4. DIVENTARE ADULTI «Soltanto i giovani hanno momenti del genere. Non dico i più giovani. No. Quando si è molto giovani, a dirla esatta, non ci sono momenti […]. Si va avanti, e anche il tempo va, fino a quando innanzi a noi si profila una linea d’ombra, ad avvertirci che bisogna dire addio anche al paese della gioventù.» Joseph Conrad, La linea d’ombra A un certo momento (non si sa bene quando) l’adolescenza finisce e ci troviamo a dover assumere le responsabilità complesse della vita, ma anche con la straordinaria possibilità di metterci alla prova nel mondo e di provare a realizzare i nostri progetti. L’adultità è un periodo che viene suddiviso in una prima fase, quella del giovane adulto (fra i venti e i trentacinque anni) e quella dell’adulto vero e proprio dai trentacinque fino circa ai sessanta. Con l’età adulta i progetti pensati per la propria esistenza giungono in qualche modo a compimento: ciò che da adolescenti o da giovani era solamente un desiderio o un’aspettativa entra nel mondo delle realizzazioni concrete sia sul piano relazionale che su quello lavorativo o, più in generale, esistenziale. È l’essere adulto, infatti, che definisce in modo chiaro il senso dell’esperienza di un individuo. Non solo, gli adulti sono anche coloro che prendono decisioni nei confronti di altri individui che si trovano in fasi evolutive diverse, come i bambini e gli anziani, e che, grazie alla loro capacità lavorativa, garantiscono il funzionamento dell’intero sistema sociale. Proprio in conseguenza del loro potere decisionale tuttavia, gli adulti hanno anche responsabilità, talvolta complesse, che possono far sorgere alcuni problemi difficili da affrontare e superare.