3. Giovani “mutanti” 3.1 I compiti di crescita Come i serpenti cambiano pelle, attraversando un momento in cui diventano più irascibili, e modificano le loro abitudini, facendo scorte di acqua e di energie in vista del cambiamento, così i preadolescenti attraversati dalle trasformazioni in corso appaiono disorientati e disorientanti: con lo sviluppo del corpo acquisiscono nuove abilità e . competenze difficili da gestire | ▶ APPROFONDIAMO | In entrambi i casi si procede verso un miglioramento, , efficiente e di maggior funzionamento. verso una condizione più evoluta Il preadolescente si trova pertanto a dover affrontare dei con cui si confronta, che deve elaborare e a cui deve dare significato. compiti di crescita L’evento principale che organizza i compiti di crescita è certamente lo . Si tratta di una grande rivoluzione, che interviene dopo un periodo di relativa stasi e che porterà all’acquisizione di un corpo in grado di accedere alla sessualità matura e quindi alla . Da questo punto di vista possiamo definire i preadolescenti dei “mutanti” e sintetizzare in quattro punti i loro compiti di crescita: sviluppo puberale definizione di una identità di genere confrontarsi con l’appartenenza al proprio genere; non “scindersi” tra corpo e mente; tracciare i primi confini con i genitori; avviare approcci con l’amico del cuore e/o il gruppo monosessuale. ⇒ | T1 p. 407 Le “mutanti accelerate” La trasformazione puberale coinvolge il corpo e la mente: i preadolescenti si trovano ad affrontare compiti di crescita, come il confronto con l’appartenenza al proprio genere, che li condurranno a lasciare la loro condizione di bambini per assumerne una più evoluta. LA PASSIONE PER IL RISCHIO E IL PERICOLO approfondiamo “Rischio” e “pericolo” sono due parole che ricorrono spesso quando si parla di preadolescenza. I ragazzi vogliono infatti sfidare i limiti imposti dagli adulti, e in parte anche da se stessi, per mettere alla prova le competenze e le nuove abilità che sentono di avere, grazie allo sviluppo del corpo, al risveglio della sessualità e alla sensazione di appartenere a un gruppo di amici, e non più solo al nucleo familiare. L’inedita passione per il rischio trova la sua principale motivazione nelle trasformazioni che si verificano a livello cerebrale. In questa fase della vita infatti la quantità di nuove connessioni neuronali che si instaurano fra le differenti aree è notevole. E sono questi collegamenti a trasformare un semplice ammasso di cellule in un circuito integrato composto da una miriade di elementi di interconnessione. In particolare, l’area in cui si verificano i cambiamenti cruciali per determinare il salto di qualità del pensiero dalla preadolescenza e prima adolescenza all’età adulta è la corteccia prefrontale, ovvero la parte anteriore del lobo frontale deputata a una serie di funzioni cognitive complesse implicate nei processi di previsione del rischio, gestione e regolazione degli impulsi aggressivi, autonomia decisionale e definizione della condotta sociale. Durante la preadolescenza, quando la corteccia prefrontale non è ancora del tutto matura, il cervello si trova in balia di una sorta di iperattività della parte emotiva che stimola la strenua ricerca di emozioni e di eccitazione, tenendo sotto scacco le decisioni del ragazzo, le motivazioni che lo portano ad agire e la sua scala delle priorità. A farne le spese è proprio la parte cognitiva che in età adulta sarà invece in grado di porre un freno a questo dominio emotivo. La corteccia prefrontale in effetti può essere pensata come un sistema capace di inibire e moderare gli eccessi e gli accessi derivanti da iperstimolazione dell’area emotiva. Competenza che i ragazzi acquisiranno lentamente con la crescita. È una caratteristica della preadolescenza l’impulso a mettersi alla prova sfidando i propri limiti per accertare le nuove abilità e competenze acquisite. Una sfida che si accompagna a una nuova inclinazione al rischio. >> pagina 398 3.2 La preadolescenza come “terra di mezzo” Cercare di dare una forma verbale ed esplicita ai propri vissuti emotivi risulta molto complicato durante gli anni della pubertà, in primo luogo perché , e in secondo luogo perché si tratta di tensioni, impacci, disorientamenti e rotture che hanno origine nel corpo e attraverso il corpo si manifestano senza che il preadolescente riesca sempre a trasformarle, prima in pensiero, e poi in parole. lo sviluppo cognitivo non ha ancora pieno accesso al registro astratto e simbolico In questo senso il preadolescente costituisce una realtà a sé stante, con tratti differenti sia dalla dimensione infantile che da quella adolescenziale, motivo per cui si fa riferimento alla , realtà intermedia e complessa con le sue specificità. preadolescenza come “terra di mezzo” Secondo la psicoterapeuta , si può affermare che il : da un lato non sa quasi nulla di quello che il suo corpo sta iniziando a esperire e a organizzare; dall’altro la sua mente è ancora lontana dall’integrare in un pensiero coerente le trasformazioni fisiche e gli avvenimenti che si susseguono sul piano delle azioni e dei comportamenti. La sua consapevolezza è ancora legata al mondo infantile, alle vecchie credenze e ai suoi valori. Sofia Bignamini preadolescente è in qualche modo “scisso” È