I SAPERI fondamentali la sintesi CARLO EMILIO GADDA  Asset ID: 193 ( )  let-audlet-ce-gadda110.mp3 Audiolettura LA VITA E LE OPERE Carlo Emilio Gadda nasce a Milano nel 1893, trascorre un’infanzia tormentata a causa delle precarie condizioni economiche della famiglia. Nonostante le sue inclinazioni letterarie, la madre gli impone di iscriversi alla facoltà di Ingegneria. Partecipa alla Prima guerra mondiale arruolandosi come volontario; in seguito alla morte del fratello cade in uno stato di depressione profonda, da cui non si riprenderà mai del tutto. Si laurea in Ingegneria elettrotecnica nel 1920 e nel frattempo studia filosofia. Dopo aver vissuto in Argentina dal 1922 al 1924, Gadda rientra in Italia deciso a dedicarsi alla letteratura.  Nel 1925 si trasferisce a Roma: a questo periodo risale la stesura della (1970). Nell’aprile del 1936 muore la madre e in Gadda si fondono dolore e rimorso. Un simile, ossessivo senso di colpa sarà il tema portante della (pubblicata in volume nel 1963 e nel 1970), un percorso di conoscenza interiore, attraverso gli eventi drammatici della vita del protagonista. Il romanzo è diviso in due parti: la prima è uno studio antropologico della società del paese in cui è ambientato, che rispecchia la Brianza dell’autore; la seconda è incentrata sulla figura della madre del protagonista, che ha molti tratti in comune con quella dell’autore. Abbandonata la professione di ingegnere per dedicarsi totalmente alla letteratura, Gadda si trasferisce nel 1940 a Firenze, dove pubblica la prima versione di . Nel 1950 torna a Roma e lavora alla Rai come giornalista fino al 1955, quando si licenzia per potersi dedicare alla stesura definitiva del . Il romanzo vede la luce nel 1957 e riscuote grande successo presso la critica e il pubblico. Ormai famoso, lo scrittore si chiude in un angosciato isolamento, occupandosi della riedizione delle sue opere. Muore a Roma nel 1973.  Meccanica Cognizione del dolore Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Pasticciaccio Oltre ai due romanzi, Gadda scrive una serie di racconti poi riuniti in raccolte dalle intricate vicende editoriali: (1931); (1934); (1944); (1963). Vanno ricordati inoltre il (1955 e 1965, diario della partecipazione alla Prima guerra mondiale e della prigionia) e (1967, in cui l’autore si confronta con l’ideologia e la propaganda del fascismo, da lui avversate). La Madonna dei filosofi Il castello di Udine L’Adalgisa Accoppiamenti giudiziosi Giornale di guerra e di prigionia Eros e Priapo (Da furore a cenere) I GRANDI TEMI L’espressionismo di Gadda si serve di un caratteristico linguistico, che nasce dalla mescolanza di una varietà di elementi: tecnicismi, arcaismi, neologismi, inserti in lingua straniera e diversi dialetti. La costruzione della frase è spesso stravolta ed è frequente la presenza di digressioni. La lingua di Gadda fonde aulico e comico inserendosi in quella tradizione maccheronica che si fa risalire fino a Dante. L’autore stesso definisce “barocca” la propria scrittura, che mira ad esprimere il caos, la molteplicità del reale, ma anche la propria    . Fin dalle prime prove, Gadda si affida allo strumento della scrittura come specchio del   della realtà che appare ai suoi occhi caotica e indecifrabile. In particolare, nelle sue opere affiora il ritratto impietoso di una borghesia squallida e perbenista, sulla quale si imprime lo sguardo dell’autore. Nessuna speranza di riscatto e di umanità può riabilitare il mondo di cui Gadda svela le ipocrisie e i falsi moralismi. pastiche ▶ nevrosi ▶ garbuglio QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA MERULANA Pubblicato nel 1957, rappresenta il capolavoro di Gadda. Il romanzo esprime le posizioni filosofiche ed esistenziali dell’autore: il suo rapporto contrastato con la complessità del reale, l’osservazione del groviglio di fatti e fenomeni che riflettono il caos dell’esistenza umana. Ambientato a Roma nel 1927, in pieno regime fascista, il nasce come un racconto giallo che però non ha, volutamente, il classico finale risolutivo. Protagonista è il commissario Ingravallo, detto don Ciccio, che segue un omicidio avvenuto in un palazzo signorile di via Merulana. Dopo l’inizio tipico del giallo, l’intreccio si frantuma in una miriade di narrazioni che si discostano dallo svolgimento dell’inchiesta e che vengono seguite con digressioni in stile espressionistico. Alla fine emerge che la vicenda non può essere risolta perché la realtà è troppo complessa per essere decifrata. Il finale del romanzo contiene le conclusioni filosofiche ed esistenziali a cui l’autore è giunto: la realtà non può essere conosciuta perché, mentre viene esaminata, è al contempo deformata e compromessa. La complessità del reale viene rappresentata dall’autore grazie a uno stile poliedrico e la digressione costituisce la principale tecnica narrativa del romanzo. Il carattere frammentario della realtà è reso anche dalle infinite sfaccettature linguistiche: oltre il romanesco, altri dialetti sono presenti nel romanzo. Tutto ciò contribuisce alla del romanzo. Quer pasticciaccio brutto de via Merulana Pasticciaccio ▶  polifonia