VERSO LE COMPETENZE conoscenze Scegli il completamento corretto. 1 Il tabu dell’incesto è un universale culturale perché: a. in tutte le culture vige la regola di natura che non si possono avere rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. 1 il divieto di accoppiarsi con i propri consanguinei diretti è diffuso in tutte le culture conosciute, tanto da funzionare come una regola di natura. 2 in tutte le culture è per natura vietato accoppiarsi con i propri genitori e con il proprio fratello o sorella, cugino o cugina. 3 Nei gruppi di discendenza unilineari: b. la discendenza è trasmessa solo attraverso la linea del padre. 1 tutti i membri sono figli della stessa madre. 2 la discendenza è trasmessa attraverso la linea del padre o della madre. 3 Nei gruppi di discendenza bilaterali: c. la discendenza è trasmessa sia in linea materna sia in linea paterna. 1 il patrimonio genetico degli individui proviene per metà dalla madre e per metà dal padre. 2 la discendenza è trasmessa tramite il fratello della madre. 3 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 2 La parentela indica l’insieme degli individui legati tra loro da relazioni biologiche. a. V F Il concetto di “affinità” è utilizzato dagli antropologi per indicare la relazione di amicizia che si crea tra due persone sulla base della somiglianza. b. V F Il corredo cromosomico di ogni individuo proviene per metà dal padre e per metà dalla madre. c. V F La parentela è un modo per ordinare i rapporti tra persone sulla base dei criteri di consanguineità e affinità. d. V F Tra un bambino adottato e i suoi genitori adottivi c’è un rapporto di filiazione, quindi di discendenza. e. V F Abbina ciascuna forma di famiglia alla definizione corrispondente. 3 Famiglia omogenitoriale a. Famiglia poliginica b. Famiglia nucleare monogamica eterosessuale c. Famiglia poliandrica d. Famiglia con matrimonio tra donne e. Famiglia con matrimonio di sororato f. Famiglia con matrimonio di levirato g. Famiglia con matrimonio col fantasma h. Famiglia formata da un uomo e una donna uniti in matrimonio e dai loro eventuali figli. 1. Famiglia formata attraverso il matrimonio fra un uomo e due o più donne. 2. Famiglia formata da due uomini o due donne e dai figli di almeno uno/a dei/delle due. 3. Famiglia che si forma quando una vedova sposa il fratello del defunto marito. 4. Famiglia che si forma quando un vedovo sposa la sorella della defunta moglie. 5. Famiglia formata attraverso il matrimonio tra una donna e uno o più uomini. 6. Famiglia in cui una donna diventa il padre sociale dei figli di un’altra attraverso il matrimonio con quest’ultima. 7. Famiglia in cui il fratello o il nipote di un defunto sposano una donna a suo nome in modo da trasmetterne la discendenza. 8. Lessico Fornisci una definizione per ciascuna delle seguenti parole. 4 Lignaggio a. Clan b. Discendenza c. Endogamia d. Esogamia e. Consanguineità f. Parentado g. Filiazione h. >> pagina 300 Esposizione orale Rispondi oralmente alle seguenti domande. 5 Perché in alcune società, in cui la discendenza è basata sui lignaggi, i cugini incrociati possono sposarsi? E perché questo non contraddice il tabu dell’incesto come universale culturale? a. Perché gli antropologi ritengono che i rapporti di parentela non siano il semplice riflesso di relazioni biologiche, ma siano piuttosto costruzioni culturali? b. In che cosa consiste il matrimonio e quali conseguenze può implicare per i coniugi, nell’ambito dell’economia, dei diritti/doveri reciproci, e della residenza? Sono sempre le stesse in tutte le culture? c. Che relazione c’è tra parentela e politica? d. Analisi e comprensione di un documento Leggi attentamente il seguente brano tratto dal romanzo , in cui Donatella Di Pietrantonio ci racconta la storia di una ragazza nata nell’entroterra abruzzese, ma cresciuta in città dagli zii benestanti, che tuttavia, all’età di tredici anni, la restituiscono alla famiglia d’origine. Il ritorno alla vita di paese, tra coloro che scopre essere i suoi numerosi fratelli, genera in lei una sorta di shock culturale: malgrado si tratti della sua famiglia di sangue, l’Arminuta (la “ritornata”, in dialetto locale) si sente un’estranea tra quelle persone, da cui la distingue il tipo di educazione e l’incapacità nelle faccende domestiche. Il forte legame che stringe con la sorella minore, Adriana, diventerà la sua ancora di salvezza. 6 L’Arminuta A tredici anni non conoscevo più l’altra mia madre. Salivo a fatica le scale di casa sua con una valigia scomoda e una borsa piena di scarpe confuse. Sul pianerottolo mi ha accolto l’odore di fritto recente e un’attesa. La porta non voleva aprirsi, qualcuno dall’interno la scuoteva senza parole e armeggiava con la serratura. Ho guardato un ragno dimenarsi nel vuoto, appeso all’estremità del suo filo. Dopo lo scatto metallico è comparsa una bambina con le trecce allentate, vecchie di qualche giorno. Era mia sorella, ma non l’avevo mai vista. Ha scostato l’anta per farmi entrare, tenendomi addosso gli occhi pungenti. Ci somigliavamo allora, più che da adulte. [...] – Allora la mamma tua qual è? – ha domandato scoraggiata. – Ne ho due. Una è tua madre. [...] Non l’ho mai chiamata, per anni. Da quando le sono stata restituita, la parola mamma si è annidata nella mia gola come un rospo che non è più saltato fuori. Se dovevo rivolgermi a lei con urgenza, cercavo di catturarne l’attenzione in modi diversi. A volte, se tenevo il bambino in braccio, gli pizzicavo le gambe per farlo piangere. Allora lei si girava e le parlavo. [...] Patrizia ha pensato a uno scherzo quando le ho detto che ero costretta ad andare via. All’inizio non comprendeva la storia di una famiglia vera che mi reclamava, e io meno di lei, a risentirla dalla mia voce così come l’avevo appresa. Ho dovuto spiegarla daccapo e a Pat sono saliti di colpo certi singhiozzi che la scuotevano tutta. Allora mi sono spaventata davvero, ho capito dalla sua reazione che stava per accadermi qualcosa di grave, lei non piangeva mai. – Non avere paura, i tuoi, quelli di qua intendo, non lo permetteranno. [...] Tua madre sarà distrutta. – Non sta bene da un po’ di tempo, forse da quando ha saputo che non può più tenermi con sé. Oppure l’ha deciso lei di mandarmi via proprio perché è malata, e non vuole farmelo sapere. Non riesco a crederci a una famiglia che non si è mai vista e adesso all’improvviso mi rivuole. [...] Io non conoscevo nessuna fame e abitavo come una straniera tra gli affamati. Il privilegio che portavo dalla vita precedente mi distingueva, mi isolava nella famiglia. Ero l’Arminuta, la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. Invidiavo le compagne di scuola del paese e persino Adriana, per la certezza delle loro madri. [...] Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato a una roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate. D. Di Pietrantonio, , Einaudi, Torino 2017, pp. 1-15, 25, 93-163 L’Arminuta In che senso l’Arminuta dice di avere due mamme? a. Che cosa significa l’espressione “famiglia vera” in questo contesto? b. Come mai, dopo il ritorno nella famiglia d’origine, la protagonista non riesce più a dire la parola “mamma”? Di chi si sente figlia e perché? c. Secondo te, cosa rende una famiglia tale? Il legame di sangue? Il legame affettivo? Il somigliarsi? L’abitare insieme? d.