La rivoluzione stilistica Alle origini dello sperimentalismo ungarettiano   L’itinerario che conduce Ungaretti a sperimentare nuovi mezzi espressivi parte dalla lettura giovanile dei versi di Baudelaire, Rimbaud e Mallarmé, amati durante il periodo scolastico trascorso presso l’École Suisse Jacot di Alessandria d’Egitto, dove si impartiva l’insegnamento della lingua e della letteratura francese. Gli anni egiziani costituiscono una fondamentale miniera di suggestioni estetiche e culturali: il deserto come luogo di miraggi e di silenzio; l’immagine del nomade alla ricerca della patria, cioè delle radici; il quale conseguenza della frequentazione delle culture italiana e francese; lo stesso motivo del “porto sepolto” che abbiamo visto al centro del suo immaginario poetico. La passione adolescenziale per la poesia bilinguismo Nel primo periodo della vita trascorso ad Ungaretti studia la . Alessandria d’Egitto poesia francese La successiva esperienza francese mette Ungaretti a contatto con gli ambienti dell’avanguardia e gli consente di intrecciare amicizie feconde, come quella con il poeta , da cui apprende un’inedita dimensione spaziale della parola: i suoi  forniscono il modello per testi brevi e brevissimi, svincolati da schemi metrici e capaci di sondare, attraverso la libertà assoluta della parola, la realtà più profonda della psiche e della condizione umana. La frequenza, alla Sorbona, ai corsi del filosofo gli suggerisce inoltre l’idea della memoria e del tempo interiore come “durata”: allo spazio empirico e oggettivo subentra quello onirico e soggettivo. L’incontro parigino con l’avanguardia Guillaume Apollinaire Calligrammes Henri Bergson Negli anni trascorsi a entra in contatto con l’ . Parigi avanguardia intellettuale Non va nemmeno sottovalutata la conoscenza del Futurismo. Attraverso Ardengo Soffici e Giovanni Papini, che insieme dirigevano la rivista “Lacerba” e svolgevano un’importante attività di promozione dell’arte d’avanguardia, il poeta si avvicina a questa corrente: apprende la lezione della cosiddetta «immaginazione senza fili», ossia l’ , e approfondisce le qualità evocative dell’ . In effetti, le prime prove ungarettiane si giovano chiaramente dei modi propri del Futurismo e assecondano il suo invito a superare le convenzioni espressive tradizionali: il rifiuto della punteggiatura, della sintassi e della metrica tradizionali; il predominio della metafora e della stessa analogia; gli espedienti grafici e tipografici assunti in funzione lirica. L’incontro con il Futurismo: influenza e superamento abolizione dei legami sintattici tra le parole analogia Tale innegabile influenza si stempera però nei successivi sviluppi della sua poetica, in virtù del , della che traspare nell’insistito gioco delle sillabe e delle allitterazioni, e soprattutto del potere evocativo che egli assegna alla parola. bisogno di concretezza e di essenzialità tendenza al canto Se, dunque, le avanguardie aprono la strada alla frammentazione, con Ungaretti la tendenza si complica e si approfondisce significativamente: non basta infrangere i legami fra le parole, dissolverle in una libertà senza vincoli sintattici e grammaticali; occorre isolarle e lasciarle vivere nel recuperandone il significato e la “ ” che nei rumori caotici della quotidianità finiscono per andare perduti. Dalla poesia simbolista, e in particolare da quella di Mallarmé, Ungaretti apprende la necessità di , facendone riemergere la limpidezza e . In altri termini, si tratta di concedere alle parole una patina indefinita e, al tempo stesso, sublime, restituendo dignità a «una parola in stato di crisi», facendole assumere il significato primigenio, rendendola sintetica fino a sfiorare il silenzio. vuoto della pagina meraviglia scavare dentro i vocaboli svelando il loro valore assoluto L’incontro con e lo avvicina alla poetica