diciotto anni, il secondo incontro •  il saluto concesso: gioia •  «maravigliosa visione» di Amore: composizione del primo sonetto • le due “donne dello schermo” (convenzione dell’amore cortese) •  capp. 10-16 il saluto negato da Beatrice (non per gelosia, ma per l’apparenza non virtuosa della relazione con la seconda “donna dello schermo”): disperazione •  il “gabbo” ai danni del poeta (scherzo-scherno a una festa nuziale) • capp. 17-27 la nuova poetica: tema sarà non più la sofferenza del poeta, ma la lode della donna • capp. 28-42 la morte di Beatrice •  la tentazione dell’amore per la «donna gentile» •  l’apparizione in sogno di Beatrice e il superamento della tentazione •  la «mirabile visione» e il proposito di non parlare di Beatrice finché non si saprà «più degnamente trattare di lei» •