Il Trecento – L'opera Canzoniere Tipologia A: T5 Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono T6 Era il giorno ch’al sol si scoloraro T7 Movesi il vecchierel canuto et biancho T8 Solo et pensoso i più deserti campi T9 Erano i capei d’oro a l’aura sparsi T10 Chiare, fresche et dolci acque T11 Italia mia, benché ’l parlar sia indarno T12 Pace non trovo, et non ò da far guerra T13 O cameretta che già fosti un porto T14 Rotta è l’alta colonna e ’l verde lauro T15 La vita fugge, et non s’arresta una hora Analisi del testo La gola e ’l somno et l’otïose piume S’Amore o Morte non dà qualche stroppio 1 L’opera di una vita È grazie al se ancora oggi leggiamo Petrarca. Non potrebbe essere altrimenti, poiché si tratta di un’opera assai innovativa, che per secoli ha “dettato legge” alla lirica italiana sul piano lessicale e formale, un’opera nella quale la realtà concreta viene superata su un piano di stilizzazione simbolica e di . È una raccolta a cui Petrarca di fatto affida una funzione decisiva per la costruzione della sua immagine esemplare, nonostante la preferenza da lui accordata alla lingua latina: lo testimonia il fatto che praticamente per . I temi affrontati – la forza e il tormento dei sentimenti, ma anche la politica e la religione – e la sua capacità di esplorare la profondità dell’animo umano la rendono . Canzoniere perfezione formale vi lavora tutta la vita ancora oggi attuale Un’opera senza tempo che attraversa i secoli Il di Francesco Petrarca Canzoniere Cominciamo la trattazione dell’opera proprio a partire dal titolo. In omaggio alla tradizione consolidata, anche noi lo chiameremo , sebbene questo termine compaia per la prima volta in un’edizione del 1516. Petrarca infatti titola la sua raccolta , cioè “Frammenti di componimenti in volgare”, ma anche “popolari”, “di poco conto”. L’autore li definisce “cosette di scarso valore”, motivo per cui alcuni editori moderni hanno titolato l’opera o semplicemente . Canzoniere Rerum vulgarium fragmenta Rime sparse Rime La genesi del titolo Contraddittoria appare dunque l’indicazione che Petrarca stesso ci fornisce: da un lato la scelta del volgare, che per un autore di grande cultura classica potrebbe sembrare quasi un impoverimento, insieme a un titolo che mostra di considerare quei componimenti come una produzione di poco rilievo; dall’altro lato, invece, il lavoro instancabile di decenni, testimoniato dalle numerose note a margine e frutto di ripensamenti, correzioni, modifiche, intorno all’opera che meglio esprime la complessità della sua , rivelando ambiguità, ma anche slanci, entusiasmi e passioni. dimensione morale ed esistenziale Un’indicazione contraddittoria: la scelta del volgare e il lavoro di decenni >> pag. 333 Il è una raccolta di , disposti secondo un disegno in parte narrativo: 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali, schemi metrici già presenti nelle opere dei trovatori e nella tradizione siciliana, siculo-toscana e stilnovistica. L’opera è tradizionalmente : “Rime in vita di madonna Laura” (dal componimento 1 al 263), che coprono un periodo di ventun anni; e “Rime in morte di madonna Laura” (dal 264 al 366), che coprono un arco di dieci anni. Trentun anni complessivi sono dunque il “tempo della storia” del . Osservando il numero dei componimenti, è evidente l’allusione al numero dei giorni dell’anno, escludendo il sonetto proemiale, che funge da introduzione, nel quale Petrarca chiarisce i motivi della stesura di quest’opera rivolgendosi direttamente al lettore. , al pari delle e delle altre raccolte epistolari. Ha in mente il progetto di una grande opera autobiografica, una riscrittura ideale della propria vita, e decide di compierlo unendo tra loro alcuni testi minori, d’occasione, rispetto alle grandi opere in latino. All’ordinamento dei diversi componimenti in un’architettura organica e in un libro compiuto, Petrarca lavora in varie fasi, fino agli ultimi anni di vita. Il manoscritto originale, in gran parte autografo, conservato nella Biblioteca Vaticana (codice ), databile allo stesso anno della morte dell’autore, è considerato la redazione definitiva di un’opera la cui tormentata composizione ha rivelato, attraverso gli studi filologici, l’esistenza di addirittura nove stesure diverse. Canzoniere 366 componimenti lirici divisa in due sezioni Canzoniere Petrarca concepisce l’insieme delle poesie come un’opera unitaria Familiares Vaticano latino 3195 Struttura dell’opera 2 I temi Il è un’autobiografia ideale, sul modello della di Dante. Petrarca vuole , o meglio una “conversione”: il – come l’amore per Laura