T9 Stabat nuda Aestas Il titolo (letteralmente, “L’Estate stava nuda”) è tratto da un verso delle del poeta latino Ovidio, una delle principali fonti d’ispirazione di . La lirica, di incerta datazione, celebra l’estate, qui personificata in una divinità femminile. Metamorfosi Alcyone 3 strofe di 8 endecasillabi sciolti con assonanze irregolari. Metro L’ come una estate divinità Primamente intravidi il suo piè stretto scorrere su per gli aghi arsi dei pini ove estuava l’aere con grande tremito, quasi bianca vampa effusa. Le cicale si tacquero. Più rochi 5 si fecero i ruscelli. Copiosa la resina gemette giù pe’ fusti. Riconobbi il colùbro dal sentore. Nel bosco degli ulivi la raggiunsi. Scorsi l’ombre cerulee dei rami 10 su la schiena falcata, e i capei fulvi nell’argento pallàdio trasvolare senza suono. Più lungi, nella stoppia, l’allodola balzò dal solco raso, la chiamò, la chiamò per nome in cielo. 15 Allora anch’io per nome la chiamai. Tra i leandri la vidi che si volse. Come in bronzea mèsse nel falasco entrò, che richiudeasi strepitoso. Più lungi, verso il lido, tra la paglia 20 marina il piede le si torse in fallo. Distesa cadde tra le sabbie e l’acque. Il ponente schiumò ne’ sui capegli. Immensa apparve, immensa nudità. come prima cosa. minuto e agile. Primamente: 1 stretto: sfiorare in corsa il terreno coperto di aghi di pino seccati dal sole. scorrere… pini: 2 ardeva (latinismo). Il verbo è legato in etimologia e consonanza con l’ del titolo. estuava: 3 Aestas come una bianca fiamma che si riversa dilagando intorno ( ). quasi… effusa: 4 effusa il rumore dei ruscelli si fece più fioco nel suo monotono cantilenare. Più rochi… ruscelli: 5-6 scese gocciolando. gemette: 7 mi accorsi della vicinanza del serpente ( ) dal suo odore. Riconobbi… sentore: 8 colùbro tra il grigio e il celeste, azzurrine. cerulee: 10 arcuata. falcata: 11 tra le fronde d’argento degli ulivi, sacri anticamente a Pallade. volare via. nell’argento pallàdio: 12 trasvolare: in mezzo alle stoppie, che restano sul terreno dopo la falciatura. nella stoppia: 13 dal campo già falciato. dal solco raso: 14 oleandri. leandri: 17 grano del colore del bronzo. è un’erba di palude dalle lunghe foglie. bronzea mèsse: 18 falasco: crepitando. strepitoso: 19 le alghe secche. si piegò in un movimento sbagliato. la paglia marina: 20-21 si torse in fallo: il vento di ponente creò la spuma delle onde. Il ponente schiumò: 23 Alphonse Marie Mucha, , 1881. Particolare, L’estate. Praga, Museo Mucha. Le stagioni, variante 3 >> pagina 465 Analisi ATTIVA I contenuti tematici Il titolo e il motivo prendono spunto da un verso di Ovidio: “L’Estate stava nuda e portava ghirlande di spighe” ( , II, 28). Tuttavia l’ispirazione si ferma in superficie, poiché il poeta latino rappresenta l’Estate accanto al trono del Sole, in un atteggiamento solenne, d’Annunzio invece la vede correre in mezzo a un bosco di ulivi, la insegue, la raggiunge prima che essa si dilegui nuovamente, infine la chiama e la rivede, tra le alghe, nuda e con i capelli immersi nella schiuma delle onde del mare. Metamorfosi Descrivi l’aspetto fisico della donna-dea sulla base delle immagini usate dal poeta. 1 La personificazione dell’estate Sarebbe forse inutile cercare di stabilire se la protagonista del componimento, personificazione* della stagione estiva, sia una fanciulla reale oppure il fantasma di una creatura mitica (forse una ninfa o una dea) oppure ancora se il poeta abbia volutamente confuso i ricchi elementi del paesaggio con le belle fattezze di una donna, immersa nella natura lussureggiante fino a dissolversi totalmente in essa. D’altra parte, proprio l’ambiguità è la caratteristica del prodigio: dall’improvvisa apparizione della donna-Estate ( , v. 1) allo stupore silenzioso di tutti gli spettatori naturali ( / / , vv. 5-7), dal suo misterioso (vv. 12-13) fino alla dissoluzione finale, nella grandiosa scena della sua nudità. Primamente intravidi Le cicale si tacquero. Più rochi si fecero i ruscelli. Copiosa la resina gemette giù pe’ fusti trasvolare / senza suono Evidenzia i termini che, normalmente attribuiti al comportamento umano, si riferiscono qui a elementi della natura. Quale risultato ottiene il poeta con questo procedimento? 2 Una favola panica Le scelte stilistiche Ammirata di spalle dal poeta, che ne ha progressivamente svelato la bellezza (dal , v. 1, alla , v. 11, fino ai , v. 23), la natura si svela così nella sua perturbante femminilità, al termine di un inseguimento sottolineato anche dal . Dopo i versi rallentati e quasi immobili che chiudono la prima strofa, la seconda invece accompagna la tensione della fuga con un crescendo, prima suggerito dall’ * tra i vv. 12 e 13 e poi culminante con l’anadiplosi* del v. 15 ( ) e il successivo chiasmo* ( … , vv. 15-16). piè stretto schiena falcata capegli piano ritmico del testo enjambement la chiamò, la chiamò la chiamò per nome per nome la chiamai La lirica si apre con l’avverbio . Come spieghi questa scelta di d’Annunzio e quale effetto determina? 