VERSO LE COMPETENZE conoscenze Scegli il completamento corretto. 1 La concezione classica di cultura, come quella di Cicerone, può essere espressa tramite: a. una metafora agricola. 1 una metafora organica. 2 la teoria interpretativa. 3 Gli esseri umani sono gli unici animali capaci di cultura perché: b. hanno un cervello più grande degli altri animali. 1 sono gli unici che riescono a sollevarsi sugli arti posteriori. 2 hanno un cervello estremamente plastico che si sviluppa tramite l’interazione con l’ambiente. 3 Nella prospettiva evoluzionista i nativi sono considerati fossili viventi perché: c. hanno un corredo genetico incompleto rispetto ai moderni e quindi rappresentano fasi precedenti della filogenesi umana. 1 la loro vita può essere paragonata a quella dei primi abitanti dell’Europa, mostrando stadi culturali precedenti delle società civilizzate. 2 rappresentano lo stato di natura dell’uomo in quanto le loro comunità non sono ancora entrate in contatto con altre culture. 3 Indica se le seguenti affermazioni sono vere (V) o false (F). 2 Secondo Tylor la cultura è un complesso patrimonio di cognizioni acquisite dagli esseri umani tramite lo studio. a. V F Per gli antropologi evoluzionisti a un maggior progresso tecnologico della società corrisponde un maggior grado di complessità culturale. b. V F Le culture sono processi fluidi, variabili e permeabili, soggetti a un continuo mutamento in base a dinamiche interne ed esterne. c. V F Secondo Lévi-Strauss le culture sono tutte uguali perché si sviluppano a partire da una struttura comune della mente umana. d. V F Abbina ciascun paradigma antropologico alla concezione di cultura corrispondente. 3 Funzionalismo a. Strutturalismo b. Teoria interpretativa c. Evoluzionismo d. La cultura è un insieme di costumi, conoscenze, credenze, espressioni artistiche e istituzioni che diventa via via più complesso man mano che le società progrediscono, passando dallo stato selvatico a quello della civiltà. 1. La società può essere pensata come un organismo in cui ogni elemento culturale svolge una precisa funzione, indispensabile per garantire l’equilibrio complessivo del sistema. 2. Ogni cultura è la rappresentazione visibile di una forma di pensiero, universale e inconscia, della mente umana che si caratterizza per una logica di opposizioni binarie. 3. Le culture sono delle reti di significati che l’antropologo deve cercare di leggere e interpretare, al fine di comprenderle. 4. Lessico Fornisci una definizione per ciascuna delle seguenti parole o espressioni. 4 Inculturazione a. Costume b. Filogenesi c. Approccio olistico d. Acculturazione e. Paradigma f. Mitema g. Etnografia h. Metodo comparativo i. Nicchia ecologica j. Antropologia implicita k. >> pagina 53 Esposizione orale Rispondi oralmente alle seguenti domande. 5 Perché la definizione di cultura data da Tylor nel 1871 ha segnato un forte punto di rottura con la concezione classica, come quella espressa da Cicerone, e quali sono le tre principali rivoluzioni concettuali in essa contenute? a. Quale aspetto delle culture mette in luce l’esempio offertoci dalla ricerca di Pamela Ellen Israel sulla modernizzazione delle abitazioni shuar dell’Amazzonia ecuadoriana? b. Perché è importante analizzare lo sviluppo storico delle culture quando si fa antropologia e come si collega questo all’approccio connessionista? c. In cosa si caratterizza l’approccio dell’antropologia interpretativa di Clifford Geertz e qual è il principale problema che essa pone dal punto di vista della conoscenza? d. Analisi e comprensione di un documento Leggi attentamente il seguente testo, in cui lo scrittore italiano Umberto Eco analizza il tema della cultura di massa, individuando a questo riguardo due atteggiamenti opposti tra gli intellettuali: quello degli “apocalittici”, che la criticano aristocraticamente, e quello degli “integrati”, che ne hanno una visione ingenuamente ottimistica. Dopo la lettura, rispondi alle domande. 6 Se la cultura è un fatto aristocratico, la gelosa coltivazione, assidua e solitaria, di una interiorità che si oppone alla volgarità della folla […], allora il solo pensiero di una cultura condivisa da tutti, prodotta in modo che si adatti a tutti, ed elaborata sulla misura di tutti, è un mostruoso controsenso. La cultura di massa è l’anticultura. Ma siccome nasce nel momento in cui la presenza delle masse nella vita associata diventa il fenomeno più evidente di un contesto storico, la “cultura di massa” non segna una aberrazione transitoria e limitata: diventa il segno di una cultura irrecuperabile, di fronte alla quale l’uomo di cultura (ultimo superstite della preistoria destinato ad estinguersi) non pu che dare una estrema testimonianza in termini di Apocalisse. Di contro, la risposta ottimistica dell’integrato. Poiché la televisione, il giornale, la radio, il cinema e il fumetto, il romanzo popolare e il Reader’s Digest mettono ormai i beni culturali a disposizione di tutti, rendendo amabile e leggero l’assorbimento delle nozioni e la ricezione di informazioni, stiamo vivendo in un’epoca di allargamento dell’area culturale in cui finalmente si attua ad ampio livello, col concorso dei migliori, la circolazione di un’arte e di una cultura “popolare”. Se questa cultura salga dal basso o sia confezionata dall’alto per consumatori indifesi, non è problema che l’integrato si ponga. 1 U. Eco, Bompiani, Milano 1985, pp. 5-9 Apocalittici e integrati, In che cosa consistono e in che cosa differiscono le due posizioni degli “apocalittici” e degli “integrati” rispetto alla cultura di massa? a. Perché la cultura di massa sarebbe l’anticultura nella visione apocalittica delineata dall’autore? b. Quale accezione di “cultura” è alla base degli argomenti esposti nel testo? c. In base agli argomenti studiati nell’unità, quali critiche potrebbero essere mosse dagli antropologi a questa accezione di “cultura”? d. Reader’s Digest: rivista statunitense fondata nel 1922, mensile, rivolta alle famiglie. 1.