Il secondo Novecento e gli anni Duemila – L'autore: Pier Paolo Pasolini le parole chiave sottoproletariato Fin dal suo arrivo a Roma, nel 1950, l’autenticità, Questo Pasolini è attratto da un universo per lui nuovo, quello delle borgate della capitale abitate dal sottoproletariato, la cui vita lo affascina e lo emoziona e che frequenta assiduamente e osserva con sguardo misto fra sensuale e antropologico. Nei “ragazzi di vita” egli vede la genialità, la spontaneità, il candore, la libertà che non trova più nella società massificata del boom economico. popolo primitivo e inconsapevole, un «caos non ancora proletario», è ai suoi occhi portatore di una «pura» e «assoluta» energia vitale. omosessualItà Pasolini A partire dalla vicenda . tratta apertamente la tematica omosessuale in chiave autobiografica soltanto in due racconti, scritti nell’immediato dopoguerra, ma usciti postumi: Atti impuri dove e Amado mio . giovanile che destò scandalo nel 1949 a Casarsa, l’esperienza di vita dello scrittore ruota intorno a un’inquieta ricerca in questo campo passato Quando Pasolini afferma: «Io trasformazioni . L’esaltazione l’estrema sono una forza del Passato» esprime il suo disprezzo per il presente, per le profonde del tessuto economico e sociale del paese indotte dal boom economico, che hanno generato falsità e grettezza del passato diventa per lui contestazione contro l’anonimità di un presente che rimuove le tradizioni e le usanze più antiche e pure. comunismo eterodosso Nel 1947 Pasolini si iscrive al Partito comunista italiano. Ma sarà sempre un comunista eterodosso. La sua sofferta posizione politica nasce dalla contraddizione fra la razionale adesione al programma del Pci e l’intimo timore che proprio l’acquisizione della coscienza di classe da parte del proletariato possa determinare la corruzione, in senso borghese, della più candida essenza popolare.