3. L’intelligenza artificiale L’espressione “intelligenza artificiale” ( , A.I.) venne coniata  Artificial Intelligence nel 1956 da John McCarthy, un giovane professore di matematica statunitense  interessato a implementare la ricerca in ambito informatico, per  indicare una , tutt’oggi in continua evoluzione, che si occupa principalmente  disciplina di studiare la possibilità di realizzare una macchina in grado  . In particolare, con intelligenza artificiale  di replicare l’intelligenza umana si fa riferimento al programma (software) in grado di guidare la macchina  (hardware). Tali studi sono oggetto di interesse per discipline anche molto  diverse tra loro, dalla matematica e informatica fino all’etica e alla filosofia. Al giorno d’oggi è possibile distinguere due tipi principali di intelligenza  artificiale. Appartengono a questa categoria molte risorse che usiamo quotidianamente,  Questo tipo di intelligenza artificiale è però incapace  Intelligenza artificiale debole , ovvero lo sviluppo di un software intelligente specializzato nell’ esecuzione di un compito specifico , come per esempio il computer Deep Blue, prodotto dall’IBM, che fu in grado di battere il campione del mondo di scacchi, Garry Kasparov, nel 1996. come per esempio Siri, la “voce” degli Iphone, capace di interfacciarsi  alle richieste che le vengono fatte dall’essere umano. Funzionando  come un motore di ricerca, Siri è programmata per rispondere alle domande  che le vengono poste attraverso la selezione dei risultati che attinge  dalla rete e quindi gestendo le informazioni.  di operare al di fuori dello specifico e ristretto  ambito di applicazione per cui è stata progettata. Non è ancora stato possibile creare una macchina di questo tipo in quanto, per funzionare correttamente, sarebbe necessario ideare un programma capace di utilizzare il ragionamento, la pianificazione, il pensiero astratto, la comprensione di idee complesse e la capacità di imparare velocemente dall’esperienza. In altre parole, un programma capace di Intelligenza artificiale forte , o Human-Level  Artificial Intelligence , ovvero un computer intelligente come un essere umano, in grado di effettuare  diversi compiti intellettuali in ambiti differenti .  simulare le reti neurali che sono alla  base dei processi mentali. Questo livello di  intelligenza artificiale, una volta sviluppato,  potrebbe diventare molto più intelligente  dei migliori cervelli umani in tutti i campi  dello scibile, inclusa la creatività scientifica,  la saggezza generale e le competenze relazionali. Per quanto riguarda i passi in avanti che  la ricerca ha compiuto finora, l’informatico  statunitense Donald Knuth ha sottolineato  che ad oggi l’intelligenza artificiale riesce a  fare gran parte di ciò che richiede l’atto di pensare,  ma non riesce a compiere la maggior parte delle  azioni che le persone eseguono . senza pensare Questo significa, per esempio, che per un computer è molto più semplice  giocare a scacchi o moltiplicare grossi numeri in una frazione di secondo  piuttosto che distinguere un cane da un gatto. Infatti, fin dall’origine della  specie gli esseri umani hanno dovuto ciò che gli si  imparare a riconoscere palesava davanti. Basti pensare agli uomini primitivi per i quali era una questione  di sopravvivenza capire se si trovavano in presenza di un cerbiatto o  di una tigre. Migliaia di anni e di evoluzione ci hanno insegnato a cogliere,  senza doverci soffermare a pensare, ciò che ci troviamo di fronte; diversamente  vale per i calcoli matematici complessi, che i nostri cervelli biologici  compiono da poche centinaia di anni perché prima semplicemente non servivano,  né esistevano. Una stringa di codice ben realizzato in quel caso è in  grado di batterci in un battibaleno. : per capire ancora meglio come sia difficile riprodurre il funzionamento  ESEMPIO del cervello umano si pensi al captcha, che spesso viene richiesto  prima di accedere a una pagina web: una sequenza di lettere scritta in modo  storto e discontinuo che va riconosciuta e riscritta in uno spazio apposito  per poter proseguire nella navigazione in rete. L’essere umano è in grado  di distinguere le lettere dal momento che il cervello è abituato a processare  informazioni dotate di prospettiva, angolature e distorsioni percettive  , p. 56 , i programmi software, invece, non sono generalmente in grado  | UNITÀ 2 ▶  | di riconoscerle. ⇒ |  T2 p. 160 Razza di deficienti! Il computer IBM Deep Blue durante la famosa partita contro il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov. Non è ancora stato realizzato un computer in grado di agire e reagire come l’essere umano.  >> pagina 155  3.1 RIDUZIONISMO E ANTIRIDUZIONISMO Le ricerche sull’intelligenza  artificiale e sulle sue possibilità hanno dato vita a un vivace dibattito: un  computer ben programmato potrà mai sostituire un essere umano dotato di  intelligenza? Coloro che sostengono la corrente di pensiero del rispondono  riduzionismo affermativamente. Secondo questi studiosi è possibile assimilare il cervello  umano a una macchina che sia in grado di riprodurne le peculiarità  utilizzando algoritmi che funzionano a partire da istruzioni precise volte a  raggiungere il risultato: la macchina opera valutando il compito, pianificando  una strategia per affrontarlo e lo risolve procedendo per stadi. Tale posizione viene aspramente criticata dagli studiosi che sostengono  l’ . Secondo tale teorizzazione, per quanto un computer  antiriduzionismo possa effettuare operazioni complesse, nessuna macchina potrà mai sostituire  in quanto non è in grado di ,  l’essere umano esprimere sentimenti come sentirsi in colpa per non perseguire un valore che si ritiene importante  o agitarsi durante un’interrogazione difficile. Inoltre, la macchina non possiede  intenzionalità né comprensione del compito che sta svolgendo: essa  esegue semplicemente dei compiti, per quanto elaborati, sulla base di una  programmazione o richiesta che proviene dall’esterno. per lo studio Qual è la differenza tra intelligenza artificiale debole e intelligenza artificiale forte? 1. Spiega il punto di vista riduzionista e quello antiriduzionista sull’intelligenza artificiale. 2.     Per discutere INSIEME A partire dalla visione di un film sull’intelligenza artificiale discutete  insieme su che cosa potrebbe succedere se l’umanità fosse sostituita dalle macchine. per immagini Il ritratto di Edmond de Belamy Nel 2018, a New York, è stato battuto all’asta da Christie’s  per 432500 dollari il quadro qui a fianco. Solo che non è stato  dipinto da un uomo ma è un prodotto dell’intelligenza artificiale,  ovvero è stato generato da una macchina. Il collettivo parigino , insieme di artisti e ricercatori,  Obvious ha messo a punto un dispositivo composto da due reti  neurali artificiali in contrapposizione tra di loro. La prima  ha guardato e memorizzato migliaia di ritratti del Cinquecento  producendone in continuazione delle copie. La seconda  rete neurale, invece, è stata programmata per discriminare i  ritratti originali, dipinti dall’uomo, da quelli generati dalla  prima rete neurale. Quando la seconda macchina non è più  riuscita a operare questa distinzione è stata prodotta un’opera originale.  Il dipinto può essere considerato un prodotto artistico? Il  dibattito è tuttora aperto. Intelligenza artificiale Al, , 2018. Come si può notare il dipinto reca come firma l’algoritmo con cui è stato creato. Il ritratto di Edmond de Belamy