I processi di patrimonializzazione approfondiamo La patrimonializzazione e la valorizzazione dei beni e dei diritti culturali è un processo complesso i cui strumenti normativi sono cresciuti e si sono raffinati parallelamente ai mutamenti dei modi di concepire la cultura e le pratiche culturali. Il processo di patrimonializzazione è diventato di dominio comune con l’Unesco. Ciò è avvenuto nel quadro più generale dei cambiamenti politici, sociali ed economici a livello globale. Il cambiamento delle norme e la loro interpretazione e applicazione condiziona le possibilità di azione, portando a riconoscere gli attori, i processi e le risorse coinvolti insieme nella creazione delle condizioni per il riconoscimento, la promozione e la garanzia dei diritti culturali. In Italia, negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, gli studi sulle tradizioni popolari si inseriscono in un panorama più ampio di attivismo culturale, politico e sociale impegnato anche nella valorizzazione del folklore e nella rivitalizzazione delle culture subalterne. In questo periodo nasce dunque una nuova consapevolezza patrimoniale di riconoscimento delle culture popolari che viene poi definita negli anni Novanta con l’espressione di “beni demoetnoantropologici”, volta a indicare sia uno specifico campo dei beni culturali sia un settore disciplinare dell’antropologia nell’accademia italiana. Nel suo volume (2006), l’antropologo Gian Luigi Bravo tratta della specificità della diversità culturale sia nelle culture popolari “occidentali” sia in quelle senza scrittura, mostrando come sia le tradizioni popolari sia gli oggetti raccolti durante viaggi, esplorazioni e così via, vadano individuati, tutelati e conservati attraverso speciali tecniche di catalogazione e documentazione e in speciali strutture, come i musei. I beni culturali demoetnoantropologici Per comprendere i processi di patrimonializzazione va inoltre ricordato che ciò che è riconosciuto meritevole di protezione e trasmissione alle generazioni future è sempre tratto da un processo di selezione. Tale processo risente, da un lato, dell’obiettivo di preservare identità e memoria e, dall’altro, del contributo che il patrimonio dei beni culturali può dare, nel presente e nel futuro, allo sviluppo sociale ed economico delle comunità. Questi diritti e responsabilità si stanno diversificando e intrecciando sempre di più, a livello internazionale, nazionale, locale, fino all’individuo, aprendosi a diverse forme di governo e di acquisizione e sviluppo delle risorse necessarie. L’annuale Regata Storica sul Canal Grande di Venezia; una tradizione popolare diventata “patrimonio italiano”.