Il romanzo europeo del Settecento Sul finire del secolo nasce il romanzo gotico , ambientato in atmosfere macabre. Esponenti del genere sono Walpole e Lewis. La nascita del romanzo gotico Verso la fine del secolo nasce un altro genere narrativo, destinato ad avere grande successo nella temperie preromantica e romantica: è il cosiddetto romanzo gotico (o romanzo nero ). Caratterizzato da atmosfere terrificanti e ambientato per lo più in scenari medievali in cui hanno luogo fenomeni inquietanti, fantastici o macabri (castelli diroccati frequentati da fantasmi, cimiteri, monasteri tenebrosi), esso risponde al desiderio del pubblico borghese di associare alla lettura il brivido dato dalle sensazioni forti e dalla paura. Con opere quali Il castello di Otranto (1764), pubblicato anonimo da Horace Walpole (1717-1797), o Il monaco (1795) di Matthew Gregory Lewis (1775-1818) siamo agli antipodi del realismo: il gusto dell esotico e del soprannaturale richiede storie sanguinose popolate da esseri malvagi. Queste opere rappresentano gli albori di una moda che contagerà buona parte della letteratura europea ottocentesca, tra cui quella romantica italiana: Alessandro Manzoni dimostrerà, in particolare nella prima stesura dei Promessi sposi (Fermo e Lucia), di non essere stato indifferente al fascino del macabro e dell inquietante. Tra Francia e Germania In Francia il romanzo risente della cultura illuminista. Autori di romanzi filosofici sono Montesquieu, Diderot, Voltaire e Rousseau. In Germania Goethe riprende il filone del romanzo epistolare e inaugura quello del romanzo di formazione. Il romanzo filosofico illuminista Anche nel resto d Europa il romanzo, con modalità e tipologie differenti, riscuote grande successo. In Francia, dove è maggiore il peso della cultura illuministica, il genere acquista spesso una valenza filosofica: è il caso delle Lettere persiane (1721) di Montesquieu (Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu, 1689-1755), in cui l esperienza epistolare è arricchita da una forte componente satirica; o di Jacques il fatalista (edito postumo nel 1796) di Denis Diderot (1713-1784), viaggio paradossale nella società francese dipinta attraverso una galleria umana di tipi e personaggi diversi. I modelli più importanti di racconto filosofico sono quelli di Voltaire (1694-1778) e di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778). Il primo è autore di Candido (1759), nel quale, attraverso la figura del protagonista, sviluppa una sarcastica critica dell ottimismo presente in alcune correnti filosofiche del tempo ( T3, p. 283). Anche Rousseau riesce a collocare la propria scrittura a metà tra il saggio e la narrazione, soprattutto in due opere: nell Emilio o dell educazione (1762), in cui si descrive l educazione negativa del fanciullo Emilio, tesa a prevenire i vizi della cultura e delle forme sociali tradizionali lasciando che il protagonista, isolato dagli altri, sviluppi le proprie facoltà naturali; e nelle Confessioni (17811788), in cui il racconto autobiografico di un esistenza sofferta si intreccia con l analisi dei momenti cruciali del percorso filosofico e politico dell autore. Il romanzo epistolare e il romanzo di formazione A Rousseau spetta anche il merito di aver rinnovato la tradizione del romanzo epistolare: un aspetto, questo, che egli condivide con un altro grande protagonista della letteratura di fine Settecento, il tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832). Con Giulia o la nuova Eloisa (1761) di Rousseau e I dolori del giovane Werther (1774) assistiamo infatti, attraverso la confessione epistolare, a uno spostamento della focalizzazione narrativa sul protagonista, che anticipa l individualismo proprio del sentire romantico. Lo stesso Goethe elabora, con Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister (1796), un nuovo archetipo narrativo, definito dalla critica tedesca Bildungsroman (romanzo di formazione), in cui l evoluzione del protagonista si configura come una maturazione che avviene attraverso il rapporto dialettico e costruttivo con la realtà. La concezione della personalità intesa come fenomeno in divenire influenzerà ampiamente la produzione narrativa occidentale dall Ottocento fino ai giorni nostri. 263