3 Primamente I vv. 15-16 contengono tre figure retoriche: quali? 4 Il ritmo dell’inseguimento Soggetto umano e natura si scambiano ruoli e fattezze: la donna, in particolare, si trasforma in paesaggio, tanto che d’Annunzio ne avverte la presenza attraverso (lo scalpiccio sugli , v. 2; il silenzio delle cicale, v. 5; il sordo rumore dei ruscelli, vv. 5-6; il crepitìo del , vv. 18-19), (il / dell’aria, vv. 3-4) (la , v. 4). È infatti un’allodola ad aiutare il poeta a comprendere il fenomeno e a spingerlo a consacrarsi senza timore a una comunione panica e divina con la natura ( […] / , vv. 14-16). sensazioni uditive aghi arsi dei pini falasco termiche grande tremito e cromatiche bianca vampa l’allodola la chiamò per nome in cielo. Allora anch’io per nome la chiamai La lirica è ricca di immagini che coinvolgono diverse sfere sensoriali. Trascrivile qui sotto: 5 tatto …………………………………………………………………………………………………………………… • vista …………………………………………………………………………………………………………………… • udito …………………………………………………………………………………………………………………… • olfatto ………………………………………………………………………………………………………………… • Associa ai seguenti termini aulici usati nel componimento dei sinonimi di uso comune, oltre a quelli suggeriti in nota. 6 Competenze linguistiche. vampa messe cerulee colubro copiosa lungi Il trionfo delle sensazioni >> pagina 466 T10 Nella belletta In questo madrigale compare un motivo caro alla poetica dannunziana: l’ossessione della decadenza. Madrigale formato da 2 terzine a rima replicata ABC, ABC e da un distico assonante. Metro Il delle cose disfacimento Nella belletta i giunchi hanno l’odore delle persiche mézze e delle rose passe, del miele guasto e della morte. Or tutta la palude è come un fiore lutulento che il sol d’agosto cuoce, 5 con non so che dolcigna afa di morte. Ammutisce la rana, se m’appresso. Le bolle d’aria salgono in silenzio. melma o fanghiglia della palude. belletta: 1 pesche sfatte, quasi marce. persiche mézze: 2 appassite. passe: 3 fangoso (latinismo). surriscalda. lutulento: 5 cuoce: dolciastra. dolcigna: 6 mi avvicino. m’appresso: 7 le bolle prodotte sul pelo dell’acqua dal vapore della putrefazione. Le bolle d’aria: 8 >> pagina 467 Dentro il TESTO I contenuti tematici La stagione estiva sta per finire e il poeta registra i segni di questo inevitabile tramonto. La piena esperienza della vitalità della natura e del corpo, che l’estate ha portato con sé, comincia ora a lasciare spazio alla consapevolezza dell’ , stagione in cui il sole declina e viene meno l’esuberanza giovanile. I costituiscono una successione omogenea di 11 liriche che trasmettono proprio la percezione di un imminente distacco: il mito di una totale fusione con la natura, alimentato nell’animo dalla “grande estate”, si spegne in questo sentire malinconico, che saluta una stagione breve dell’esistenza e l’illusione della felicità e dell’amore. avvicinarsi dell’autunno Madrigali dell’estate L’ultima tappa del percorso di Alcyone Nel componimento , la si traduce nell’ o di decomposizione della natura, che trasmette una vaga fascinazione di morte: il violento calore di agosto, a contatto con la palude riarsa e marcescente, diffonde un odore dolciastro di putrefazione. Nella belletta fine della stagione avvio di un processo di disfacimento La sensazione di una maturità sfatta, appassita e prossima alla morte contagia proprio le cose e i frutti solitamente più ricchi, freschi e vitali: le (v. 2), le / (vv. 2-3), il (v. 3), che nel cuore trionfante dell’estate avevano rappresentato la voluttà dei profumi (le pesche), il godimento dell’amore (le rose), la dolcezza della passione (il miele). Rimane un unico segnale di vita, il gracidare della rana nello stagno, ma anch’esso scompare all’avvicinarsi del poeta, sostituito dall’immagine delle (v. 8) che emergono dal fondo della palude. persiche mézze rose passe miele guasto bolle d’aria L’estate muore lentamente Le scelte stilistiche La struttura metrica qui adottata permette a d’Annunzio di calibrare perfettamente le varie parti del discorso poetico, esprimendo con immediatezza le diverse impressioni suscitate in lui dalla realtà naturale. Al contempo, sul piano lessicale, il madrigale adotta un , pur senza rinunciare a suggestive sfumature metaforiche* o analogiche*: (vv. 1-2); (vv. 4-5). linguaggio realistico e descrittivo / i giunchi hanno l’odore delle persiche mézze e delle rose / Or tutta la palude è come un fiore lutulento Un blocco formale omogeneo Verso le COMPETENZE Comprendere Riassumi con parole tue le descrizioni e i paragoni proposti nel testo. 1 ANALIZZARE Individua le sensazioni olfattive, visive e uditive descritte da d’Annunzio per suggerire l’idea della natura in decomposizione. 2 INTERPRETARE Quali stati d’animo tipici della poesia decadente vengono indicati nel componimento? 3 Valentine Cameron Prinsep, , 1897. Oldham, Gallery Oldham. Al primo tocco di Inverno, Estate svanisce