La prosa del Duecento 1 La nascita della prosa italiana Lo sviluppo tardivo Nel panorama europeo medievale, quasi ovunque la prosa si sviluppa più tardi della poe sia, poiché resta legata più a lungo alla vecchia veste latina. Anche in Italia, dove inizial mente i modelli provenivano dalle altre letterature più precoci (anticofrancese e proven zale), non ci si allontana molto da questo indirizzo generale. Il modello di Cicerone La prosa volgare nasce in Italia come imitazione di un modello latino, quello del po litico e oratore romano Cicerone (I secolo a.C.). Essa sorge e si sviluppa inizialmente a Bologna, città come si è già visto illustrando le origini dello Stilnovo culturalmente assai vivace grazie alla sua celebre università. I primi esempi di prosa italiana risalgono al notaio bolognese Guido Faba (XIII secolo), autore di due opere didattiche, la Gemma purpurea (composta tra il 1239 e il 1248) e i Parlamenta et epistole (12421243), nelle qua li l autore si limita a riportare le regole sintattiche e stilistiche usate da Cicerone all inter no del volgare italiano. Un operazione simile è compiuta da Guittone d Arezzo nelle sue Lettere, che assumono a modello le epistole sempre di Cicerone. Il carattere colto La prosa volgare italiana nasce dunque con un carattere sostanzialmente colto, conferma to circa un secolo più tardi anche dalle scelte stilistiche adottate nella prima grande opera italiana in prosa volgare, il Decameron (13481353) di Giovanni Boccaccio. Brunetto Latini e la prima enciclopedia in volgare Tra i primi volgarizzatori (cioè traduttori in volgare) dei testi latini e tra i primi autori in prosa volgare va ricordato senz altro il fiorentino Brunetto Latini (1220 ca1294). Letterato e uomo politico, notaio e cancelliere del Comune, Brunetto ricopre incarichi im portanti, tra i quali nel 1287 il priorato (la massima magistratura cittadina). Dante lo ce lebra con affetto come suo maestro insigne in un brano della Commedia (Inferno, XV) che ha costituito nei secoli il più solido monumento alla fama del notaio fiorentino. La sua opera più notevole è il Tresor, scritto in francese durante il periodo dell esilio in Francia (12601266), mentre qualche capitolo verrà aggiunto poi al suo ritorno a Firenze. Si tratta della prima enciclopedia in volgare, subito tradotta in italiano e in seguito largamente diffusa. Direttamente in italiano scrive invece il Tesoretto, un incompiuto poema didatti coallegorico in settenari accoppiati, e il Favolello, epistola morale in settenari, indirizza ta al poeta Rustico di Filippo. 2 I generi Le cronache cittadine Il Duecento è assai ricco di cronache storiografiche redatte all interno dei singoli comu ni. Lo scopo di queste opere è consegnare ai posteri fatti ritenuti memorabili e celebrare la grandezza dei diversi comuni, oltre a quello di fornire spesso un interpretazione degli eventi politici funzionale a particolari interessi di parte. Gli esempi in latino Quasi sempre tali cronache sono in latino: ricordiamo il De magnalibus urbis Mediolani (Le meraviglie della città di Milano, 1288) di Bonvesin de la Riva (Milano, 1240 ca1315 ca) e la Chronica (Cronaca) di fra Salimbene de Adam (Parma, 1221Montefalcone, Reggio Emilia, 1288), che ripercorre le vicende italiane del XIII secolo. e in volgare Sono scritte invece in volgare le cronache prodotte in Toscana e a Firenze. Ciò accade per ché qui la borghesia urbana si trova a uno stadio più avanzato di sviluppo sociale e cul 173