La poesia barocca 3 I protagonisti Giovan Battista Marino Il maggiore esponente della lirica barocca italiana è senza dubbio il napoletano Giovan Battista Marino, che rappresenta il modello ineguagliato della poetica secentesca (che da lui prende anche il nome di marinismo ). Celebrato all epoca in tutta Europa, egli svolge una vera e propria funzione di guida intellettuale e ispirazione poetica, decisiva nell orientare il gusto estetico di buona parte del secolo. Cosciente del favore del pubblico, abile tessitore di relazioni negli ambienti di corte, Marino raccoglie intorno a sé una schiera di seguaci ma anche di irriducibili nemici, avversi più al personaggio che alla sua concezione letteraria. Marinisti e Classicisti: una divisione schematica sorpassata Riconducendo la diatriba tra marinisti e antimarinisti a invidie e rivalità personali più che a reali differenze di poetica, negli anni più recenti la critica ha messo in discussione le categorie schematiche con cui da lungo tempo venivano classificati i verseggiatori secenteschi: da una parte l affollata galleria degli imitatori di Marino, e dall altra la più esigua pattuglia dei suoi antagonisti, inclini a recuperare modi e stilemi più sorvegliati e di impronta classicistica. Anche questi ultimi, infatti, pur tendendo a un arte più sobria e misurata, concepiscono la poesia innanzitutto come diletto, e ricercano nei propri versi la varietà e la novità, sia nel repertorio delle immagini, sia nelle scelte metriche. La linea di frontiera tra i due schieramenti è dunque sottile, e non mancano esponenti dell una e dell altra maniera disposti a sconfinare nel campo avverso. Sulle tracce di Marino L influenza di Marino è visibile nella gran parte dei poeti del tempo: alcuni la riconoscono apertamente, altri la negano (o la rifiutano categoricamente). Tra i seguaci dichiarati di Marino vanno ricordati Claudio Achillini (1574-1640), che esaspera in particolare l uso della metafora; Girolamo Preti (1582-1626), che insiste sugli aspetti più voluttuosi; Girolamo Fontanella (1612 ca - 1644), specialista nell applicare le stravaganze del concettismo agli elementi del paesaggio; Giuseppe Artale, maestro dell arguzia e dell iperbole; e soprattutto Ciro di Pers, che alle ingegnosità di Marino aggiunge un innata predisposizione alla malinconia. Tra Barocco e Classicismo Alla magniloquenza barocca si oppongono i fautori di un recupero della tradizione classica: i più importanti tra questi sono Gabriello Chiabrera (1552-1638) e Fulvio Testi (1593-1646). Essi guardano alla tradizione antica non come a un serbatoio di immagini e idee poetiche a cui attingere con arbitraria libertà, ma come a un modello formale di maggiore semplicità e razionalità. In quest ottica, costituiscono un anticipazione di quelle istanze di ordine e di armonia (si parlerà, come vedremo, di buon gusto ) destinate ad affermarsi già alla fine del secolo con l esperienza letteraria dell Arcadia. Antoon Van Dyck, Venere e Adone, 1621. Collezione privata. 47