L’estetismo dannunziano 2 Il culto della bellezza, la teorizzazione dell’arte per l’arte, l’ sono aspetti che già prima di d’Annunzio avevano segnato la cultura decadente europea di fine secolo e l’opera di poeti simbolisti e parnassiani. L’influenza del Decadentismo europeo identificazione di arte e vita Il poeta interpreta l’Estetismo nella della sua ricerca artistica, che culmina con la stesura del : l’autore interpreta in modo personale temi e indirizzi della cultura europea. Tutta l’opera di d’Annunzio è infatti caratterizzata da una sorta di : egli legge, copia, cita, riprende, accumula espressioni e immagini che trova nei classici latini, nelle raccolte dei poeti italiani delle origini (anche quelli minori) e soprattutto nei testi degli scrittori francesi e inglesi contemporanei. prima fase Piacere saccheggio Per molti aspetti d’Annunzio si trova in di fine Ottocento: il culto della bellezza, l’arte per l’arte, l’identificazione di arte e vita. sintonia con il Decadentismo Immergersi nella letteratura è per d’Annunzio una delle attività che permettono di conservare, come fa dire al protagonista del , Andrea Sperelli, «intiera la libertà fino all’ebbrezza». La vita, votata al bello, assegna dunque all’arte un valore supremo e assoluto, sottraendosi a ogni condizionamento o vincolo etico. La “Bellezza” deve essere raggiunta, non importa come, in un processo di innalzamento rispetto agli altri e di continuo, inebriante . Bellezza senza morale Piacere affinamento del gusto Caricatura di d’Annunzio, in Max Beerbohm, , Londra 1913. Fifty Caricatures Tale visione è alla base di due caratteri intrecciati della produzione letteraria dannunziana, uno stilistico e uno ideologico. Sul piano della forma, d’Annunzio opta per soluzioni lessicali, sintattiche, retoriche che privilegiano i toni sostenuti e le modulazioni più solenni della lingua letteraria. La , la ricerca ridondante del sublime, l’uso costante dei classicismi accomunano la sua poesia e la sua prosa: anzi, si può dire che quest’ultima, in assenza di una ricca componente narrativa (i romanzi dannunziani hanno una trama assai esile e povera di fatti), abbia un grado molto alto di liricità e musicalità, sconfinando spesso nel verso vero e proprio, grazie a un apparato ricchissimo di immagini liriche, metafore, sinestesie, ripetizioni, parallelismi e altro ancora. Forma e ideologia: due opzioni aristocratiche edonistica preziosità dello stile Sul piano ideologico, l’esteta è colui che assapora tutti i doni dell’esistenza, si tiene lontano dalla “massa volgare” (il « » di cui parla nel ) e da ogni impegno attivo, sociale e politico, per vivere in un mondo aristocratico, circondato dal lusso e dal superfluo e per «costruire la propria vita come un’opera d’arte». grigio diluvio democratico odierno Piacere Toni sostenuti, lingua letteraria, classicismi, ricerca della musicalità anche nella prosa concorrono alla del suo stile. preziosità L’esteta dannunziano, tuttavia, non è in grado di celebrare fino in fondo il proprio privilegio: la raffinatezza del suo mondo «tutto impregnato d’arte» non può, alla lunga, coprirne le debolezze e la sterilità. Svuotato di energia morale, privo di una robusta forza vitale, egli è destinato alla , alla nel rapporto affettivo con le donne, alla . Il suo bisogno di sensazioni intense ma fugaci rivela una sostanziale incapacità di adattamento al mondo: l’io finisce così per disgregarsi e perdere il proprio centro. Lo scacco dell’esteta dannunziano solitudine sconfitta paralisi dell’azione Non siamo ancora, evidentemente, alla coscienza della crisi dell’identità del soggetto, che caratterizza la letteratura del primo Novecento; tuttavia, l’insoddisfazione e la malattia della volontà che destabilizzano lo Sperelli dannunziano e ne decretano il fallimento sembrano già anticipare i tratti caratteriali tipici della figura dell’ , incapace di vivere dentro i meccanismi della società moderna. inetto Molti delle opere di d’Annunzio, sconfitti o paralizzati nell’azione, . protagonisti anticipano la figura dell’inetto