Umanesimo e Rinascimento nella seconda metà del Duecento e non disdegnato nemmeno da autori come Dante e Ca­ valcanti. La convivenza dei due aspetti viene meno verso la fine del principato di Lorenzo, il quale preferisce a un certo punto opporsi alla dissacrazione operata da Luigi Pulci, per ab­ bracciare la filosofia neoplatonica divulgata da Marsilio Ficino (u p. 495). L esaltazione della bellezza In questa Unità ci soffermeremo sulla rinascita lirica del volgare, che ha in Lorenzo un importante patrocinatore. Il recupero di una tradizione illustre risalente allo Stilnovo porta, tra l altro, all esaltazione della bellezza e della figura femminile, fatta oggetto di ammirazione sensuale e al tempo stesso spirituale, un apparente contraddizione che si spiega con l idealizzata ricerca del piacere (sempre distante da ogni eccesso) attraverso la sublimazione dei sentimenti. 2 La duplicit dei toni e dello stile Felicità e inquietudine Sul delicato equilibrio tra evasione amorosa e controllo delle passioni si innestano i motivi ricorrenti della produzione poetica dello stesso Lorenzo (1449­1492) e del più geniale inter­ prete della poesia quattrocentesca, Angelo Poliziano (1454­1494). Entrambi affrontano i te­ mi della bellezza, della giovinezza felice e dell aperto godimento dei doni della vita, dai quali però emerge una certa malinconia dovuta alla percezione dello scorrere del tempo. Giar­ dini fioriti al sole tiepido della primavera, amori delicati vissuti nel tripudio dei colori della na­ tura, l allegria della giovinezza increspata da una sottile ansietà per l incertezza di un domani imprevedibile: sono questi i motivi ricorrenti di una lirica in cui convivono una vena gioco­ sa dai tratti popolareschi e una vena più elegiaca e sentimentale, elegantemente aristocratica. La contaminazione tematica e stilistica Questa tendenza alla mescolanza si riflette soprattutto nelle strategie formali, che me­ diano tra diverse esigenze, aprendosi sia al­ la rielaborazione delle opere classiche (in particolare, con le Stanze per la giostra di Poliziano abbiamo un originale capolavo­ ro che intreccia miti, luoghi e suggestioni della letteratura latina), sia alla ricerca di un espressività schietta e immediata, perfi­ no comica (come nella produzione burlesca di Lorenzo). Questa varietà va considerata con attenzione: non passeranno molti an­ ni che una tale espressività, disponibile alla contaminazione, sarà sostituita, nel cuore del Rinascimento, dalla volontà di codifi­ care la lingua volgare scritta, vincolandola a schemi fissi e prestabiliti. All eclettismo (cioè alla mescolanza, talvolta incongrua, di elementi di varia provenienza), allo spe­ rimentalismo e alla commistione di stili di Lorenzo e di Poliziano subentreranno l esi­ genza della normalizzazione linguistica e del rispetto dei modelli sia nella forma sia nei contenuti (il riferimento più importan­ Giorgio Vasari, Ritratto di Lorenzo il Magnifico, te, come vedremo, sarà Petrarca). 1534 ca. Firenze, Galleria degli Uffizi. 528