Il Seicento La lingua Nel corso del Seicento vengono pubblicate tre edizioni del Vocabolario degli Accademici della Crusca, prima raccolta lessicografica europea, volta a codificare la norma linguistica elaborata nel secolo precedente da Pietro Bembo. La lingua elude le norme fissate dall Accademia della Crusca: nuove forme sono introdotte dalla lirica barocca, dalla prosa scientifica, dai resoconti di viaggio, dai sermoni religiosi. 32 La standardizzazione della norma La norma linguistica elaborata nelle Prose della volgar lingua da Pietro Bembo nella prima metà del Cinquecento, e poi stabilizzata nella seconda parte del secolo dai letterati fondatori dell Accademia della Crusca, trova nel corso del Seicento un fondamentale strumento di divulgazione e codificazione nel Vocabolario degli Accademici della Crusca. Progettato e compilato a Firenze a partire dal 1592 ma pubblicato a Venezia nel 1612 e poi ristampato due volte nello stesso secolo (1623 e 1691) il Vocabolario non faceva tesoro solo della lezione delle Tre Corone (Dante, Petrarca e Boccaccio), ma anche di quella degli scrittori minori del Trecento. Esso costituisce, così, la prima compilazione lessicografica europea scientificamente incentrata su una lingua, con voci strutturate secondo criteri sistematici. Molto interessanti sono le soluzioni tipografiche adottate, che anticipano in parte quelle in uso nei moderni dizionari. Come possiamo vedere dall immagine a fianco, il Una pagina del Vocabolario degli Accademici testo è disposto su due colonne e un elegante della Crusca del 1623. cornice riquadra la pagina; il lemma, evidenziato con carattere maiuscoletto, è poi definito accuratamente: non si fornisce la sua etimologia ma abbondano gli esempi, prelevati da un ampio repertorio di autori. Il Vocabolario incontrò immediatamente un enorme successo, ma fu al tempo stesso oggetto di molte critiche, a partire da quelle degli studiosi che non ne condividevano lo scopo normativo e il favore esclusivo accordato alla lingua toscana. Non mancarono neppure le obiezioni di scienziati, giuristi, professionisti di varia natura che lamentavano l assenza, nell opera, del lessico scientifico e settoriale. Non a caso, la seconda e la terza edizione provvidero ad ampliare il ventaglio delle voci, includendo molti termini scientifici (in primo luogo, quelli di Galileo Galilei), nautici e tecnico-professionali e, al tempo stesso, marcando più spesso gli arcaismi come «voci antiche (V.A.), per segnalarne la funzione puramente documentaria. Il rinnovamento della lingua D altro canto, lo sforzo normativo degli Accademici della Crusca non impedì, in tutto il Seicento, la fioritura di forme linguistiche diverse o addirittura in controtendenza. La lingua poetica si aprì alle soluzioni sperimentate dai lirici barocchi: autori come Giovan Battista Marino ampliarono il lessico, raccogliendo elementi della tradizione, ma anche vocaboli stravaganti, prelevati a un repertorio del tutto inedito per la poesia, comprendente anche colloquialismi, dialettalismi e neologismi. La prosa scientifica ebbe una straordinaria diffusione in campi diversi: non solo quelli dell astronomia e della fisica, influenzati anche linguisticamente da Galilei, ma anche quelli delle scienze naturali, nei quali si distinse per risultati e per brillantezza