o la gloria poetica – . Se il percorso è chiaro e lineare sul piano ideologico, lo è però di meno sul piano letterario, perché l’uomo che raccoglie questi testi dispersi e li riorganizza in una struttura unitaria è diverso dall’uomo che li ha scritti anni prima. Quando li ha composti Petrarca era nell’«errore», ancora preda del sentimento amoroso. Quando li riprende per farne questo libro autobiografico, diversi anni dopo, non è più schiavo delle proprie passioni, ma ha ricostruito la propria integrità interiore. Canzoniere Vita nuova descrivere una trasformazione passaggio dai valori terreni a quelli religiosi e cristiani Un’autobiografia ideale Laura: una visione terrena dell’amore Personaggio cardine dell’opera è Laura, la donna amata, già a partire dal nome, che allude alla “laurea”, cioè all’incoronazione poetica con l’alloro, simbolo, appunto, della poesia. Anche le circostanze in cui avviene il primo incontro, il 6 aprile 1327 (Venerdì Santo) nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, hanno un significato simbolico. figura idealizzata e fortemente simbolica In apparenza, la Laura di Petrarca ha una stretta parentela con le donne degli Stilnovisti; al di là della descrizione stereotipata priva di elementi concreti – che ci restituisce un “angelo” biondo, dalla pelle chiarissima, con denti di perla e labbra di rubino –, Laura appare come una sorta di essere superiore. Ma laddove Beatrice rappresenta ancora un tramite tra l’uomo e Dio, Laura non viene più percepita come un essere metafisico, ma assume prepotentemente . Siamo ancora ben lontani, tuttavia, dalla sensibilità umanistica che consentirà all’individuo umanista e rinascimentale di guardare all’amore terreno con maggiore leggerezza. Petrarca non è in grado, nella sua posizione di uomo medievale, di accettare quella visione dell’amore, che sente come irrevocabilmente terrena e che determinerà – insieme con la ricerca della gloria mondana – il dramma della sua vita. connotati di umanità e di sensualità Le differenze con le donne stilnovistiche >> pag. 334 Nell’opera si percorre la parabola di un che comprende anche la dimensione sensuale. Il poeta esplora , oscilla tra sensazioni contrastanti senza mai una risoluzione definitiva, gioca simbolicamente sul nome della donna, ne contempla in vari modi l’immagine creata dal sogno, dalla fantasia o dalla memoria (Laura è sempre lontana, altrove nello spazio e nel tempo). L’amore è soprattutto un mito letterario, il fulcro su cui Petrarca fa convergere i suoi stati d’animo fluttuanti, e un omaggio alla vicina tradizione romanza che imponeva di incentrare nell’amore e nella donna ogni esperienza umana. Tuttavia Petrarca se ne serve per esprimere il proprio smarrimento e, dopo il lungo “vaneggiare”, il ritorno in sé, sino alla considerazione della , compresa la gloria letteraria. La svolta che si attua nelle “Rime in morte di madonna Laura” è l’aspirazione a ritrovare l’integrità intellettuale, a ricomporre a causa della passione amorosa (intesa come esperienza irrazionale vissuta all’insegna del senso di colpa) e a volgersi verso una dimensione più salda e duratura, nella quale si fa quindi insistente il pensiero di Dio. amore terreno moti e conflitti interiori vanità fragile di ogni bellezza e bene terreno un io diviso Il “romanzo” di Laura Se leggiamo il in chiave biografica, sembra che il vero amore, la passione totalizzante della vita di Petrarca, sia quello per Laura. In realtà non ci è dato sapere con certezza fino a che punto questo amore rappresenti una concreta esperienza nella vita del poeta e quanto invece sia una semplice creazione letteraria. Laura è una persona realmente vissuta o la proiezione di un sentimento? La critica nel corso del tempo ha formulato . Il critico e filologo Giuseppe Billanovich si è spinto a negare l’esistenza storica di una precisa figura femminile. Non bisogna però dimenticare che la poesia medievale ha sempre un sostrato di verità e un punto di partenza concreto. Del resto diversi indizi fanno propendere per l’esistenza reale di Laura: Petrarca stesso ci dice che Simone Martini aveva dipinto un ritratto di Laura; in uno scambio epistolare con l’amico Giacomo Colonna, che mette in dubbio l’esistenza di Laura, il poeta risponde vivacemente; infine conosciamo la data di morte di Laura, il 6 aprile 1348. Canzoniere svariate ipotesi L’identità di Laura Un amore per parlare dell’amore Come detto, è possibile che Petrarca abbia inventato o trasfigurato un amore per parlare dell’amore in generale, come passione totalizzante, mettendone a fuoco caratteristiche ed