intrecci arte Il primo Cinquecento La maniera moderna Nel 1550 Giorgio Vasari, architetto, pittore, ma anche storico dell arte e trattatista, pubblica una collezione di biografie di artisti italiani dal Duecento ai suoi contemporanei. Studiando la produzione artistica della penisola, nelle Vite individua un preciso momento, la cosiddetta maniera moderna , in cui per la prima volta l arte di Firenze e Roma eccelle a tal punto da superare quella dell antichità. In questo mutato panorama, l artista non è più un artigiano che svolge un mestiere pratico, bensì una figura con una dignità intellettuale e una formazione teorica, oltre che tecnica, capace di dialogare alla pari con i suoi ricchi patroni e committenti. Leonardo da Vinci (1452-1519), Michelangelo (1475-1564), Raffaello (1483-1520), ma anche Bramante (1444-1514) e Andrea del Sarto (1486-1530), e poi in Veneto, Giorgione (1478-1510) e Tiziano (1488-1576), e in Emilia, Correggio (1489-1534) e Parmigianino (15031540) sono i protagonisti di questa eccezionale stagione di fioritura artistica. Proprio mentre in Italia si apre una gravissima crisi politica ed economica, il primato artistico italiano si afferma grazie a un arte che diventa modello da imitare per tutti gli altri stati europei. Il genio multiforme di Leonardo Una delle figure più interessanti che segna il passaggio dalla tradizione fiorentina quattrocentesca alle innovazioni della maniera moderna 600 è quella di Leonardo da Vinci: artista, scienziato, ingegnere, studioso della natura e del corpo umano. I numerosi disegni giunti fino a noi testimoniano il vasto campo dei suoi interessi e insieme costituiscono la base delle sue ricerche artistiche. Incessante sperimentatore, anche dal punto di vista tecnico, a Milano lascia uno dei suoi capolavori: il monumentale affresco con l Ultima cena che decora il refettorio del convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, oggi ridotto a un fantasma, sia per la tecnica usata dal pittore, che scelse di non eseguire un vero e proprio affresco, ma di dipingere a secco, sia per cattivi restauri del passato. Nonostante le perdite, lo studio minuzioso delle reazioni degli apostoli all annuncio di Cristo testimonia l attenzione di Leonardo alla natura umana, alle sue espressioni e ai moti dell animo. La Roma di Giulio II Alla fine del primo decennio del Cinquecento, in una sorta di età dell oro in cui artisti straordinari fanno rivivere il mito della classicità, lavorano per il papa Michelangelo e Raffaello e le loro realizzazioni cambiano il volto della città. Michelangelo è chiamato a Roma nel 1508 per realizzare il monumento funebre del pontefice, ma è presto destinato a un impresa colossale, compiuta in pochi anni: gli affreschi della volta della Cappella Sistina, uno dei luoghi più importanti del Vaticano, dove si riuniva il conclave per l elezione del nuovo papa. Sull immenso soffitto, Michelangelo immagina una finta architettura, su cui si appoggiano gigantesche figure di ignudi, ma anche profeti del Vecchio Testamento e sibille del mondo classico: questa struttura dipinta inquadra nove scene della Genesi, che narrano l origine dell uomo e il suo ideale percorso verso la salvezza. Negli stessi anni Raffaello è al lavoro nelle stanze del palazzo Vaticano, che affresca con soggetti religiosi ma anche pagani, come la Scuola d Atene, esaltazione del pensiero filosofico classico, con le figure dei sapienti dell antichità entro una monumentale architettura. La crisi della maniera Questa stagione fecondissima dal punto di vista artistico si interrompe nel 1527 quando Roma è saccheggiata dai Lanzichenecchi: molti artisti abbandonano Roma, e si rifugiano in altre città o addirittura all estero, diffondendo così le invenzioni e i linguaggi della maniera moderna. Forse il profondo senso di insicurezza causato dalla turbolenta situazione politica italiana è una delle cause della crisi della maniera. Dopo il 1520 si apre, a Firenze e Roma, una stagione artistica in cui i valori di armonia, rigore e ordine propri del Rinascimento sembrano andare in crisi: gli artisti utilizzano proporzioni deformate, allungate e contorte e anche lo spazio non è più raffigurato secondo le convenzioni prospettiche del Quattrocento, ma distorto con effetti disarmonici e innaturali.