Il secondo Ottocento Nei versi dei poeti scapigliati si riflette il dissidio tra passato e futuro e il disagio verso il presente. La lacerazione interiore La scissione tra passato e futuro (con l incapacità di vivere nel presente), tra spirito e materia, tra bene e male, caratterizza l orizzonte psicologico degli Scapigliati. Mentre sul piano esistenziale tale conflitto è ragione di angoscia e tensione, esso offre anche, su quello poetico, lo spunto per raffinati giochi di simmetrie e di contrasti tra immagini opposte: non a caso uno dei componimenti programmatici della corrente, scritto da Arrigo Boito, si intitola proprio Dualismo (  T2, p. 79). L amore: erotismo e sentimento Anche il sentimento amoroso risente di questa predisposizione all ambivalenza: esso è visto da un lato quale stato fisico e mentale da studiare con gli strumenti della moderna scienza positivista, dall altro come condizione spirituale idealizzata in base a stereotipi romantici. L erotismo spinto coesiste così con il vagheggiamento degli affetti familiari più puri, evidenziando, anche in questo caso, una costante oscillazione. Uguale dissidio investe il tema della religione, con l oscillazione tra anticlericalismo e rimpianto per l originaria purezza del cristianesimo. Polemica anticattolica e anelito religioso Allo stesso modo, l anticlericalismo e la blasfemia si affiancano alla nostalgia per la serena religiosità dell infanzia e al desiderio di un autentica spiritualità che vada al di là dei culti e dei riti ufficiali della Chiesa cattolica. Del resto non è la fede in sé a essere rifiutata: la polemica si appunta invece sulla religione cattolica, considerata mero strumento di potere temporale e, fino al 1870, ostacolo alla piena unificazione del paese. La poetica e lo stile La Scapigliatura aspira alla creazione di un arte totale, che trovi coerente espressione in tutte le sue declinazioni: dalla letteratura alla musica, alla pittura, al teatro. Dal punto di vista linguistico e stilistico gli Scapigliati si mantengono nel solco della tradizione, senza introdurre nuovi modelli. L aspirazione a un arte totale Nelle formulazioni di poetica del gruppo scapigliato appare centrale l idea di un arte totale, cioè un arte capace di legare in maniera inedita e feconda le modalità comunicative delle diverse attività creative: letteratura (prosa e poesia), pittura e scultura, musica, teatro. Oltre a rappresentare una sorta di programma, tale prospettiva viene anche direttamente sperimentata nelle vite dei vari esponenti del movimento, da Emilio Praga e Giovanni Camerana, che sono anche pittori, ad Arrigo Boito, musicista, a Camillo Boito, architetto. Si possono inoltre ricordare pittori, scultori e architetti, come Tranquillo Cremona e Gaetano Previati. Il movimento diventa in tal modo un esperienza a tutto tondo, capace di coinvolgere e condizionare le diverse espressioni creative. La lingua e lo stile Sul piano formale, tuttavia, la portata del rinnovamento è tutto sommato limitata. Quella della Scapigliatura è infatti una moderata innovazione. C è indubbiamente un apertura verso mondi linguistici umili e quotidiani e verso il lessico della scienza positivista. Ma è anche vero che, a parte occasionali inserti, gli Scapigliati non sembrano capaci di una reale e duratura innovazione dei mezzi espressivi, che accolgono infatti voci antiquate, aulicismi, forme metriche canoniche (settenario ed endecasillabo): la presenza di elementi di novità non risponde a un organico e consapevole progetto di aggiornamento della lingua e dello stile, che in tal modo appaiono segnati da una certa discontinuità di fondo. I modelli letterari La scrittura poetica degli Scapigliati risulta insomma piuttosto conservatrice, spesso con accenti già presenti nella retorica tipica di molta lirica romantica e patriottica. I modelli recenti di Foscolo, Leopardi, Manzoni e, sullo sfondo, quelli degli autori della tradizione letteraria rimangono presenze costanti nel loro tessuto stilistico. Maggiori elementi di rinnovamento stilistico si ritrovano invece nei prosatori, in particolare negli autori piemontesi e in Carlo Dossi, il cui sperimentalismo va nella direzione di un plurilinguismo capace di mescolare registri di varia natura. 72