3. La motivazione 3.1 CHE COS’È LA MOTIVAZIONE A ciascuno di noi è senza dubbio  successo di trovarsi di fronte a situazioni stimolanti e di cercare di affrontarle  in tutti i modi possibili per superarle, da un videogioco avvincente a una  passeggiata in montagna che si presenta molto faticosa. Così come a tutti  è capitato di dover invece affrontare un compito e non riuscire a trovare la  giusta grinta per portarlo a termine: in questi casi ci si distrae con qualunque  scusa a disposizione, anche se spesso si arriva a fine giornata non particolarmente soddisfatti . | ▶  APPROFONDIAMO | La parola “motivazione” deriva dal verbo latino (participio passato  motus di ) e significa “impulso”, ovvero “ciò che spinge a muovere”. In altre  movēre parole, la motivazione è l’insieme dei motivi, dei perché e delle spinte  . Essa può essere consapevole o inconsapevole, momentanea o permanente, primaria, ossia relativa ai bisogni elementari e fisiologici che ci tengono in vita, oppure secondaria, cioè di natura personale e sociale, basata su valori e modelli culturali. che guidano le nostre azioni La motivazione è l’insieme delle ragioni che indirizzano il soggetto verso un obiettivo. 3.2 MOTIVAZIONI INTRINSECHE ED ESTRINSECHE Una prima distinzione  fondamentale suddivide le motivazioni in base alla provenienza  dell’impulso che mette in moto le azioni umane. Le si basano su una che stimola  motivazioni intrinseche spinta interiore un determinato comportamento allo scopo di ottenere una gratificazione  di sé e delle proprie aspettative. Le , invece, spingono l’individuo verso una meta  motivazioni estrinseche sostenuta da e spesso funzionano come condizionamenti  rinforzi esterni , p. 205 . | ▶  UNITÀ 7 | Alla base di uno stesso comportamento è infatti possibile rilevare motivazioni  di natura diversa: mentre uno studente si applicherà per il piacere  di farlo e sarà desideroso di ottenere buoni risultati per vedere riconosciuti  i propri sforzi, un altro si concentrerà sullo studio per non deludere o far  arrabbiare i genitori e magari evitare castighi e punizioni in caso di voti negativi.  Le motivazioni che guidano il primo studente sono di tipo intrinseco,  le altre invece sono estrinseche.   EMOZIONI E MOTIVAZIONE approfondiamo Emozioni e motivazione possono essere considerate due facce della stessa  medaglia, in parte indipendenti e in parte in relazione. Mentre l’indagine  delle emozioni serve per spiegare come un soggetto reagisce agli stimoli,  lo studio della motivazione consente di indagare le ragioni che guidano il  comportamento dell’individuo. Le emozioni rappresentano ciò che “muove”  l’individuo in maniera immediata e senza riflettere, mentre la motivazione spinge e indirizza il soggetto in maniera più diretta e consapevole,  attraverso l’utilizzo di strategie organizzate e finalizzate a un obiettivo. Queste due componenti spesso si influenzano a vicenda: la motivazione  può rendere incline l’individuo a provare certe emozioni, mentre le emozioni  influenzano e guidano la motivazione. Emozioni e motivazioni sono strettamente connesse tra di loro.  >> pagina 272   L’EFFETTO ZEIGARNIK approfondiamo Nei primi anni del Novecento, seduta in un ristorante di Vienna, la psicologa  e psichiatra Bluma Zeigarnik notò che ogni cameriere sembrava  ricordare perfettamente gli ordini ancora da servire, mentre non rammentava  le ordinazioni già concluse. Incuriosita dalla faccenda, decise  di replicare in laboratorio la medesima condizione: sottopose diversi  soggetti ad alcuni esercizi, interrompendoli in alcuni casi. Alla fine  dell’esperimento la maggioranza dei partecipanti dimostrò di ricordare  due volte di più gli esercizi non conclusi rispetto a quelli portati a termine;  esattamente come i camerieri osservati nel ristorante viennese. L'effetto Zeigarnik mette in luce come per la mente umana sia più facile  continuare un’azione già cominciata e portarla a termine piuttosto che  dover affrontare un compito partendo da zero. Ciò significa che il soggetto  tende a ricordare maggiormente le azioni incompiute o interrotte  piuttosto che quelle concluse e per questo è più semplice continuare un'azione  piuttosto che iniziarla. Pertanto, quando si intraprende un’azione,  nella nostra mente si crea una motivazione che ci spinge a portarla a  termine: tale motivazione rimane però insoddisfatta se l’attività viene  interrotta, motivo per cui, influenzata da questo impulso, la nostra memoria ricorda più facilmente un  compito interrotto piuttosto che un’attività completata. L’effetto Zeigarnik è anche alla base dell’espediente narrativo, utilizzato in letteratura e nel cinema, per cui gli episodi delle serie televisive spesso si interrompono in corrispondenza di un momento culminante, che crea suspense e insiste sull’aspettativa dello spettatore nel voler scoprire la fine della vicenda. per lo studio Dai una definizione di motivazione. 1. In che cosa si differenziano le motivazioni intrinseche da quelle estrinseche? 2.     Per discutere INSIEME Provate a elencare una serie di motivazioni estrinseche, che riguardino  per esempio la vostra attività sportiva o alcune attività quotidiane che svolgete abitualmente,  e cercate di individuare il loro corrispettivo intrinseco.