Il Futurismo sintattico. In tal modo è possibile ottenere quella «simultaneità di stati d animo già teorizzata da pittori futuristi quali Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Gino Severini e Giacomo Balla. L abolizione della punteggiatura, l uso del verbo all infinito, l ortografia libera costituiscono tutti elementi di purificazione del linguaggio che secondo la teoria futurista permettono all immaginazione di snodarsi «senza fili o condizionamenti logici, dando sfogo all intuizione e all impressione immediata anche grazie all uso dell analogia, la quale «non è altro che l amore profondo che collega le cose distanti, apparentemente diverse ed ostili . La ricerca di uno stile essenziale si manifesta attraverso l uso dell analogia e dell onomatopea. Analogia ed essenzialità Per creare l analogia basta accostare un sostantivo a un altro (per esempio «uomo-torpediniera ): non serve usare altri connettivi così , come , simile a perché l acuita sensibilità dell uomo moderno coglie immediatamente i collegamenti tra le cose. Allo stesso tempo, al posto dei segni d interpunzione si raccomanda l uso di segni matematici e indicazioni ritmiche, quali +, , x, : , =, >, <, che possono rendere il movimento e la quantità e consentono di operare la sintesi e, quindi, di velocizzare la comunicazione. Ne scaturisce l ideale di un arte essenziale, dominata dai suoni ricorrente è l uso dell onomatopea, come si vede anche dal titolo della più significativa composizione paroliberista di Marinetti, Zang Tumb Tumb e movimentata dall aspetto visivo: una vera e propria rivoluzione tipografica investe le pagine futuriste grazie all impiego di caratteri da stampa non uniformi e con dimensioni differenti per indicare l aspetto emozionale sviluppato dai vocaboli. I luoghi e i protagonisti Milano, metropoli in espansione, è il centro da cui si irradia il Futurismo. A Firenze, Papini e Soffici fondano la rivista Lacerba . A Roma si trasferisce Marinetti dopo la Prima guerra mondiale. Fra i letterati più noti che aderiscono al Futurismo si ricordano Govoni, Palazzeschi e Soffici. Milano La capitale del Futurismo non può che essere Milano, metropoli in continua espansione, fulcro dell industrializzazione italiana, vera e propria capitale culturale del paese. qui che si svolge prevalentemente la multiforme attività di Marinetti e si costituiscono i primi nuclei di aderenti al movimento. Tuttavia, l organizzazione ideata da Marinetti favorisce, accanto alla casa madre milanese, la formazione di una miriade di nuclei locali, spesso in realtà periferiche o provinciali, dal Nord al Sud del paese. Firenze e Roma Oltre a Milano, i due centri futuristi più importanti sono Firenze e Roma. A Firenze, nel 1913, nasce a opera di Giovanni Papini (1881-1956) e Ardengo Soffici (1879-1964) la rivista Lacerba , che propugna una visione teppistica della cultura, come emerge dal titolo stesso della testata, ispirato a un poema trecentesco di Cecco d Ascoli, autore con fama di eretico. A Roma, dove nel 1925 si trasferisce lo stesso Marinetti, il Futurismo annovera la presenza di letterati e artisti d avanguardia della prima ora; dopo la Prima guerra mondiale essa diventa la capitale del movimento, sede di molte riviste, luogo d elezione di sperimentazioni teatrali, patria delle case d arte italiane (dimore-atelier aperte al pubblico) come quelle di Giacomo Balla, Enrico Prampolini e Anton Giulio Bragaglia. I principali letterati futuristi Lo squilibrio fra la teoria e la prassi è piuttosto evidente nella quasi totalità delle proposte artistiche futuriste. A eccezione della pittura, dove i risultati concreti sono straordinari, negli altri campi toccati dalla propaganda futurista le realizzazioni sono indubbiamente al di sotto degli enunciati programmatici. Ciò vale anche in letteratura, e spiega l assenza di veri capolavori futuristi e di letterati importanti interamente riconducibili a questo movimento. Oltre a Corrado Govoni (1884-1965), Aldo Palazzeschi (1885-1974) e Ardengo Soffici, che vi aderiscono per un certo periodo della loro vita, ricordiamo i nomi di Auro d Alba (pseudonimo di Umberto Bottone, 1888-1965), Paolo Buzzi (1874-1956), Francesco Cangiullo (1884-1977) e Luciano F lgore (pseudonimo di Omero Vecchi, 1888-1966). 773