La letteratura medicea 3 Gli autori e i testi Lorenzo de Medici La vita Uomo di governo e letterato Arbitro della politica italiana Nato a Firenze nel 1449 da Piero di Cosimo e Lucrezia Tornabuoni, Lorenzo de Medici è un uomo dalla personalità multiforme: abile politico, protettore degli artisti, egli stesso poeta. Assunto il potere a Firenze dopo la morte del padre (1469), ad appena vent anni, consolida il dominio della famiglia Medici, trasformando la sua corte nel punto di riferi­ mento della cultura umanistica, meritando per questo il titolo di Magnifico . Superati momenti assai difficili, tra i quali la congiura ordita dalla famiglia dei Pazzi, in cui trova la morte il fratello Giuliano (1478), Lorenzo diviene l «ago della bilancia (la defini­ zione è di Francesco Guicciardini), cioè l arbitro e il moderatore della politica italiana del tempo, riuscendo a conciliare rivalità e aspirazioni dei diversi Stati regionali della penisola. La sua morte, nel 1492, segna la fine di un epoca e, di fatto, l inizio della crisi italiana: due anni dopo, l esercito del re di Francia Carlo VIII calerà in Italia senza incontrare resistenza. Le opere Un poeta curioso e capace di tutto La produzione di Lorenzo è caratterizzata da una notevole varietà di temi, stili e generi. Dall egloga al poemetto mitologico in ottave (Ambra), dal poema amoroso (Selve d amore) alle laudi e alle sacre rappresentazioni, dalle rime filosofiche ai canti carnascialeschi fino alle opere burlesche (il poemetto rusticale Nencia da Barberino e il poema in terzine I beoni, rassegna dei più famosi bevitori fiorentini del tempo), Lorenzo si cimenta con un gran nu­ mero di modelli, dando vita a un eclettico sperimentalismo, sempre ispirato da remini­ scenze letterarie. Si coglie infatti in ciascuna opera l eco della tradizione, sia di quella classica sia di quella in lingua volgare: Petrarca, Boccaccio, gli Stilnovisti e il Dante della Vita nuova. La scelta del volgare toscano Lorenzo è tra i più influenti promotori del volgare toscano, ben consapevole di quanto la poesia e la letteratura in genere possano incrementare il prestigio politico di Firenze. In quest ottica rientra l ideazione della Raccolta aragonese (1476­1477), la prima antologia della poesia volgare, che recupera una tradizione illustre risalente fino ai poe­ ti toscani del Duecento. La letteratura come evasione Tutti questi modelli trovano in Lorenzo un assimilazione vivace, anche se non sempre profonda. sbagliato cercare nella sua opera l originalità o la forza di un ispirazione au­ tentica: la sua è soprattutto la poesia di un dilettante, che vede nella letteratura una di­ strazione, una raffinata occasione per evadere dalla quotidianità dell impegno politico. I Canti carnascialeschi Nella varietà di temi e di suggestioni che caratterizza il repertorio letterario di Lorenzo, i Canti carnascialeschi rappresentano l espressione della sua vena popolareggiante e del suo spirito gioioso. Composti in occasione delle feste di carnevale, vengono cantati du­ rante le sfilate dei carri da gruppi di maschere, rappresentanti per lo più divinità e perso­ naggi mitologici. Sono poesie dal ritmo vivace, non liriche o soggettive, ma corali, espres­ sione collettiva di un popolo festante. La volontà dell autore di dar voce a un sentimento diffuso si traduce spesso nel tripudio dei sensi e nell invito al godimento dei piaceri terreni. Ma questa concezione edonistica è turbata dall affiorare di un pensiero malinconico per la bellezza e la giovinezza destinate a finire presto. 529