Il primo Novecento I luoghi, i tempi e i protagonisti Manca un vero manifesto che permetta di riunire i Crepuscolari sotto una scuola. Tuttavia tra molti di loro esistevano relazioni intense. Oltre a Torino, città di Guido Gozzano, altri centri dei poeti crepuscolari sono Firenze e Roma. La stagione crepuscolare comincia a inizi Novecento e finisce con la Prima guerra mondiale. Una scuola senza manifesti La critica ha molto dibattuto se questa comunanza di temi, di motivi e di toni sia sufficiente per identificare il Crepuscolarismo come una scuola . In realtà non comparve mai un manifesto o un programma comune (come invece accadde al Futurismo), ma ci furono rapporti interpersonali più o meno intensi fra i diversi esponenti del gruppo, che collaboravano anche, spesso, alle stesse testate. Tali legami, favoriti dall età anagrafica (i Crepuscolari nascono tutti intorno al 1880) e dalla comune estrazione borghese, portano i diversi autori a una simpatia reciproca che li induce a leggersi e a recensirsi a vicenda. Un movimento in tre città Sul piano geografico sono tre, principalmente, i centri di propulsione e di sviluppo della poesia crepuscolare: Torino, Firenze (con autori provenienti anche da città dell Emilia-Romagna, quali Cesena, Cesenatico e Ferrara) e Roma. All area torinese appartiene la figura ritenuta unanimemente più originale e significativa della corrente, Guido Gozzano; torinesi sono anche Carlo Chiaves (1882-1919) e Nino Oxilia (1888-1917). Fiorentino è invece Aldo Palazzeschi, la cui concezione irriverente della poesia lo conduce però ad avvicinarsi presto al nascente Futurismo (nel cui ambito tratteremo la sua poesia, p. 782); a Palazzeschi vanno accostati Corrado Govoni (nato vicino a Ferrara e destinato anch egli ad aderire all avanguardia futurista, p. 788) e Marino Moretti (nato a Cesenatico, 1885-1979). A Roma, infine, vivono Sergio Corazzini e Fausto Maria Martini (1886-1931). La stagione crepuscolare Il periodo di attività di questi poeti coincide solo in parte: il 1907, per esempio, è l anno della morte di Corazzini ma anche dell esordio poetico di Gozzano. E se con la morte di Corazzini il gruppo romano si disperde, è nella Torino degli anni immediatamente successivi che ha grande sviluppo la poesia crepuscolare, con Gozzano capofila e la sua ironia quale tratto distintivo. La maggior parte dei Crepuscolari evolveranno, dopo l esordio, in altre direzioni, meno legate a precise correnti e più rispondenti a un percorso artistico individuale. Possiamo perciò considerare chiusa la stagione crepuscolare, iniziata nei primi anni del secolo, con la fine della Prima guerra mondiale. Il frammentismo della Voce La Voce , fondata a Firenze nel 1908, ospita scritti di Palazzeschi, Rebora, Campana, Sbarbaro, Ungaretti. La breve storia della rivista La rivista La Voce viene fondata a Firenze nel dicembre del 1908 da Giuseppe Prezzolini ed è pubblicata fino al dicembre 1916, con periodicità dapprima settimanale e poi, dal 1914, quindicinale. diretta inizialmente dallo stesso Prezzolini (eccettuato un breve periodo, dall aprile all ottobre del 1912, in cui la direzione passa a Giovanni Papini); quindi, dal dicembre 1914, da Giuseppe De Robertis. Tra il maggio e il dicembre del 1915 appare un edizione strettamente politica (14 numeri) diretta da Prezzolini e poi da Antonio De Viti De Marco. Alla rivista si affianca la Libreria della Voce, che pubblica numerosi volumi e specialmente quaderni , sia di taglio storico-critico, sia di argomento letterario. I letterati vociani Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Prezzolini, schieratosi apertamente per l intervento dell Italia, lascia La Voce , che sotto la direzione di Giuseppe De Robertis si trasforma in rivista esclusivamente letteraria la cosiddetta Voce bianca , dal colore della copertina , accogliendo le firme di poeti e prosatori emergenti. 736