– Sociologia & Biologia FINESTRE INTERDISCIPLINARI LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE DI DARWIN A metà del XIX secolo il naturalista inglese  Charles Darwin propose una nuova e influente  teoria sull’evoluzione biologica del  mondo, che verrà chiamata darwinismo. Egli  affermò che tutti gli organismi viventi (piante  o animali che siano) si sono sviluppati nel  corso dei millenni attraverso il meccanismo  della selezione naturale di piccole variazioni  ereditarie, in grado di aumentare la capacità  di sopravvivere e riprodursi. Questa teoria  venne espressa nel libro ,  Sull’origine delle specie pubblicato nel 1859, in cui lo studioso inglese  descrisse quanto osservato durante una spedizione  navale attorno al globo durata cinque  anni. In particolare, Darwin ebbe modo di  notare come la quantità di specie animali nelle  diverse zone visitate fosse enorme e come,  tuttavia, tutte le specie si fossero adattate al  loro ambiente naturale. Ciò lo portò a concludere  che gli organismi di una stessa specie  si evolvono gradualmente nel tempo attraverso  un processo di adattamento e selezione  naturale. Ovvero, è l’ambiente a favorire la  sopravvivenza degli animali più adatti ad esso  e, dunque, ha maggiori probabilità di sopravvivenza  chi possiede i caratteri vantaggiosi a  vivere in un determinato ecosistema. Parte di questa teoria venne suggerita a Darwin  dalla lettura del Saggio sul principio di popolazione (1798), scritto dal celebre filosofo ed economista inglese Thomas Robert Malthus,  il quale sosteneva che la popolazione  umana stesse aumentando troppo rispetto  alle risorse di cibo disponibili. Ciò avrebbe  comportato un aumento della fame e gli uomini  avrebbero iniziato a contendersi il cibo,  soprattutto con le guerre. Darwin osservò una situazione simile all’interno  del mondo vegetale e di quello animale. All’interno del mondo animale, i differenti organismi  danno vita a un numero di discendenti  troppo elevato rispetto alle risorse naturali disponibili.  Di conseguenza, egli teorizzò che la  limitatezza delle risorse disponibili innescasse  una “lotta per la sopravvivenza”, i cui vincitori erano gli organismi biologicamente più adatti ad appropriarsi delle risorse necessarie. Sebbene la teoria darwinista si riferisca strettamente  all’evoluzione biologica degli organismi  viventi, l’idea che le specie animali contemporanee,  compreso l’uomo, siano il risultato  di una selezione dei tratti fisici o caratteriali  più adatti al contesto fu ben presto utilizzata  come spiegazione per descrivere il funzionamento  della società. Infatti, il darwinismo fu  utilizzato per sostenere le teorie evoluzioniste, come quella proposta nel 1864 da Herbert  Spencer (1820-1903), riassunta nell’idea che  “sopravvive solo il più adatto” e definita come  “darwinismo sociale”. Le idee  di Spencer divennero così emblematiche di  come una teoria inizialmente creata per descrivere  l’evoluzione biologica degli animali  ispirò visioni della società che giustificavano la  diseguaglianza tra persone ricche e di successo  e persone povere e svantaggiate. Charles Darwin; foto del 1875 circa.