Il secondo Novecento e gli anni Duemila Gli autori del secondo Novecento mettono in scena un insieme caotico e confuso di eventi e dialoghi per mostrare la vanità e l assurdità del mondo contemporaneo. Le opere di Ionesco e Beckett, principali esponenti del teatro dell assurdo , si popolano allora di individui soli, vuoti, privi di ogni slancio e incapaci di agire. Il teatro dell assurdo Nella seconda metà del Novecento maturano nuove forme drammatiche e si sperimentano soluzioni teatrali diverse, tese ormai a destrutturare e vanificare la distinzione tradizionale tra commedia e tragedia. La crisi del soggetto e la messa in discussione dell uomo come consapevole motore della società determinano conseguenze radicali sul piano della scrittura e della recitazione teatrali: l azione drammatica tende a svuotarsi o a costituirsi di eventi slegati tra loro o uniti da legami flebili e del tutto aleatori; i dialoghi perdono significato e spesso si riducono a illogici vaneggiamenti, come per sottolineare il tragico isolamento degli individui. L obiettivo principale degli autori è quello di dissacrare e demistificare la realtà, mostrando la totale insensatezza del mondo e il disorientamento dell uomo, incapace di dare uno scopo alla propria esistenza e di uscire dalla ripetitiva banalità dell esistenza quotidiana. Il risultato più importante di questa tendenza della drammaturgia contemporanea è il cosiddetto teatro dell assurdo del francese di origini rumene Eugène Ionesco (1909-1994) e dell irlandese Samuel Beckett (1906-1989). Comune ai due autori è il rifiuto dell impegno politico: nelle loro opere non vediamo rappresentate, come accade in quelle di Brecht, la condizione delle masse oppresse dal sistema borghese, ma l appiattimento dell individuo, incapace di concepire anche solo l idea di una ribellione, chiuso nella dimensione privata del proprio interesse. Il teatro si propone in tal modo di smascherare l assurdità del mondo contemporaneo, l inautenticità delle relazioni sociali, l asfittico scetticismo che avvolge la condizione umana, privandola di vitalità e ideali. Emblema di tale visione è il capolavoro di Beckett, Aspettando Godot (1952), nel quale l azione è praticamente assente. Ai due protagonisti non capita nulla di importante; tra argomenti futili e litigi banali, essi si limitano ad attendere qualcuno che non arriverà mai: un eloquente metafora, questa, della solitudine degli uomini e della loro completa incomunicabilità. Il teatro in Italia Assurdo, parodia e dissacrazione sono i tratti dominanti del teatro futurista che vuole coinvolgere e far ridere lo spettatore. L avanguardia futurista Mentre si consuma la fastosa esperienza del teatro di poesia creato da Gabriele d Annunzio e matura la grande innovazione pirandelliana, destinata a esercitare un influenza decisiva ben al di là dei confini italiani, il panorama del teatro italiano dei primi decenni del Novecento presenta anche diverse esperienze caratterizzate dalla ricerca sperimentale e dal superamento della tradizione naturalista. il caso del teatro futurista, che punta al coinvolgimento dello spettatore (favorendo una relazione tra attori, scena e pubblico), ricerca il divertimento e la provocazione (attraverso l assurdo, la caricatura, la dissacrazione del solenne), propone la commistione di musica, gesto e parola, contesta la mentalità borghese parodiando, secondo i canoni teorici prescritti da Marinetti, la famiglia, il matrimonio, la fiacchezza della pacifica esistenza dell italiano medio. Il repertorio del teatro popolare Come per altre esperienze creative del Futurismo, anche le innovazioni tecniche del teatro saranno riprese a distanza di anni e decenni, andando così a influenzare autori ed esperienze diverse lungo tutto il Novecento. Nel momento in cui appaiono, tuttavia, esse incidono poco sui gusti del pubblico italiano, più incline ad apprezzare il ricco patrimonio popolare legato alla rivista (genere di spettacolo così chiamato perché configurato come una rassegna comica di quadri e scenette ispirate alla stretta attualità), alla pantomima, al circo, al teatro delle marionette. 760