LABORATORIO verso l esame TIPOLOGIA B Marco Polo: l esempio di un viaggiare aperto Analisi e produzione di un TESTO ARGOMENTATIVO La scrittrice Maria Bellonci (1902-1986) vede in Marco Polo il prototipo di un viaggiatore di mentalità aperta, capace di relazionarsi senza pregiudizi con le persone e le situazioni che gli capita di incontrare: una lezione che «quasi rende reale l utopia della fratellanza . verso l Esam e di Stato 5 10 15 20 25 30 35 190 Non si pensi allo spazio di secoli che ci divide da Marco Polo. Egli è una presenza rassicurante, uno spirito giovane che ama sorprenderci ed esaltarci, ma nella misura della ragione. sempre il giovane di diciotto anni che si distaccò da Venezia, nutrito solo di Venezia e del suo sogno d Oriente, con i grandi mercanti Polo, il padre e lo zio; è giovane anche nella piena maturità dei quarantaquattro anni quando ripercorre sul filo di una miracolosa memoria il suo lungo itinerario. Nessuno si aspetti aperture confidenziali o sentimentali di alcun genere da questo libro: ma vi troverà una solidità obiettiva, una serietà nell essere umani senza quasi accenni di nevrosi, piena e nutritiva. Marco non è un mercante avido di buone mercature come suo padre e suo zio. Sa conteggiare, catalogare e pesare le merci ma questo non è il suo primo pensiero; ama appropriarsi delle sue scoperte, fissarle sobriamente e avanzare verso nuove acquisizioni. La sua è un ansia di sapere e di conoscere da uomo di quel Rinascimento che egli anticipa almeno di un secolo e mezzo. Accetta ogni prova, il deserto, i ghiacciai del Tibet, la fame, la sete, l incontro pauroso con le ombre omicide dei Kara nas, le chiamate sibilanti degli spiriti notturni nel deserto di Lop, l angosciante difesa contro i cannibali: e nessun essere umano, nessuna sistuazione gli sembrano fuori della vita. L eroe che nel suo spirito era Alessandro il Macedone s incarna nel Milione in Kublai Kan. Marco non ha mai paura dei mongoli, e immaginiamo quanto sfavillasse di curiosità al suo primo incontro con un mongolo ; e arrivato a Kambaluc (Pechino) rimane non soggiogato ma persuaso dalla politica del nipote di Gengis Kan, politica di accentramento di potere e di dominio su tutta l Asia. Ragionativo e intuitivo, ritrova nell imperatore mongolo il gran sogno di Alessandro, di un capo che possa riunire tutta la terra e dominarla con leggi leali e giuste assicurando benessere pace e buoni traffici e viaggi protetti sulle rotte ben vigilate. A Marco non fa meraviglia nemmeno il cinismo politico di Kublai Kan che mette il potere al di sopra di tutto, anche della religione, e che, anzi, considera il potere come moralizzatore della religione stesssa. La sua tranquilla affermazione che essere amico di ogni religione e rispettare ogni rito gli permette di governare bene, avrebbe sorpreso perfino Niccolò Machiavelli. Marco non si sorprende: accetta, e registra accuratamente. Come tutte le grandi opere il Milione si muove su vari piani: il primo, il più palese, è il piano delle notizie, delle cognizioni geografiche e mercantili che possono essere tutte utili a chi viaggia per le terre d oriente. Marco è anche però l osservatore minuzioso dei fenomeni, i pozzi di fuoco, la posizione delle stelle, le pietre nere incandescenti che scaldano l acqua; ed è il narratore libero e fantastico che capta gli incontri, i prodigi, la presenza di Noè sull Ararat e quella di Alessandro sotto l Albero Secco al confine della Persia. [ ]