effetti. Anche l’amore di cui trattano i suoi versi potrebbe essere metafora di un più generale stato d’animo del poeta. Come quello cantato da Cavalcanti ( p. 142), il sentimento petrarchesco è un , che peraltro non comporta nella donna alcuna forma di obbligo reciproco: Laura, difesa dall’impenetrabilità della propria virtù, non sembra corrispondere mai alla passione del poeta, limitandosi a provare pietà (intesa come simpatia, compartecipazione psicologica) nei confronti suoi e del dramma intimo che egli sta vivendo. ► fatto irrazionale e ossessivo L’animo del poeta è diviso tra motivazioni opposte: la passione disgregante che mina l’identità del soggetto nasce dal conflitto tra riprovazione morale dell’amore e irresistibilità del desiderio, cioè tra ancora non superate e non del tutto affermate. istanze medievali istanze umanistiche L’esperienza dell’io sofferente >> pag. 335 Del resto, benché la presenza di Laura sia senza dubbio prevalente, il vero protagonista dell’opera è il poeta stesso. E in questo consiste l’importante evoluzione rispetto alla lirica dei trovatori, dei poeti siciliani e degli Stilnovisti: . Tanto che Petrarca nel sonetto proemiale si rivolge ai lettori chiedendo comprensione in nome del proprio stato d’animo, che egli sa di poter condividere con loro. , studiato in ogni sua minima piega e accompagnato nelle sue reazioni più contraddittorie. al centro dei versi non troviamo più la donna protagonista, ma l’animo tormentato dell’autore L’animo angosciato è dunque il reale protagonista Oltre l’amore: politica e fede (che l’autore colloca nel 1348), il mondo del poeta sembra diventare più angusto, oltre che più triste e proiettato verso un desiderio di purificazione in chiave ultraterrena. Permane il ricordo dell’amata, accanto al quale sono ancora presenti le affrontate da Petrarca nelle liriche del : la degli Stati italiani e la , oltre a un sentimento di cosmopolitismo inquieto, accompagnato da una per i diversi che nel corso del tempo hanno rappresentato la sua . Dopo la morte di Laura altre tematiche Canzoniere situazione politica questione della curia papale forte nostalgia luoghi patria Un Petrarca più triste e assorto Un certo numero di componimenti del affronta tematiche etico-politiche. In particolare vanno segnalate due canzoni, (53) e (128, T11, p. 357). La prima viene scritta quando Cola di Rienzo prende il potere a Roma, ed esprime la speranza di Petrarca che quel passaggio storico possa porre fine una volta per tutte alle rivalità tra le famiglie patrizie della città, restaurando gli . La seconda, di incerta datazione, critica duramente le lotte tra i diversi Stati italiani e il ricorso alle truppe mercenarie, auspicando una capace di rivolgere le energie belliche contro quelle potenze straniere che costituiscono la vera minaccia per l’Italia. Sempre di argomento politico sono i cosiddetti “sonetti avignonesi” o “sonetti babilonesi” (136-138), invettive contro la e incapace di riscuotersi dal torpore morale che la blocca. Canzoniere Spirto gentil Italia mia ► antichi valori repubblicani concordia politica curia papale corrotta La tematica politica Il del è quello . Esso è presente in diversi componimenti dedicati alla passione per Laura, a partire dallo stesso sonetto proemiale, in quanto all’amore si legano i motivi del peccato, del pentimento e della conversione. L’argomento religioso è approfondito in particolar modo nelle “Rime in morte di madonna Laura” e raggiunge la sua massima espressione nella canzone conclusiva alla Vergine ( ), in cui l’esaltazione mistica della bellezza e della bontà della madre di Dio contiene una fiduciosa domanda di intercessione per la salvezza del poeta. Ma tutta l’opera è percorsa dalla tensione religiosa e dal dramma non risolto dell’uomo incapace di condannare in modo definitivo le passioni terrene: anche quando, come negli ultimi componimenti, il poeta pare deciso a rifiutare le lusinghe dell’amore terreno per volgersi solo a quello sacro, si può cogliere più il dolore per la colpa commessa che la pace della redenzione divina. Dall’esigenza di profonda introspezione nasce la poesia di Petrarca, che chiarisce, attraverso l’analisi dell’esperienza personale, la condizione stessa dell’uomo della propria epoca, il quale ha smarrito la saldezza religiosa e morale, si sente condannato alla sofferenza ma non rinuncia a credere nella , da conquistare con la confessione e la preghiera. terzo grande tema Canzoniere religioso Vergine bella, che, di sol vestita salvezza mediante la grazia La tematica religiosa: peccato, pentimento e conversione