Letteratura e giornalismo Il giornalismo-reportage Il racconto della Storia La collaborazione tra letterati affermati e carta stampata particolarmente stretta quando ci si addentra nell ambito degli scritti di viaggio e del reportage. Per buona parte del Novecento, infatti, i direttori delle pi importanti testate si affidano spesso a scrittori di chiara fama per documentare avvenimenti sconvolgenti, conflitti politici o realt di mondi lontani, che, anche da un punto di vista stilistico, sembrano necessitare di una trascrizione personale o di una rivisitazione pi intrigante e originale. In tali casi, capita che giornalismo e letteratura si mescolino fino a perdere i reciproci connotati: ci che avviene, solo per fare qualche esempio, negli articoli di Curzio Malaparte (1898-1957), inviato sul fronte francese durante la Grande guerra, di Ercole Patti (1904-1976), che documenta la guerra coloniale in Etiopia, di Indro Montanelli (1909-2001), il quale racconta i mesi del conflitto civile spagnolo, del gi citato Dino Buzzati, corrispondente durante la Seconda guerra mondiale, di Goffredo Parise (1929-1986) e Oriana Fallaci (1929-2006), che confezionano memorabili servizi dal Vietnam, di Tiziano Terzani (19382004), sempre in prima linea nei conflitti che insanguinano il Sudest asiatico negli anni Settanta. Indro Montanelli usa una tecnica oggettiva: il giornalista riferisce i fatti di cui testimone, consapevole di essere il mediatore tra essi e il pubblico dei lettori. Qui siamo nell autunno del 1956: il 1° novembre l Ungheria annuncia la sua volont di uscire dal Patto di Varsavia e subisce la reazione dell Unione Sovietica, che invade il paese con i carri armati e soffoca nel sangue i tentativi di resistenza degli insorti. La corrispondenza di Montanelli per il Corriere della Sera si intitola Cos ho visto la battaglia di Budapest. ¥ T2 ¥ Cos ho visto la battaglia di Budapest Indro Montanelli Questa la storia della battaglia di Budapest, e il lettore ci perdoni se la riferiamo con tanto ritardo. Mentre la combattevano, i russi ci tolsero il mezzo di raccontarla; e, in fondo, non ci resta che ringraziarli per averci tolto solo questo. una storia parziale, naturalmente, come del resto lo sono tutte le storie. Non abbiamo che 5 due occhi e siamo stati costretti a servircene con parsimonia, usandone uno per osservare ci che succedeva a Budapest e l altro per sorvegliare che non succedesse altrettanto a noi. Tenete a mente che nessuno ha visto tutto. Vi dico solo quello che ho visto io. E vi chiedo preventivamente scusa se vi parr troppo poco. Il 2 sera, la popolazione di Budapest and a letto convinta che le autorit aves10 sero fatto male a proibire la partita di calcio che avrebbe dovuto svolgersi l indomani al Nepstadion con la nazionale svedese. La trovavano una precauzione esagerata e rimpiangevano di non poter acclamare nel redivivo Puskas,1 oltre che il grande campione e capitano della squadra, l eroe dell insurrezione. In quel momento, tutto il Paese era gi sotto il controllo militare sovietico, ma 15 non ci credeva. Non ci credevo nemmeno io che, impigliato la notte precedente in una colonna di carri armati russi, ero stato involontariamente testimone oculare 1 Puskas: Ferenc Puskas (1927-2006), popolare attaccante della Honv d, club di Budapest, nonch del- la nazionale ungherese. 712