Il Settecento – L'autore: Carlo Goldoni le parole chiave RIFORMA La riforma realizzata da Goldoni mediante le sue opere prevede il superamento della commedia dell’arte. Al posto del canovaccio, cioè una trama che indica in maniera sintetica e approssimativa lo svolgimento dell’azione, egli scrive il copione in ogni sua parte, togliendo spazio all’improvvisazione degli attori sulla scena. I personaggi, inoltre, non sono più maschere fisse immediatamente riconoscibili dagli spettatori e con le stesse caratteristiche in tutte le commedie, ma possiedono una personalità e una psicologia individuale e unica. REALISMO Secondo Goldoni il teatro, e soprattutto la commedia, deve rappresentare una realtà che lo spettatore possa riconoscere, in modo da comprendere le vicende e i valori trasmessi. Per questo motivo egli sceglie di ambientare le sue opere in contesti quotidiani e realistici, di mettere in scena vicende che possano far immedesimare lo spettatore e di caratterizzare i personaggi in modo che siano verosimili, cioè credibili, sia attraverso il linguaggio sia tramite i comportamenti. DIALETTO Goldoni utilizza spesso il dialetto nelle sue commedie, soprattutto in quelle ambientate a Venezia in contesti popolari. La scelta del dialetto risponde criteri realistici: nella realtà, infatti, la maggior parte delle persone, soprattutto di estrazione popolare, si esprime in dialetto e il suo utilizzo contribuisce a rendere i personaggi verosimili. Il dialetto, infine, permette di rendere in maniera efficace la semplicità e l’immediatezza delle riflessioni dei personaggi, perché è la modalità di espressione più spontanea e autentica in grado di far nascere la risata.