Le origini e il Duecento i vescovi: è la cosiddetta lotta per le investiture , che dura per oltre un secolo e si con­ clude solo nel 1122 con il concordato di Worms e la vittoria del Papato. Questa diatriba rappresenta la costante di un intera epoca, attraversata dall ambizione di entrambi i po­ teri di interferire in ambiti non propri: l Impero, deciso a imporsi nell elezione dei pon­ tefici e di tutta la gerarchia ecclesiastica; la Chiesa, tentata da velleità teocratiche e dalle aspirazioni di una sempre più ampia autorità temporale. Tra richiami alla povertà Allo stesso tempo, nel corso di tutto il Medioevo si rinnovano impulsi riformatori e tentativi di riportare la Chiesa alla purezza originaria: alcuni di essi sfociano nell eresia e pertanto vengono duramente soffocati (come accade ai catari della città francese di Albi, repressi nel 1209 da papa Innocenzo III), altri scelgono la strada dell ortodossia, attenti a non mettersi in urto con il potere ecclesiastico, di cui pure denunciano la cor­ ruzione: è il caso dell ordine domenicano (1216) e dell ordine francescano (1223), fondati rispettivamente da Domenico di Guzm n e da Francesco d Assisi, che si diffon­ deranno molto rapidamente. e guerre di conquista Contemporaneamente, a partire dalla fine dell XI secolo fino al XIII, si susseguono le crociate, le guerre in cui la Chiesa chiama i popoli cristiani d Europa a liberare il Santo Se­ polcro di Gerusalemme dai musulmani: la prima crociata viene indetta nel 1095 da papa Urbano II; l ultima, l ottava, su iniziativa di papa Clemente IV, nel 1270. Al di là delle fina­ lità religiose delle imprese, esse sono anche guerre di conquista territoriale ed economica, iscrivendosi all interno dei conflitti tra le diverse entità politiche dell epoca e rappresen­ tando al tempo stesso un grandioso tentativo da parte del Papato di allontanare l atten­ zione dalle accuse degli stessi movimenti riformatori mediante il richiamo alla vera fede. Un potere in bilico Nonostante le difficoltà, comunque, la Chiesa nel Duecento riesce a esercitare la propria influenza attraverso un complesso gioco di alleanze. Per sconfiggere le velleità di restau­ razione imperiale, essa si allea con la Francia a partire dalla seconda metà del XIII secolo: una manovra politica destinata a determinare per un lungo periodo la sua sottomissione alla monarchia francese. Tuttavia nell anno 1300, quando papa Bonifacio VIII celebra in pompa magna il Giubileo, la Chiesa sembra raggiungere la propria apoteosi afferman­ do l egemonia del potere spirituale su quello temporale. 2 La cultura La mentalit medievale Una premessa metodologica Ogni civiltà ha al proprio interno elementi, suggestioni e ispirazioni diverse, al punto che definirne la mentalità in modo univoco o troppo schematico è sempre un operazione a ri­ schio di arbitrio e forzature. Complesso e articolato come ogni epoca, anche il Medioevo presenta un immaginario composito e caratteri talvolta contraddittori tra loro. In altri ter­ mini, per averne un quadro il più possibile ampio e completo, occorre evitare la tentazione di descriverne la cultura e gli orizzonti ideologici appiattendosi su stereotipi convenzionali. Il mondo come un libro scritto da Dio Non c è dubbio tuttavia che il pensiero medievale sia contraddistinto e pervaso soprattut­ to dalla religiosità cristiana, che influisce in modo determinante su ogni aspetto della vita individuale e collettiva, dalla cultura alla visione del mondo, dalla rappresentazione dell uomo alla politica. 26