visibile agli occhi di tutti come il preadolescente sia spaccato in due: , di giorno un ragazzino che ride e scherza con il suo gruppo di amici, di sera un bambino che ricerca l’abbraccio della mamma. Sarà solo con l’adolescenza piena, , che e le nuove mitologie maschili e femminili decolleranno definitivamente. un corpo cresciuto e una mente infantile con i nuovi strumenti del pensiero astratto corpo e mente consapevole torneranno a integrarsi 3.3 lo scarto fra sogno e realtà Bignamini sottolinea inoltre che e sognato fin dall’infanzia, costruito nella fantasia e investito di affetti ancor prima di essere realmente parte dell’identità dei ragazzi. Nello specifico, l’autrice evidenzia una nell’affrontare questo compito di crescita. Certamente, come i suoi predecessori, anche il preadolescente di oggi è impegnato a “digerire” le trasformazioni in atto nel suo corpo, ma rispetto ai preadolescenti di una volta si trova nella necessità di gestire uno scarto maggiore tra un corpo idealizzato e sognato fin dall’infanzia e il corpo reale con cui deve fare i conti. il corpo della pubertà viene spesso lungamente idealizzato particolare difficoltà nei preadolescenti odierni Gli attuali preadolescenti, complici , giungono alla pubertà con un forte sulla propria identità e sul proprio corpo futuro, nutrito e sognato durante gli anni dell’infanzia. i modelli culturali ed educativi che spingono all’adultizzazione e all’erotizzazione precoci preinvestimento narcisistico Proprio per la fatica di gestire questo , spesso i ragazzi e le ragazze di questa età esprimono una forte passione per i supereroi. Così, alle insicurezze, alle ferite e agli insuccessi legati al momento di crescita affiancano delle . A questo proposito Bignamini cita la storia di Peter Parker, ragazzino impacciato con gli occhiali, che non riesce a fare colpo sulla ragazza desiderata se non quando si trasforma nell’Uomo Ragno. scarto tra sogno e realtà identità alternative dotate di superpoteri Ci sono alcuni ragazzi che si costruiscono dei profili avatar in cui convogliano i loro ideali e superpoteri, altri si appassionano ai manga giapponesi caratterizzati fisicamente da tratti bisessuali e alle prese con vicende che hanno a che fare con la vita e la morte, con l’amore e le trasformazioni. Se per le ragazze un compagno di viaggio importantissimo è l’ , per i ragazzi svolge la stessa funzione anche il . amica del cuore gruppo monosessuale di appartenenza Tra i preadolescenti c’è chi, di fronte ai cambiamenti, si lancia senza freni in un’ , mostrando atteggiamenti che rischiano di essere fraintesi negli intenti e nei significati attribuiti dai protagonisti di questa età, caratterizzata da esigenze ancora prevalentemente infantili. identità sessuata precoce D’altra parte c’è chi invece resterà aggrappato all’ rifiutando un corpo vissuto come inaccettabile e deludente. Questi ragazzi investono soprattutto sul pensiero, cercando di saltare la spiacevole fase adolescenziale e trasformandosi precocemente in adulti. identità infantile Anche il sembra rendere il compito della crescita ancora più complicato. Infatti la cultura del gruppo preadolescenziale, più che ammorbidire il peso degli ideali, rischia di accentuare il senso di inadeguatezza. gruppo dei pari Il gruppo monosessuale di appartenza, soprattutto per i maschi, rappresenta un importante aiuto per affrontare le insicurezze legate al momento di crescita. esperienze attive La preadolescenza nelle espressioni artistiche Provate a cercare libri, poesie, quadri, testi musicali in cui vengano descritte le sensazioni e le emozioni che i ragazzi e le ragazze provano di fronte ai cambiamenti corporei. >> pagina 400 3.4 Il ruolo dei genitori Bignamini evidenzia inoltre la senza offrire particolari ricette, ma proponendo delle nella relazione tra genitori e figli preadolescenti. centralità del ruolo genitoriale accortezze da considerare Innanzitutto , le ansie da prestazione o la paura degli insuccessi. Secondo la psicoterapeuta è necessario non confondere l’empatia, cioè il mettersi nei panni dell’altro, con il proiettare sui figli le esigenze e le fantasie di realizzazione dei genitori. Dare spazio alla verità dei ragazzi, sapendo che ciò che fa contenti loro non è necessariamente ciò che rende felici anche mamma e papà. tenere a bada il narcisismo dei genitori stessi Un altro aspetto importante è quello di e ricordarsi che i ragazzi sono in trasformazione, che stanno cambiando muta, con tutto ciò che questo implica. Evitare di attribuire pensieri e intenzioni è molto utile per lasciare spazio a un autentico e curioso interesse per il mondo dei ragazzi, le loro passioni, i loro idoli, musica, , e così via. sospendere il giudizio blogger youtuber Infine, è importante , credere che troveranno la loro strada con le loro risorse e capacità. difendere la speranza nel futuro per lo studio In che senso i preadolescenti possono essere definiti “mutanti”? 1. Perché Sofia Bignamini sostiene che i preadolescenti siano in qualche modo “scissi”? 2. Qual è il ruolo dei genitori in questa fase di crescita? 3. Per discutere INSIEME Provate a ripensare alla vostra preadolescenza: come è stata? Come avete vissuto i cambiamenti del vostro corpo e della vostra mente? Discutetene in classe fra compagni.