del . Soffici Papini Futurismo  >> pagina 63 La parola lirica – “banalizzata” dai Crepuscolari, caricata di sfrenato vitalismo dai Futuristi, frammentata dai Vociani – riacquista così una nuova , in grado di cogliere il minuscolo e prezioso nucleo di senso contenuto nella vita umana. Nel testo conclusivo della sua raccolta d’esordio, Ungaretti descrive la poesia come «la limpida meraviglia / di un delirante fermento»: ogni singola parola «scavata è nella mia vita / come un abisso» ( ). Il valore della parola valenza magica , T11, p. 83 Commiato ▶  Quanto più si libera delle relazioni (grammaticali e logiche), tanto più la parola assume rilievo in sé e per sé: sillabata, staccata in pause, sospesa tra i bianchi della pagina, essa può illuminare verità profonde e cogliere l’“inesauribile segreto” che riposa al fondo delle esistenze umane. Ciò spiega la , che possiamo notare attraverso le varianti dei singoli componimenti, i quali si presentano, redazione dopo redazione, sempre più asciutti, quasi “scarnificati”. crescente ricerca di essenzialità Le soluzioni formali   I risultati della ricerca ungarettiana conducono a , destinate a rivoluzionare l’intera poesia italiana del Novecento. Una proposta rivoluzionaria soluzioni sperimentali di grande originalità La tensione espressiva grazie alla quale il poeta potenzia il significato originario della parola richiede l’abolizione di ogni costruzione complessa del periodo e del pensiero: Ungaretti rompe la sintassi e la metrica, al minimo , , tipografici utilizzati , disgrega i versi tradizionali italiani, quali l’endecasillabo e il settenario, sostituendoli con versi brevissimi, i cosiddetti (anche se la critica ha notato che spesso essi, se uniti tra loro a prescindere dagli “a capo”, compongono versi della metrica classica), valorizza i titoli come parte integrante del testo, di cui spesso racchiude il significato. riduce verbi reggenti e congiunzioni abolisce i segni di interpunzione si serve degli spazi bianchi come pause di silenzio « versicoli » Il poeta giudica il : tenta così di reinventarlo, di coglierne il nucleo originario, non ancora contaminato dalle convenzioni, di farne cioè il corrispettivo espressivo di quella gioia di vivere e di quel «sentirsi in armonia» con l’universo a cui egli si appiglia nei momenti – soprattutto quelli più tragici – dell’esperienza umana. linguaggio contemporaneo usurato, inautentico, alienato La poesia di Ungaretti tende all’ attraverso la riduzione di elementi grammaticali come congiunzioni e segni di interpunzione e la . essenzialità rottura dei versi tradizionali Il discorso ungarettiano appare quasi completamente destrutturato, senza più la presenza di legami logico-grammaticali tra le , che spesso si trovano , liberate dalle sovrastrutture linguistiche e stilistiche che frenano o impacciano le improvvise illuminazioni dell’ispirazione. Come ha scritto lo stesso Ungaretti, la poesia si riduce così ad . L’isolamento della parola parole isolate «alcuni vocaboli deposti nel silenzio come un lampo nella notte, un gruppo fulmineo di immagini» Il sistema della poesia di Ungaretti è fondato sull’ . Non è l’analogia estetizzante di d’Annunzio, né quella, meccanica e ossessiva, dei Futuristi. Ungaretti intende l’analogia come , come illuminazione istantanea, conoscenza profonda e segreta del tutto, priva di complicazioni intellettualistiche. In altri termini, in Ungaretti o di fine a sé stesso: essa alle variazioni e ai sentimenti dell’animo, alla scoperta che il poeta fa di sé, degli altri e del mondo. L’importanza dell’analogia analogia scoperta di una realtà visionaria ed esistenziale la forma non è qualcosa di autonomo rappresenta la ricerca di un’espressione aderente L’analogia per Ungaretti è uno strumento che rende più acuta l’ attraverso accostamenti illuminanti. intelligenza della realtà